Serata per non dimenticare.
Venerdì 18 Dicembre 2015 - ore 20.00
al Circolo Arci No.à
C.so Regina Margherita, 154 a Torino
All'indomani della marcia su Roma, il regime fascista tenta di normalizzare le realtà più ostili alla sua restaurazione, una di queste è la Torino operaia, reduce dal Biennio Rosso.
Il 17 dicembre 1922, migliaia di camice nere giungono a Torino da tutto il Nord Italia per una parata pubblica.
Molte sono le provocazioni nei confronti di operai e comunisti di Torino.
In serata, un operaio di nome Prato reagisce ad un'aggressione di alcune camice nere, uccidendo uno di questi e ferendone un altro in modo grave.
Il 18 dicembre scatta la rappresaglia dei fascisti torinesi: in tre giorni, vengono uccise oltre venti persone.
La Camera del Lavoro viene incendiata. Tra le vittime, c'è il segretario della Fiom torinese, Pietro Ferrero e il consigliere comunale del PCI, Berruti.
Nessun fascista sarà mai condannato per la strage e il tribunale della Repubblica nel 1956 assolverà Brandimarte che, nel 1922, aveva rivendicato la vendetta fascista.
La normalizzazione del ventennio era iniziata.
Perché quella piazza si chiama 18 Dicembre
TESTO DELLA LETTERA APERTA
TESTO DELLA LETTERA APERTA
Abbiamo letto con interesse a sincero apprezzamento la lettera aperta di Claudio Gorlier sulla Stampa del 8 dicembre: "Ricordiamoci perché quella piazza si chiama 18 dicembre".
Siamo un gruppo di realtà torinesi che dal 2012, anno del novantennale della strage, ha organizzato vari appuntamenti cittadini per riflettere sulla crudeltà di tale episodio e per capire a fondo le motivazioni che la generarono e il contesto sociale e istituzionale che la rese possibile.
In questi anni alcuni di noi hanno portato la memoria della strage in vari luoghi cittadini (Circolo Arci Caffè Basaglia, Libreria 451, Festa FIOM ai giardini Ginzburg, un tram in piazza Statuto) con diverse modalità espressive (spettacolo teatrale, reading, dibattito storico con il Prof Angelo D'Orsi, concerto commemorativo). Quest'anno l'appuntamento serale del 18 dicembre è stato organizzato al Circolo Arci No.a di Corso Regina Margherita 154 dove, tra reading di letture di politici al confino e canti della tradizione del movimento operaio, ascolteremo la testimonianza indiretta della strage da parte di Chiara Acciarini dai ricordi di Filippo Acciarini e apriremo lo sguardo odierno sulla strage di Ankara del 10 Ottobre scorso che ha colpito un corteo organizzato dai sindacati per chiedere pace e diritti in Turchia.
Facciamo nostro l'appello di Gorlier al sindaco di Torino perchè, in qualità di rappresentante della cittadinanza, apra un tavolo di approfondimento storico per scoprire possibili eventi sepolti negli archivi di Stato e capire se la storia di quei giorni sia stata compresa fino in fondo in tutti i suoi aspetti.
I sottoscrittori di questo lettera si danno dunque disponibili ad organizzare o partecipare ad un dibattito pubblico con tale obiettivo di ricerca storica, confidenti che la memoria non si limiti solo alla preziosa commemorazione alla lapide di piazza XVIII dicembre ma possa trasmettersi viva nelle manifestazioni artistiche, nell'impegno delle organizzazioni cittadine e dei singoli individui.
COMITATO ARCI TORINO
FIOM CGIL TORINO
ASSOCIAZIONE ETICA E LAVORO P. TAVANO