mercoledì 5 ottobre 2016

4° report dalla delegazione presente dal kurdistan Bashur - 2 Ottobre 2016 - Sulaymaniyah – incontro con il Pyd (Partito dell’unità democratica) e il Tevdem (Movimento per la società democratica)


Incontriamo il responsabile del Pyd, Gharib Hassou, che introduce l’incontro con un ringraziamento per la solidarietà dimostrata dal popolo italiano per aver accolto nel ’98, il leader del popolo kurdo, Abdullah Ocalan. “Una solidarietà storica”, ci dice.

E continua: “La solidarietà è molto importante per noi. Per questo, la resistenza e la lotta che si è sviluppata in Rojava, non è solo per noi, ma per tutti i popoli del mondo.
Se il Rojava è ancora vivo è anche grazie alla solidarietà internazionalista. Tanti gruppi hanno utilizzato l’islam per i propri fini, distruggendo così un Paese fiorente, la Siria.
Non è stato così per noi, non ci fermeremo finchè non raggiungeremo il nostro obiettivo. Questa lotta ci è costata molto sangue e molti martiri. Daesh ha avuto l’appoggio e la solidarietà dei governi dei Paesi confinanti, in primo luogo, della Turchia che ad Urfa cura i feriti di Daesh e a Gaziantep addestra e protegge i miliziani di Al Nusra. Per questo la nostra vittoria che verrà, sarà la vittoria di tutta l’umanità! Se Daesh vincesse in Rojava, il prossimo obiettivo sarà la vostra Europa.

Pian piano, il nostro paradigma – quello del campo democratico – si afferma e si stabilizza. Gli attacchi degli stati imperialisti, contro di noi, sono aumentati, perché i gruppi mercenari stanno subendo una grave sconfitta.
Se la Turchia continua su questa strada, sarà il Paese più pericoloso in Medio Oriente e nel mondo intero, un Paese che alleva, copre e protegge il terrorismo, un Paese che ha creato inimicizie con tutti i Paesi confinanti”.
“Voi state dando il colpo più grande al nemico di tutti portando questa lotta, questa rivoluzione in atto nel Rojava in Occidente – conclude – Se domani potete mettere un mattone in Rojava, questo non verrà mai dimenticato, sarà un mattone posato per l’umanità intera, sarà un simbolo di fratellanza e di amicizia tra i popoli”.

Incontro con la rappresentanza diplomatica di autogestione del Rojava nel Kurdistan iracheno – Laila Mustafa

La rappresentanza dei tre cantoni del Rojava si trova in un’elegante palazzina di Sulaymaniyah ed esiste da un anno e mezzo. “Pure loro – ci dicono – seppur diplomatici, non riusciamo a raggiungere il Rojava a causa della chiusura delle frontiere”. La situazione che descrivono è oltremodo critica: nell’ultimo anno, si sono acuiti i contrasti tra i tre partiti maggiori del Kurdistan Bashur, il Puk, il Pdk e Goran; il Parlamento è bloccato; la crisi incalza, ci sono categorie di lavoratori del pubblico – come gli insegnanti – che, da mesi, non percepiscono gli stipendi; non c’è solo l’embargo, ma qualsiasi iniziativa che possa, anche lontanamente, favorire il Rojava, viene bloccata.                                         Parliamo di cosa è possibile fare per il Rojava. Ci parlano di un progetto per gli studenti delle scuole di stampa di libri di testo di cui sono attualmente sprovvisti. Si tratterebbe di stampare 4 tonnellate di libri di testo per l’insegnamento delle lingue che si parlano nel Rojava – arabo, kurdo e siriano – per un totale di 170 mila euro. E’ un progetto – noi pensiamo - che si potrebbe adottare con il concorso di più associazioni ed ong presenti in Italia.

Sosteniamo la necessità che loro si facciano promotori, insieme a partiti, movimenti, intellettuali di una campagna internazionale contro l’embargo del Bashur.

La delegazione nel Kurdistan Bashur