sabato 15 marzo 2008

.

1.3.2008 – Incontro con il presidente dell’Ihd (diritti umani) di Diyarbakir, Ali Akinki


Il giorno successivo ci rechiamo all’ufficio dell’IHD, associazione per i diritti umani fondata nel 1986 da intellettuali curdi e della sinistra turca all’indomani del colpo di Stato. Hanno 15.000 membri in tutta la Turchia, 800 a Diyarbakir; è composta prevalentemente da avvocati. Il Presidente dell’ufficio di Diyarbakir è l’Avv. Ali Akinci.
Ci dice che nel 1997 l’IHD ha pubblicamente affermato che “il popolo curdo esiste”; il governo turco di tutta risposta ha chiuso per tre anni i vari uffici e da quel momento diversi membri dell’associazione sono stati misteriosamente assassinati. In nessun caso è stato preso l’assassino. Molti avvocati membri dell’IHD stanno subendo diversi processi a causa delle posizioni assunte sul rispetto dei diritti umani.
Tra questi, il presidente dell’IHD di Bingol, l’Avv. Ridvan Kizgin, che è stato condannato ad un anno e due mesi di prigione per aver pubblicamente denunciato le torture che le forze paramili tari turche praticano nei confronti dei contadini. A suo carico pendono venti processi e 97 inchieste.
Il Presidente dell’IHD di Bingol in ogni caso è fortunato. Il suo collega di Adana è stato ucciso dopo aver indetto una conferenza stampa nella quale ha accusato la polizia di aver assassinato un turco, militante di un partito di sinistra.
L’Avv. Ali Akinci ci informa che dal 1990 ad oggi più di quattromila villaggi curdi sono stati bruciati, evacuati e minati. Spesso i contadini tornano a visitare ciò che resta dei loro villaggi ed in diversi casi molte persone – frequentemente bambini – sono morti o feriti a causa delle mine. Il governo non ha mai informato la popolazione di aver minato i loro villaggi; l’IHD ha diffuso nelle scuole una brochure informativa, diffondendo le immagini e le caratteristiche delle mine. Anche per questo, alcuni suoi membri sono sotto processo.
Ci dice anche che proprio quella mattina si è recata presso il loro ufficio una donna che ha dichiarato di essere stata arrestata 4 giorni fa. Aveva con sé un rapporto medico che certifica che era stata torturata. Solo negli ultimi dieci giorni, hanno raccolto quaranta denuncie di torture subite da inermi cittadini, capitati nel posto sbagliato e nel momento sbagliato, vittime di retate casuali. Con l’unica colpa di essere curdi e, in alcuni casi, di aver partecipato ad un funerale di un guerrigliero del PKK.
Gli avvocati dell’IHD assistono legalmente le vittime delle torture, denunciano gli autori, che vengono sistematicamente assolti. La beffa atroce è che spesso i torturatori, una volta assolti, denunciano le loro vittime per diffamazione e queste vengono condannate a risarcire i danni morali. Alcuni di loro vengono puniti per aver osato tanto.