lunedì 3 ottobre 2016

1° report dalla delegazione presente dal kurdistan Bashur - 28 Settembre 2016

INCONTRO CON EZEL DI RITORNO DAL ROJAVA

Ezel ci illustra la situazione odierna dal Rojava. A suo dire, è più complicata dall'anno scorso perché mentre prima era presente solo Daesh oggi c'è una varietà di forze in campo (Turchia, regime di Assad, coalizione ESL - Esercito Siriano di liberazione) che premono affinché il PYD vada alla conquista di Raqqa. Il PYD si oppone in primo luogo perché, nella conquista di Mamby, ha avuto molti feriti e morti; in secondo luogo prendere Raqqa, ricca di petrolio, di fatto vorrebbe dire l'entrata in Raqqa della coalizione ESL e di altri soggetti, con una marginalizzazione dei kurdi. Anche per Mossul, pensano di utilizzare i kurdi per l'attacco via terra.
L'attuale rapporto tra USA e Royava è di pura tattica e non strategico. Analogamente è il rapporto Russia e Royava. Infatti, USA e Russia, ognuno per suo conto, cercano una propria egemonia nella zona. Ultimamente sulla città di Kobane, non si sono svolte azioni militari significative di Daesh, che però ci sono state nei villaggi limitrofi. Kirkuk è controllata, sia in entrata che in uscita, dai peshmerga iracheni anche se in realtà sono stati i guerriglieri del PKK ad averla liberata.
Tra l'altro a Kirkuk stanno arrivando molti arabi per alterare la composizione demografica della città al fine di divenire l'etnia prevalente.
Ha poi parlato della situazione vigente in Rojava dove esisteva una situazione particolare. I kurdi siriani, sotto il regime di Assad, dovevano coltivare solo grano e cotone e non piantare alberi. Il raccolto doveva essere poi consegnato gratuitamente al governo per l'80% e questo perché ai kurdi non era concesso di possedere la terra, contrariamente alle altre etnie presenti nel territorio. Soprattutto arabi.
La presa di Jerabolus, da parte dei turchi, è stata favorita da Daesh. Molti combattenti del Califfato ora militano in formazioni filo turche. L'obiettivo del PYD è collegare Kobane con Afrin. L'occupazione di Jerabolus vorrebbe impedire questo, ma la strategia del PYD è quello di passare a sud attraverso la conquista di El Bab che però anche i turchi vogliono conquistare.
Il PYD pensa che i turchi si siano messi in trappola: 1° perché non possono bombardare il Rojava, pena la sconfessione di Russia e USA; 2° perché i combattenti del PYD sono disponibili a combattere sino alla morte.
Sul golpe in Turchia ha pesato molto lo scacco subito dall'esercito turco che, di fatto, ha distrutto molte città del Kurdistan del nord (Bakur) ma ha anche subito pesanti perdite (morti e feriti). Il generale che comandava l'operazione in quelle città, è stato poi rimosso e accusato inoltre di essere il capo del tentato golpe. L'obiettivo dei turchi era l'allontanamento della maggior parte dei kurdi dal Bakur e la sostituzione di questi con arabi sunniti siriani a cui sarebbe stata data la cittadinanza con diritto di voto. Ma l'operazione è fallita perché i kurdi, pur nella sofferenza, non si sono allontanati dal loro territorio. Il fine politico non è stato raggiunto. Questi fatti, tra l'altro, hanno rafforzato la volontà di lotta nei giovani kurdi e ha fatto si che i kurdi, trasferitesi nelle città del nord dell'ovest, saranno in futuro la spina dorsale della Resistenza non più localizzata sui monti ma delocalizzata su tutta la Turchia.


 A cura della delegazione nel Kurdistan Bashur