lunedì 3 ottobre 2016

2° report dalla delegazione nel Kurdistan Bashur - 30 Settembre 2016

CAMPO DI MAKHMUR

Il campo aperto nel 1998, ospita 13.000 kurdi fuggiti dalla Turchia nel 1993 e passati, prima di arrivare a Makhmur, attraverso vari campi.
Incontriamo in mattinata l'attuale co-sindaco sig. Mehmet, l'ex sindaco Polat, Zeinet responsabile internazionale del campo, sig.ra Kashar resp.sanità e il co-sindaco Haci dell'Assemblea del Popolo. Dopo i rituali saluti, il co-sindaco ci informa che esistono contrasti con il governo federale di Barzani (kurdistan nord Iraq) perché i rifugiati sono vicini alle posizioni del PKK.
Il campo in questo momento è in sofferenza perché molti lavori sono stati bloccati ed è sottoposto ad embargo di aiuti. A Erbil, tutti i giovani del campo, che andavano a lavorare, sono stati licenziati. Non sono più stati rilasciati i permessi di soggiorno, il che significa non poter uscire dal campo; sono stati bloccati i permessi di guida con la conseguenza che molti mezzi sono fermi nel campo; 2000 nuovi bambini non sono stati registrati; il grano per il pane viene venduto a prezzo contenuto solo dal governo centrale dell'Iraq; l'ambulatorio UNHCR, prima gestito da loro funzionari, ora è gestito dai giovani medici del campo. “Riusciamo però ugualmente a mantenerci – ci dicono - con le sole risorse del campo ma siamo preoccupati per il futuro”.
Ci illustrano poi il sistema del Confederalismo Democratico. Nel campo, operano due Assemblee istituzionali: una Popolare e una delle Donne. Ogni organo del campo, scuola, ospedale e quartiere ha un suo rappresentante in queste assemblee. Ogni quartiere ha, a sua volta, una sua assemblea che riporta all'Assemblea Popolare ciò che in essa è stato deciso. L'Assemblea Popolare viene convocata ogni due mesi. Quelle di quartiere, una volta alla settimana.
I problemi vengono risolti, in genere, nelle assemblee di quartiere. Se il problema non è risolvibile si va all'Assemblea Popolare. Il campo è diviso in 5 zone e ogni zona ha 4 quartieri. Ogni due anni c'è il Congresso del campo. Anche per l'Assemblea delle Donne valgono le medesime modalità con la differenza che, mentre nell'Assemblea Popolare ci sono due co-presidenti: uno uomo e una donna, nell'Assemblea delle Donne il Presidente è uno solo.
Si parla poi del sistema scolastico: gli studenti sono circa 3000 divisi in 5 asili, 4 scuole elementari, 2 medie, 1 liceo e un'Accademia. La prima scuola è stata formata nel 1994 quando i profughi non erano ancora a Makhmur. Nell'Accademia ci sono corsi di giurisprudenza, medicina, storia e altre materie. C'è la possibilità di andare a studiare in altre università, ad esempio ad Erbil.
I libri di testo vengono redatti dagli insegnati del campo e poi vengono distribuiti in fotocopie a tutti gli studenti. Poi viene riconosciuto il diploma e la laurea come “diploma dei rifugiati” da parte dell'ONU. Le lingue che vengono insegnate sono il kurdo kurmangi (caratteri latini) e l'Inglese come seconda lingua dalla 4° elementare. L'ultimo anno di liceo, lo studente può scegliere la lingua kurda sorani in modo che andando all'università di Erbil non incontra difficoltà.
A conclusione dell'incontro, consegnamo al sindaco il contributo raccolto di 10.000 euro. Contrariamente alla destinazione iniziale che prevedeva il completamento dell'ospedale, il contributo sarà destinato all'acquisto urgente di medicinali e kit sanitari data la situazione di guerra esistente.
Si affronta poi il problema della giustizia. Ogni quartiere ha un suo comitato di giustizia. Il principio che regola il sistema giudiziario è quello di recuperare coloro che sbagliano. Per la comunità non si tratta di un reato ma di uno “sbaglio”, richiamando il concetto di responsabilità collettiva e non individuale.
Per questo non hanno un sistema carcerario. Se il quartiere non riesce a decidere in merito, si va alla decisione nell'Assemblea Generale che isola il soggetto senza però incarcerarlo. Esempio: se una persona “sbaglia” nel campo ambientale, va rieducata e si riabilita obbligandola a relazionare, dopo aver frequentato uno specifico corso sull'ecologia e la tutela ambientale. Nei casi più gravi, come l'omicidio, la persona viene isolata dalla comunità per un periodo di tempo in modo che l'Assemblea trovi una soluzione con la famiglia dell'ucciso. La questione è molto più complicata ma il principio è quello di cercare di rieducare e non incarcerare. Solo in zone di guerra come il Rojava sono previste “zone di sicurezza” per i nemici di Daesh e per gli stupratori.
Nel primo pomeriggio ci rechiamo all'Accademia delle Donne dove si tengono corsi di vario tipo: sociologia, filosofia, gineologia (scienza delle donne: un insieme di sociologia, di filosofia e antropologia). Si tengono anche corsi per gli anziani di alfabetizzazione. L'accademia delle donne ha contatti con altre organizzazioni europee. Si producono anche testi scritti che vengono poi pubblicati. L'obiettivo di questa accademia è quella di creare un cambiamento culturale nella società. Nella società kurda, infatti, si vive ancora come nella società patriarcale anche se nel campo di Makhmur, questo problema è stato superato. Si sfiora anche il problema del divorzio che viene discusso e risolto nel Comitato di Giustizia.
Una donna del campo può abortire liberamente ma tecnicamente è costretta ad andare all'ospedale di Erbil per mancanza di strutture.
Alle ore 15.30 visitiamo la “Casa dei Feriti”. In genere provengono dal Rojava per essere seguiti per la riabilitazione. I casi più gravi, vanno all'ospedale di Sulemania. Attualmente ci sono 15 ricoverati ma si è raggiunto anche il numero di 50.
Ci accompagnano quindi in auto sulla montagna lungo le linee di difesa che controllano il campo di Makhmur. Prima di arrivare ci fermiamo presso un avanposto ove incontriamo Gigdem comandante delle YJA STAR, (milizie femminili) di Makmur e Kirkuk, nel movimento da ben 23 anni. La comandante è una donna turca di Sivas. Saliamo poi all'avamposto più alto ove incontriamo guerriglieri uomini e donne giovanissimi. Ci lasciamo cantando insieme “O bella ciao”.


 A cura della delegazione nel Kurdistan Bashur