giovedì 15 novembre 2007

8 novembre 2007


Incontro con l’Associazione delle donne di Nusaybin


Nusaybin è una cittadina di circa centomila abitanti, sorta a ridosso del confine siriano, separata dalla città gemella di Qamishli da una barriera di filo spinato che ne segna il confine.
E’ governata dal DTP, che qui ha ricevuto l’ottanta per cento dei consensi.
Incontriamo le associazioni delle donne di Nusaybin riunite nell’”assemblea delle donne di Agenda 21”.
Ci parlano dei problemi che attraversano questa città: molta disoccupazione, soprattutto riferita alle donne; c’è un’alta percentuale di vedove che hanno perso il marito durante gli anni duri del conflitto ovvero a seguito delle esecuzioni extragiudiziarie, famiglie poverissime che non sanno come sfamare i propri figli. Inoltre, la struttura patriarcale che permane in tutto il Sud Est, costringe le donne ad una vita relegata tra le mura domestiche.
Anche la sottoprefettura contribuisce a mantenere le donne in questa condizione di subordinazione.
Talvolta, distribuisce, con il contagocce, pacchi e generi alimentari, ma solo dopo averle lasciate in attesa per lunghe ore davanti agli uffici prefettizi!
Per questo, le donne di Nusaybin hanno lavorato ad un progetto di aiuto alle vedove con figli in tenera età, circa un migliaio le donne che sono in queste condizioni, in città.
Il prossimo marzo, in occasione del Newroz, il Comune aprirà i battenti della Casa della Cultura, una struttura attrezzata con sale, palestre, biblioteche, laboratori, in grado di dare risposte ad alcuni bisogni della popolazione. In questa nuova struttura, l’associazione di donne di agenda 21 pensa di aprire una sala da thè, una mensa con piatti tradizionali, organizzare un mercatino di prodotti artigianali appositamente predisposto per le donne che sono in grado di produrre e vendere cosi’ i loro prodotti, organizzare seminari di psicologia, di educazione sanitaria, insieme a corsi di alfabetizzazione.
La municipalità di Nusaybin metterebbe a disposizione i locali a titolo gratuito ed, in questo modo, potrebbero trovare un’occupazione circa 10-12 donne, mentre altre avrebbero la possibilità di uscire di casa e realizzare anche piccoli guadagni con la vendita dei loro prodotti.

Ci parlano poi della situazione di estrema tensione che caratterizza l’area.
I preparativi di guerra preoccupano la popolazione, anche se un attacco in Nord Iraq appare alquanto improbabile. Tuttavia, sono in molti a credere che un eventuale attacco avrebbe come obiettivo Kirkuk e non il semplice smantellamento delle basi del Pkk al confine fra Irak ed Iran.

Il popolo kurdo, al momento, continua a contrapporsi a questi venti di guerra, con manifestazioni pacifiche.
Tuttavia, è palese per tutti che un tentativo dell’esercito turco di giungere fino a Kirkuk creerebbe una situazione di grande instabilità in tutta l’area mediorientale.