domenica 15 agosto 2010

Il Paese che non c’è. Resoconto odierno dei viaggiatori italiani in Kurdistan: Diyarbakir, Hasankeyf...

Il Paese che non c’è.

Notiziario ‘in diretta’ dalla delegazione italiana in Kurdistan che si trova attualmente (30 luglio 2010) a Şırnak, dopo essere stata a Diyarbakir, Hasankeyf, Nusaybin e Ilisu,nell’ambito del :

Viaggio nel Kurdistan turco, attraverso il Paese che non c’è.Da Diyarbakir, fino a Dogubeyazit, ai piedi del monte Ararat”.

Periodo: 27 luglio – 6 agosto

Organizzato da : “Verso il Kurdistan Onlus” di Alessandria

http://versoilkurdistan.blogspot.com/2010/07/viaggio-nel-kurdistan-turco-attraverso.html(resoconto verbale di Antonio Olivieri, 30 luglio 2010)

Nei dintorni di Hasankeyf la delegazione, il 29 luglio,è stata nei villaggi recentemente bruciati dall’esercito.Si tratta di villaggi che avevano già subito distruzioni molto tempo fa,di conseguenza non erano più abitati in modo stabile,tuttavia venivano utilizzati dalla popolazione nelle ore diurne per accudire ai lavori agricoli negli orti e campi circostanti;gli incendi non hanno solo colpito i villaggi, ma si sono propagatinei boschi e nelle coltivazioni limitrofe;i contadini hanno invano richiesto l’intervento dei vigili del fuoco,i quali si sono rifiutati di intervenire per spegnere gli incendi,sostenendo che la zona è pericolosa a causa della presenzadei militari e della guerriglia, nonché delle mine.

Più in dettaglio, la delegazione italiana ha visto il villaggio di Keçeli,a circa 2 ore di pulmino da Batman, e quello di Palamutlu,ed un testimone oculare ha raccontato di aver assistito all’incendioe di aver chiamato invano i pompieri di Batman;la stessa delegazione, durante il ritorno, ha attraversato una stretta gola ancora fumante.

cfr.: Günlük, 26.6.2010 – “BU HAL OHAL

http://www.gunlukgazetesi.net/haber.asp?haberid=95924

La situazione nella stessa Hasankeyf è pesantemente deteriorata:sono state poste delle cancellate metalliche all’ingresso della piccola valle laterale dove è ubicato l’abitato e dove inizia la salita pedonale alla collina che è sede della zona archeologica(nonché di elevato pregio paesaggistico),impedendo così l’accesso non solo ai visitatori ma alla stessa popolazione locale,che per i normali spostamenti della vita quotidianadeve ora fare deviazioni assai difficoltose(anche le autoambulanze non possono passare!).

Questo provvedimento è stato ufficialmente motivato come conseguenza del pericolo di crolli di frammenti della parete rocciosa (conseguenza in realtà di scavi archeologici che sono stati eseguiti in modo selvaggio),ma la popolazione denuncia il carattere del tutto pretestuoso di tali presunte motivazioni: la ragione reale è ben diversa: con tali grate metalliche, così come con gli incendi, si vuole spaventare la popolazione per indurla ad abbandonare la località in modo da lasciar via libera all’inizio dei lavori della costruzione della diga, e da sgombrare il campo a possibili reazioni di protesta.

Infatti la stessa delegazione ha potuto verificare che ormai si sta andando con celerità verso l’inizio dei lavori: la delegazione italiana è riuscita anche a recarsi (oggi 30 luglio) nella località di Ilisu, a valle, che è appunto il luogo dove verrà edificata la diga destinata a sommergere Hasankeyf (non c’erano infatti posti di blocco... solo guardie private):ad Ilisu essi hanno potuto vedere un intenso via vai di camion, i lavori di costruzione della superstrada e del secondo ponte, insomma, delle infrastrutture che preparano il terreno all’inizio della costruzione della diga vera e propria.

Ma prima ancora di queste esperienze la delegazione italiana, il 28 luglio, aveva potuto constatare a Diyarbakir il pesante clima di repressione e tensione che sta sempre di più calando sul Kurdistan.

I fatti di cui hanno avuto i resoconti negli incontri avuti, sono quelli ‘noti’ di questi giorni: come ha riferito una avvocatessa dell’IHD di Diyarbakır,a Bursa, l’aggressione ad un autista kurdo ha poi scatenato una caccia al kurdo da parte dei nazionalisti,che hanno dato alle fiamme negozi dei kurdi e la sede del BDP;a Istanbul una settimana fa sono stati arrestati 50 dirigenti del BDP,a Dörtyol il 27 luglio i Lupi Grigi hanno bruciato 120 negozi e 82 case di kurdi; ad Erzurum è stata attaccata l’auto del capogruppo parlamentare kurdo Selahattin Demirtaş.In una conferenza stampa di Diyarbakir a cui ha partecipato anche la delegazione,è stato riferito che negli ultimi otto mesi il numero di attentati effettuati ammonta ad una cinquantina.

Il responsabile provinciale del BDP di Diyarbakır Nijad Yanık ha interpretato questi avvenimenti come una conseguenza della scelta politica di respingere l’offerta di pace dei kurdi;

il quotidiano kurdo Günlük, il 29 luglio, nell’articolo con il significativo titolo: “Non giocate col fuoco!”

(ATEŞLE OYNAMAYIN)

http://www.gunlukgazetesi.net/haber.asp?haberid=98405

ha visto in tutto ciò una deliberata politica di ‘pogrom’ innescata volutamente con lo scopo di fomentare inimicizia tra la popolazione turca e quella kurda, come avviene anche quando si strumentalizza il dolore dei famigliari attorno alle bare dei soldati uccisi.

La delegazione italiana ha anche constatato direttamente che durante la manifestazione delle “Madri della Pace”, di Diyarbakır, a cui ha partecipato il 28 luglio,si sono svolti a più riprese scaramucce e scontri,e lo stesso è successo a Nusaybin mente la delegazionevi soggiornava ieri sera.

Uno degli aspetti rilevanti di questa ondata repressiva è l’attacco ai minorenni; l’avvocatessa Kezban Yılmaz,dirigente dell’IHD di Diyarbakır, ha fornito un quadro allarmante:dal 2006 ad oggi cinquemila ragazzi sono stati incarcerati e processati

Ai ragazzi che hanno protestato contro le uccisioni effettuate alcuni anni or sono ad Amara, luogo natale di Öcalan,in occasione dei festeggiamenti del suo compleanno, sono stati inflitti 13 anni di carcere.E le carceri dove i ragazzi sono rinchiusi sono luoghi disumani, senza alimentazione adeguata,senza igiene e senza assistenza sanitaria.


Cfr. sul quotidiano kurdo Günlük, il 28 luglio:

“Tutti i ragazzi siano lasciati liberi”

“Bütün çocuklar özgür kalsın”

http://www.gunlukgazetesi.net/haber.asp?haberid=98328


La delegazione italiana continua il suo viaggio,

verso est e verso Nord:

da Şırnak a Uludere, Hakkarı, Yüksekova, Van, Bostanici, Doğubayazit...

30 luglio 2010