Gli scontri armati, ci dice, sono aumentati ed anche le morti.
Noi siamo molto preoccupati.
Dal 1999 al 2004, i guerriglieri hanno proclamato più volte il cessate il fuoco; il Governo non ha allora colto questa occasione.
Nel 2005 poi, Erdogan, arrivando a Diyarbakir, ha dichiarato che la questione kurda è un grande problema che lui vuole impegnarsi a risolvere.
A un anno da questo discorso del Primo Ministro, ci sono state le bombe ad Hakkari, Semdinli e Yuksekova.
A partire dal 2005, la Turchia ha interrotto la strada delle riforme avviate per il processo di ingresso nella UE. Nello stesso anno, è stata introdotta la riforma del codice penale con ben 14 articoli che limitano la libertà di associazione e di espressione; sono state inasprite le leggi antiterrorismo, sono aumentate le condanne ad esponenti di partito e a dirigenti delle associazioni dei diritti umani; nel 2007, è stata varata una nuova legge che estende i poteri delle forze di polizia. La questione kurda è stata ridotta a mera questione terroristica.
Non è così.
Da oltre un secolo il popolo kurdo lotta per i propri diritti: la prima rivolta kurda è avvenuta a Mossul già nel 1806, successivamente vi sono state altre 29 rivolte.
Molti i morti e continuano tutt’ora le violazioni. E’ sufficente osservare questi dati raccolti dall’IHD:
anno 2000 – 4.021 violazioni dei diritti umani
“ 2001 – 4.291 “ “
“ 2002 – 4.176 “ “
“ 2003 – 6.472 “ “
“ 2004 – 7.208 “ “
“ 2005 – 7.499 “ “
“ 2006 – 7.733 “ “
“ 2007 – 18.479 “ “
“ 2008 – 16.719 “ “ (primo semestre)
L’avv. Erbey riferisce che in questi giorni la situazione è peggiorata ulteriomente.
Le associazioni dei generali in pensione alimentano gli scontri tra turchi , kurdi, armeni e mussulmani. Anche all’ovest della Turchia, c’è il rischio di pericolosi pogrom contro i Kurdi, come avvenuto recentemente nella cittadina di Altinova.
La stampa e i media stanno alimentando una campagna di odio. L’esercito pretende dal Governo la proclamazione dello “stato di emergenza” nelle regioni del sud-est . Si vuole prolungare il periodo di custodia cautelare in carcere da 4 a 9 giorni, non consentire agli avvocati di parlare con i detenuti in custodia ( oggi i legali possono esercitare questo diritto dopo 24 ore dal fermo), aumentare i presidi dell’esercito.
I kurdi, al contrario, vogliono una nuova Costituzione (è ancora in vigore quella del colpo di stato del 1980); la possibilità di usare la lingua madre; il libero accesso alle trasmissioni televisive e radiofoniche; l’abolizione dei guardini di villaggio ( oggi sono ancora 60.000); la promulgazione di una amnistia generale.
Al contrario, il Governo fa il gioco delle tre scimmie: non vede, non sente, non parla. . .
Noi siamo molto preoccupati.
Dal 1999 al 2004, i guerriglieri hanno proclamato più volte il cessate il fuoco; il Governo non ha allora colto questa occasione.
Nel 2005 poi, Erdogan, arrivando a Diyarbakir, ha dichiarato che la questione kurda è un grande problema che lui vuole impegnarsi a risolvere.
A un anno da questo discorso del Primo Ministro, ci sono state le bombe ad Hakkari, Semdinli e Yuksekova.
A partire dal 2005, la Turchia ha interrotto la strada delle riforme avviate per il processo di ingresso nella UE. Nello stesso anno, è stata introdotta la riforma del codice penale con ben 14 articoli che limitano la libertà di associazione e di espressione; sono state inasprite le leggi antiterrorismo, sono aumentate le condanne ad esponenti di partito e a dirigenti delle associazioni dei diritti umani; nel 2007, è stata varata una nuova legge che estende i poteri delle forze di polizia. La questione kurda è stata ridotta a mera questione terroristica.
Non è così.
Da oltre un secolo il popolo kurdo lotta per i propri diritti: la prima rivolta kurda è avvenuta a Mossul già nel 1806, successivamente vi sono state altre 29 rivolte.
Molti i morti e continuano tutt’ora le violazioni. E’ sufficente osservare questi dati raccolti dall’IHD:
anno 2000 – 4.021 violazioni dei diritti umani
“ 2001 – 4.291 “ “
“ 2002 – 4.176 “ “
“ 2003 – 6.472 “ “
“ 2004 – 7.208 “ “
“ 2005 – 7.499 “ “
“ 2006 – 7.733 “ “
“ 2007 – 18.479 “ “
“ 2008 – 16.719 “ “ (primo semestre)
L’avv. Erbey riferisce che in questi giorni la situazione è peggiorata ulteriomente.
Le associazioni dei generali in pensione alimentano gli scontri tra turchi , kurdi, armeni e mussulmani. Anche all’ovest della Turchia, c’è il rischio di pericolosi pogrom contro i Kurdi, come avvenuto recentemente nella cittadina di Altinova.
La stampa e i media stanno alimentando una campagna di odio. L’esercito pretende dal Governo la proclamazione dello “stato di emergenza” nelle regioni del sud-est . Si vuole prolungare il periodo di custodia cautelare in carcere da 4 a 9 giorni, non consentire agli avvocati di parlare con i detenuti in custodia ( oggi i legali possono esercitare questo diritto dopo 24 ore dal fermo), aumentare i presidi dell’esercito.
I kurdi, al contrario, vogliono una nuova Costituzione (è ancora in vigore quella del colpo di stato del 1980); la possibilità di usare la lingua madre; il libero accesso alle trasmissioni televisive e radiofoniche; l’abolizione dei guardini di villaggio ( oggi sono ancora 60.000); la promulgazione di una amnistia generale.
Al contrario, il Governo fa il gioco delle tre scimmie: non vede, non sente, non parla. . .