lunedì 10 ottobre 2016

7° report. 6 Ottobre 2016 – Qandil


Arriviamo verso mezzogiorno alla municipalità di bQandil, composta da 61 villaggi sparsi sulla montagna. Il co-sindaco ci dice che alcuni villaggi sono stati colpiti da bombardamenti turchi nell’agosto del 2011 e, successivamente, nell’agosto del 2015. E questi ultimi sono ancora in atto. A causa di questo, molte persone hanno abbandonato la zona: prima dei bombardamenti, abitavano qui circa 7 mila persone. Ci sono scuole elementari in vari villaggi, una scuola media nel villaggio più centrale. A scuola si insegna il kurdo sorani, un’ora d’inglese ed un’ora di arabo. Dal governo regionale non arrivano aiuti di sorta. La popolazione vive di agricoltura ed allevamento ed alcuni abitanti vanno a lavorare nelle città vicine. La politica applicata è quella del con federalismo democratico.
Nel pomeriggio, dopo il pranzo offertoci dalla municipalità, ci rechiamo al cimitero dei martiri, ove, prima della sopradetta visita, il comandante Reza Altu, componente del Consiglio del KCK, ci relaziona sulla situazione generale del Medio Oriente, con particolare attenzione alla questione kurda. Introduce il discorso, dicendo che Erdogan aveva una strategia per diventare il protagonista del Medio Oriente alleandosi con gruppi estremisti (Daesh, Al Nustra) e con governi reazionari (Arabia Saudita, ecc.). Non è riuscito in questo scopo e solo apparentemente ha lasciato l’alleanza con i gruppi estremisti. Questo gli è servito per occupare Jeravolus e impedire l’unione dei tre cantoni. Tutto questo, con l’assenso sia degli USA che della Russia, sorprendentemente, ma però spiegabile. Infatti, Erdogan, che era sull’orlo di essere messo ai margini, è, per così dire, ritornato sulla scena, giocando sul ricatto dei profughi siriani e su un accordo tra Russia ed USA sull’Ucraina sulla pelle dei kurdi. Specifica però che gli ultimi avvenimenti stanno rimescolando le carte e anche quest’accordo tra Russia ed Usa potrebbe saltare.
“Certo – ci dice – noi del Pkk ci batteremo sino alla fine affinchè quest’accordo non si consolidi”.      
Anche per Mossul, vale lo stesso discorso: la Turchia vorrebbe estendere la sua egemonia su Mossul in accordo con il Pdk di Barzani che è suo alleato. Le copse però sono più difficili perché Usa e Russia hanno interessi contrapposti su questa zona e anche il Pkk farà di tutto perche, se la Turchia egemonizzasse Mossul, anche il Rojava sarebbe maggiormente in pericolo.
Dopo questa relazione, ci rechiamo al cimitero dei martiri, ove sono sepolti 400 guerriglieri, uomini e donne, sia caduti a Qandil che in Rojava. Nella zona, ci sono altri analoghi cimiteri.
Accanto al cimitero, visitiamo il museo dei martiri, ove sono esposte le foto e oggetti dei caduti.        

Concludiamo la giornata, visitando il Zargaly, uno dei villaggi distrutti dai bombardamenti turchi nell’Agosto 2015.