L'associazione "Verso il Kurdistan" Onlus di Alessandria sostiene iniziative per lo sviluppo dei diritti umani in Turchia. Sostenere progetti di cooperazione e sviluppo locale nel Kurdistan turco è visto come strumento per interrompere la spirale di violenza, guerra e militarizzazione che coinvolge la regione e costituisce una minaccia per la pace in tutto il Medioriente. Contatti email: versoilkurdistan@libero.it
venerdì 24 giugno 2016
Reportage dalla Turchia
Tre volontari dell’Associazione Verso il Kurdistan Italia sono appena tornati dalla Turchia, dove, denunciano, “è in corso una vasta e sistematica operazione per spingere gli abitanti kurdi a lasciare le proprie case, attraverso bombardamenti, uccisioni indiscriminate e minacce”.
Ecco il loro drammatico racconto e le indicazioni per chi volesse inviare un aiuto.
La situazione che, come Associazione Verso il Kurdistan – Rete Kurdistan Italia, abbiamo riscontrato e appurato nelle città del Kurdistan turco,attraverso visite e colloqui, conferma, da una parte, ladrammaticità degli eventi e, dall’altra, la pericolosità per il futuro.
Le notizie che giungono qui in Italia sono frammentarie e comunque non rendono assolutamente contodella situazione.
Questo è ben presente alla popolazione kurda, ai dirigenti e amministratori locali che – ci hanno detto – non credono più all’interessamento dei governi europeie sperano solo nell’aiuto e nelle informazioni che possono riportare le organizzazioni di cooperantie solidali internazionali che riescono a raggiungere le loro città martoriate.Anzi, loro – giustamente – ritengono che gran parte della responsabilità rispetto alla situazione attuale, sia da imputarsi all’Europa e, in modo particolare, all’accordo disastroso UE – Turchia sui rimpatri.
La nostra delegazione ha potuto raggiungere le città di Cizre e Van dove si sono tenuti incontri con le autorità locali del luogo e di altre città, giunte appositamente, con famiglie che hanno avuto parenti uccisi, scomparsi o incarcerati.
A Cizre abbiamo potuto osservare, guidati da membri delle associazioni cittadine, distruzioni mirate di quartieri abitate da kurdi.
A Istanbul, presso l’Associazione Goc-Der(associazione profughi) e IHD (associazione dei diritti umani) ci hanno descritto un quadro generale della tremenda situazione del Kurdistan turco che successivamente abbiamo potuto riscontrare a Cizre e poi a Van.A Van, ci ha poi raggiunto un membro di Meya-Der (Associazione dei martiri) di Iuksekova che ci ha illustrato la situazione di questa città quasi al confine con l’Iran.
A Cizre, il coprifuoco è iniziato il 14-12-2015, ventiquattr’ore su ventiquattr’ore, ed è durato settantanove giorni. E’ passato poi a venti ore e attualmente è in vigore dalle ore 23 alle 5 del mattino.In città, si vedono in continuazione blindati nelle strade e ci dicono che qui sono stanziati 10 mila soldati turchi che ora in parte operano a Sirnak.
A Cizre i morti accertati dall’inizio del coprifuoco sono stati 258 (tutti civili) di cui 50 donne e alcuni bambini. Poi ovviamente, ci sono i “dispersi”.
Gli edifici della città distrutti dai bombardamenti e dalle cannonate sono stati oltre 3 mila. Sono stati uccisi 80 giovani venuti dalle periferie per protestare contro questo massacro.
Gli abitanti sono rimasti senza luce e senz’acqua per 45 giorni e senza gas per il riscaldamento per 30 giorni. Molti corpi straziati sono stati sepolti insieme alle macerie dei palazzi distrutti e poi spianati dalle ruspe.
Per sei mesi è vietata la ricostruzione delle case, ma poi arrivano i mesi invernali e, di fatto, tutto resterà fermo per più di un anno!Molti corpi risultano bruciati perché l’esercito turco, supportato dai servizi segreti e da squadre di mercenari, ha incendiato gli edifici e le cantine dove queste persone si erano rifugiate dopo l’improvviso e ingiustificato attacco.
Lo scopo dei governanti turchi – ci viene detto – è quello di costringere la popolazione kurda a fuggire dalle loro zone devastate e sostituirla con altre etnie(arabi, ceceni ecc.) e, in modo particolare, con i profughi siriani cui sarebbe riconosciuta la cittadinanza turcain vista delle prossime elezioni, cercando così diridimensionare il ruolo dell’HDP, il partito filokurdo, che, nell’area, ha la maggioranza dei consensi.
Una vera e propria pulizia etnica con il complice silenzio dell’Europa.
La nostra associazione ha consegnato, per le famiglie delle vittime, un primo contributo di aiuti, di 10 mila euro.
I rappresentanti della municipalità di Cizre, cui il governo ha tolto quasi tutte le competenze tranne la pulizia delle strade, ci dicono che attualmente la situazione vissuta a Cizre, si sta vivendo in altre località, nello specifico nelle città di Sirnak e di Nusajbin, rispetto alle quali non si hanno notizie precise essendo in atto il coprifuoco totale, con le due città assediate dall’esercito turco.
La città di Van non è stata ancora colpita, ma i rappresentati della municipalità temono che possa succedere ciò che è successo a Cizre.
Il rappresentante di Juksekova ci dice che anche nella sua città c’è stato il coprifuoco per 86 giorni, esattamente dal 21.2.2016.
Dal Giugno 2015, sono state uccise 837 persone e ben 516 nel solo periodo del coprifuoco (152 guerriglieri, più 364 civili), qui i palazzi distrutti sono stati 412.
A differenza di Cizre colpita di sorpresa, a Juksekova si è organizzata una resistenza; infatti, si parla anche di 400 soldati uccisi.
A Van, dove sono state consegnate le borse di studio alle ragazze del progetto “Berfin”, c’è però molta tensione.
Da capodanno, ci sono stato 40 uccisioni di civili e nei due giorni di nostra permanenza a un chilometro dalla città c’è stato un primo attacco dell’esercito turco che ha uccisi due guerriglieri, un dirigente politico e ferito gravemente un altro uomo, un civile.
A questo, ha fatto seguito, il giorno successivo, un attentato a un blindato turco con sei militari uccisi.
Anche a Van, ci è stato riconfermato dai nostri interlocutori kurdi, il disegno del governo turco: costringere i kurdi a lasciare le loro abitazioni, le loro città, il Kurdistan e disperdersi nelle grandi città turche e in giro per il mondo e così sostituirli con persone di altre etnie e profughi siriani, al fine di recidere le radici sociali e culturali di un popolo, fiaccando e stroncando le loro lotte per la libertà e per una vera democrazia.
Noi continueremo a raccogliere i contributi a sostegno delle vittime della città di Cizre fino a fine anno 2016.
Il conto corrente per la raccolta fondi è il seguente:
Cariparma – IBAN intestato a Mediazione IT35 N062 3010 4300 0004 65398
– tutto il 5 x 1000 che raccoglieremo quest’anno, servirà a finanziare il sostegno delle vittime per la città di Cizre.
alessandrianews.it