L’avv. Omer Gunes ci riferisce che lo scorso mercoledì sono andati a colloquio con Ocalan sull’isola di Imrali . L’incontro è avvenuto , come al solito, in presenza dell’impiegato del Ministero della Giustizia che registra il colloquio , mentre una guardia carceraria ascolta ed osserva dalla porta tenuta aperta.
Le autorità carcerarie hanno tentato di regolamentare gli argomenti da trattare, pretendendo di vietare di parlare di politica, ma gli avvocati hanno rifiutato queste imposizioni.
Il Presidente ha raccontato che, dopo l’attacco dei guerriglieri alla caserma di Aktutun (Hakkari), ha subito dei maltrattamenti in cella. Prima le guardie carcerarie hanno messo a soqquadro la sua cella , lo hanno portato in un’altra stanza, preso per le braccia e costretto a terra. Inutili le sue richieste di rispetto della legge. Il Presidente ha detto:” ..al posto di questo, uccidetemi!” “non ti preoccupare lo faremo un giorno . . . questo è già previsto” hanno risposto le guardie, “quello che succede quì è per ordine dello Stato” hanno aggiunto.
Una vera e propria umiliazione!
La repressione nei suoi confronti si è aggravata nel corso di questi ultimi 5 anni, in dispregio alla sentenza della Corte di giustizia di Strasburgo, ove si condanna la Turchia per violazione dei diritti umani in merito al trattamento carcerario di Ocalan, accompagnata dall’invito a migliorarne le condizioni.
Di contro, la Turchia ha emesso leggi più repressive; dopo il 25.5.05 ha ridotto i tempi di visita per i familiari da 3 ore ad 1 ora, una volta per settimana in luogo delle due, ora che spesso non viene neppure autorizzata.
Dal 2005 ad oggi, Ocalan ha subito frequenti condanne ad isolamento . La sua cella è sotto iil controllo della telecamera 24 ore su 24 ore, la persecuzione continua in vari modi, anche aprendo e chiudendo rumorosamente, soprattutto in ore notturne, lo spioncino della porta, impedendo cosi’ il sonno del detenuto.
La finestra della cella è rivolta verso tre colline: su una c’è scritto ”prima la patria”, sulla seconda è disegnata una gigantesca bandiera turca, sulla terza appare la scritta ”tutti per la patria”; la finestra può essere tenuta, solamente, o totalmente aperta o totalmente chiusa; di notte, il detenuto si sente soffocare.
E’ l’unico detenuto dell’isola e, in un’area di 5 miglia, nessuno si può avvicinare. Il carcere è sorvegliato da 450 soldati, più 250 graduati e un numero imprecisato di soldati della marina; due piccole navi da guerra stazionano permanentemente intorno all’isola.
Gli avvocati potrebbero fare la visita in carcere una volta a settimana, ma spesso la direzione, con varie scuse, le impedisce. La media delle visite effettuate dagli avvocati è ridotta a circa una volta al mese.
E’ ugualmente preoccupante la diffusione di notizie false sulle condizioni di salute di Ocalan operate dal Ministero (e che si trovano sul suo sito web), al fine di creare tensione nel paese.
Comunque, a causa delle condizioni carcerarie, la situazione sanitaria di Ocalan si aggrava realmente.
Il Comitato Europeo contro la tortura (CPT) ha visitato più volte Ocalan, ( 4 volte, l’ultima il 20.5.2007) rilevando che il peggioramento delle condizioni della sua salute dipendono dall’ isolamento che oramai continua immotivatamente da 8 anni, subendo danni irreversibili alla sua salute sensoriale e psicologica.
Nel giugno 2008, i suoi carcerieri lo hanno rasato in testa contro la sua volontà.
Le condizioni di detenzione sono particolarmente gravi: mentre gli altri detenuti hAnno una televisione in cella, lui possiede solamente un apparecchio radio con una sola frequenza, riceve un giornale vecchio di una settimana/ quindici giorni, con censura di articoli sgraditi alle autorità; anche i libri che portano gli avvocati, spesso non gli vengono consegnati.
Ogni detenuto ha diritto a scegliere tre amici, oltre i parenti, per le visite, ma a Imrali questo per lui non è permesso.
Gli avvocati subiscono 13 perquisizioni per ogni visita, di cui 9 all’ingresso e 4 all’uscita; la direzione vieta loro, persino, di entrare con gli occhiali e non consente che portino il carteggio della difesa; quando riescono a prendere degli appunti, questi vengono regolarmente sequestrati. Dal 2005, venti avvocati del Collegio di difesa di Ocalan sono stati interdetti da Imrali.
Ad ogni visita le autorità inventano nuovi ostacoli.
Tutte le carceri fanno riferimento al Ministero della Giustizia, ma il carcere di Imrali dipende da una Unità di Crisi sotto il diretto controllo del Primo Ministro. Ciò è in aperta violazione delle leggi dello Stato che prevedono una autorizzazione ministeriale ririnnovabile per soli due semestri, mentre solamente nel caso specifico, questa situazione perdura da ben 10 anni!
Tutto questo non conosce eguali a livello internazionale.
Le autorità carcerarie hanno tentato di regolamentare gli argomenti da trattare, pretendendo di vietare di parlare di politica, ma gli avvocati hanno rifiutato queste imposizioni.
Il Presidente ha raccontato che, dopo l’attacco dei guerriglieri alla caserma di Aktutun (Hakkari), ha subito dei maltrattamenti in cella. Prima le guardie carcerarie hanno messo a soqquadro la sua cella , lo hanno portato in un’altra stanza, preso per le braccia e costretto a terra. Inutili le sue richieste di rispetto della legge. Il Presidente ha detto:” ..al posto di questo, uccidetemi!” “non ti preoccupare lo faremo un giorno . . . questo è già previsto” hanno risposto le guardie, “quello che succede quì è per ordine dello Stato” hanno aggiunto.
Una vera e propria umiliazione!
La repressione nei suoi confronti si è aggravata nel corso di questi ultimi 5 anni, in dispregio alla sentenza della Corte di giustizia di Strasburgo, ove si condanna la Turchia per violazione dei diritti umani in merito al trattamento carcerario di Ocalan, accompagnata dall’invito a migliorarne le condizioni.
Di contro, la Turchia ha emesso leggi più repressive; dopo il 25.5.05 ha ridotto i tempi di visita per i familiari da 3 ore ad 1 ora, una volta per settimana in luogo delle due, ora che spesso non viene neppure autorizzata.
Dal 2005 ad oggi, Ocalan ha subito frequenti condanne ad isolamento . La sua cella è sotto iil controllo della telecamera 24 ore su 24 ore, la persecuzione continua in vari modi, anche aprendo e chiudendo rumorosamente, soprattutto in ore notturne, lo spioncino della porta, impedendo cosi’ il sonno del detenuto.
La finestra della cella è rivolta verso tre colline: su una c’è scritto ”prima la patria”, sulla seconda è disegnata una gigantesca bandiera turca, sulla terza appare la scritta ”tutti per la patria”; la finestra può essere tenuta, solamente, o totalmente aperta o totalmente chiusa; di notte, il detenuto si sente soffocare.
E’ l’unico detenuto dell’isola e, in un’area di 5 miglia, nessuno si può avvicinare. Il carcere è sorvegliato da 450 soldati, più 250 graduati e un numero imprecisato di soldati della marina; due piccole navi da guerra stazionano permanentemente intorno all’isola.
Gli avvocati potrebbero fare la visita in carcere una volta a settimana, ma spesso la direzione, con varie scuse, le impedisce. La media delle visite effettuate dagli avvocati è ridotta a circa una volta al mese.
E’ ugualmente preoccupante la diffusione di notizie false sulle condizioni di salute di Ocalan operate dal Ministero (e che si trovano sul suo sito web), al fine di creare tensione nel paese.
Comunque, a causa delle condizioni carcerarie, la situazione sanitaria di Ocalan si aggrava realmente.
Il Comitato Europeo contro la tortura (CPT) ha visitato più volte Ocalan, ( 4 volte, l’ultima il 20.5.2007) rilevando che il peggioramento delle condizioni della sua salute dipendono dall’ isolamento che oramai continua immotivatamente da 8 anni, subendo danni irreversibili alla sua salute sensoriale e psicologica.
Nel giugno 2008, i suoi carcerieri lo hanno rasato in testa contro la sua volontà.
Le condizioni di detenzione sono particolarmente gravi: mentre gli altri detenuti hAnno una televisione in cella, lui possiede solamente un apparecchio radio con una sola frequenza, riceve un giornale vecchio di una settimana/ quindici giorni, con censura di articoli sgraditi alle autorità; anche i libri che portano gli avvocati, spesso non gli vengono consegnati.
Ogni detenuto ha diritto a scegliere tre amici, oltre i parenti, per le visite, ma a Imrali questo per lui non è permesso.
Gli avvocati subiscono 13 perquisizioni per ogni visita, di cui 9 all’ingresso e 4 all’uscita; la direzione vieta loro, persino, di entrare con gli occhiali e non consente che portino il carteggio della difesa; quando riescono a prendere degli appunti, questi vengono regolarmente sequestrati. Dal 2005, venti avvocati del Collegio di difesa di Ocalan sono stati interdetti da Imrali.
Ad ogni visita le autorità inventano nuovi ostacoli.
Tutte le carceri fanno riferimento al Ministero della Giustizia, ma il carcere di Imrali dipende da una Unità di Crisi sotto il diretto controllo del Primo Ministro. Ciò è in aperta violazione delle leggi dello Stato che prevedono una autorizzazione ministeriale ririnnovabile per soli due semestri, mentre solamente nel caso specifico, questa situazione perdura da ben 10 anni!
Tutto questo non conosce eguali a livello internazionale.