Dal 28 luglio all’8 agosto, l’Associazione “Verso il Kurdistan” di Alessandria, insieme allo UIKI Onlus di Roma, promuove una delegazione di conoscenza responsabile, di contatti e solidarietà in Alta Mesopotamia.
E’ il Kurdistan turco, che è vietato chiamare Kurdistan, un territorio bellissimo, oggi deturpato dalle rovine di 4.000 villaggi, dai posti di blocco, dai profughi di guerra che attendono il ritorno, dalle grandi dighe in costruzione sull’alto corso dei fiumi che furono culla dell’umanità, il Tigri e l’Eufrate.
Nel viaggio, incontreremo coraggiosi sindaci del partito filokurdo Dtp ( fondato
da Leyla Zana ed erede del Dehap), organizzazioni della società civile, associazioni dei profughi, dei detenuti politici, della cultura kurda, ingegneri che si battono contro i progetti devastanti delle grandi dighe.
Come sempre, saremo accolti da una rete fraterna ed ospitale di società civile. Vogliamo che sia un viaggio con occhi, mente e cuore aperti. Per abbattere i muri del silenzio.
Arrivando a Diyarbakir, si prosegue per Sirnak, ai piedi del Monte Cudi, una
città di 70 mila abitanti, che conta migliaia di profughi e sfollati, totalmente militarizzata. Da quando i babilonesi allevavano sui pascoli di queste montagne capre dal pelo lungo, la città e l’intera zona, fino a Siirt, sono rimaste famose per la produzione di particolari stuoie e tappeti.
A Sirnak, stiamo realizzando con la municipalità un progetto – progetto “Hevi” - che si propone di realizzare un presidio sanitario indirizzato in via prioritaria alle donne e ai bambini.
Da Sirnak si prosegue per Hilal, Eludere, Mutluca fino ad Hakkari, l’antica Merivan, una città fondata da una tribu’ kurda che qui si stabili’ 800 anni fa.
Hakkari, poca agricoltura, ancor meno commercio, eccezion fatta per i celebri tappeti Kilim che qui hanno una tradizione secolare, si trova in mezzo a montagne, vallate e gole mozzafiato, tra le piu’ belle della Turchia, se non fosse per l’onnipresente presenza militare.
E poi verso Semdinli, verso il confine iracheno, dove sono state smascherate le operazioni della “gladio” turca, foraggiata e sostenuta da alcuni generali dell’esercito turco, il cui scopo era quello di tener viva , attraverso provocazioni ed attentati, la guerra contro il Pkk. (si vedano i post del mese di novembre)
Sono tutte città care alla resistenza kurda, che vent’anni fa nacque proprio qui, nella regione montagnosa del Botan, dove confluiscono i confini artificiali fra Turchia, Iraq e Siria.
Da Semdinli, si prosegue per Van, sul lago omonimo, quasi un mare a 1.700 metri d’altezza, dalle isole ricche di storia. La città di Van fa risalire le sue origini leggendarie al gigante Gilgamesh e al diluvio universale e quelle storiche al regno di Urartu, quasi 4.000 anni addietro.
Legata alla municipalità di Van, c’è il comune di Bostanici, guidato da una coragiosa sindaca del Dtp, dove il Comune di Alessandria ha sostenuto e finanziato un progetto di un acquedotto per gli abitanti della cittadina.
Da Van si giunge a Dogubeyazit, la città dominata dal castello di Ishak Pasa, la sagoma grandiosa e senza tempo di uno scafo incagliato sulla riva di un mare di sabbia e terra, diversamente colorata, che si staglia dinnanzi all’Ararat.
Il sindaco della città è una combattiva operaia tessile del partito Dtp; qui è stato realizzato dalla Provincia di Ancona un importante progetto, la casa delle donne maltrattate di Dogubeyazit.
Dogubeyazit è la porta del Monte Ararat, il cui nome originario è Agri Dagi, Monte del dolore, un cono innevato che si alza per oltre 5.000 metri e dove, secondo la leggenda, sarebbe approdata l’Arca di Noè, dopo il diluvio universale.
Saliremo su questa montagna che è la montagna di tutti i kurdi…
Per concludere il viaggio, visiteremo le rovine di Ani, antica capitale dell’Armenia
e la città di Kars, dove, Ohran Pamuk, lo scrittore perseguitato dal regime turco per le sue coraggiose denunce sul genocidio armeno e sulla “sporca” guerra contro i kurdi, ha ambientato il suo romanzo piu’ noto, “Neve”.
Ritorno da Van ad Istanbul…
Appunti per il viaggio:
- appena possibile, seguirà un programma dettagliato del viaggio e degli incontri;
- il costo complessivo si aggira, come per lo scorso anno, intorno ai 1.000 euro;
E' prevista una quota di solidarietà di euro 50, da destinarsi ad un progetto.
E' consigliabile far avere la propria adesione entro il 15 giugno.
Arrivando a Diyarbakir, si prosegue per Sirnak, ai piedi del Monte Cudi, una
città di 70 mila abitanti, che conta migliaia di profughi e sfollati, totalmente militarizzata. Da quando i babilonesi allevavano sui pascoli di queste montagne capre dal pelo lungo, la città e l’intera zona, fino a Siirt, sono rimaste famose per la produzione di particolari stuoie e tappeti.
A Sirnak, stiamo realizzando con la municipalità un progetto – progetto “Hevi” - che si propone di realizzare un presidio sanitario indirizzato in via prioritaria alle donne e ai bambini.
Da Sirnak si prosegue per Hilal, Eludere, Mutluca fino ad Hakkari, l’antica Merivan, una città fondata da una tribu’ kurda che qui si stabili’ 800 anni fa.
Hakkari, poca agricoltura, ancor meno commercio, eccezion fatta per i celebri tappeti Kilim che qui hanno una tradizione secolare, si trova in mezzo a montagne, vallate e gole mozzafiato, tra le piu’ belle della Turchia, se non fosse per l’onnipresente presenza militare.
E poi verso Semdinli, verso il confine iracheno, dove sono state smascherate le operazioni della “gladio” turca, foraggiata e sostenuta da alcuni generali dell’esercito turco, il cui scopo era quello di tener viva , attraverso provocazioni ed attentati, la guerra contro il Pkk. (si vedano i post del mese di novembre)
Sono tutte città care alla resistenza kurda, che vent’anni fa nacque proprio qui, nella regione montagnosa del Botan, dove confluiscono i confini artificiali fra Turchia, Iraq e Siria.
Da Semdinli, si prosegue per Van, sul lago omonimo, quasi un mare a 1.700 metri d’altezza, dalle isole ricche di storia. La città di Van fa risalire le sue origini leggendarie al gigante Gilgamesh e al diluvio universale e quelle storiche al regno di Urartu, quasi 4.000 anni addietro.
Legata alla municipalità di Van, c’è il comune di Bostanici, guidato da una coragiosa sindaca del Dtp, dove il Comune di Alessandria ha sostenuto e finanziato un progetto di un acquedotto per gli abitanti della cittadina.
Da Van si giunge a Dogubeyazit, la città dominata dal castello di Ishak Pasa, la sagoma grandiosa e senza tempo di uno scafo incagliato sulla riva di un mare di sabbia e terra, diversamente colorata, che si staglia dinnanzi all’Ararat.
Il sindaco della città è una combattiva operaia tessile del partito Dtp; qui è stato realizzato dalla Provincia di Ancona un importante progetto, la casa delle donne maltrattate di Dogubeyazit.
Dogubeyazit è la porta del Monte Ararat, il cui nome originario è Agri Dagi, Monte del dolore, un cono innevato che si alza per oltre 5.000 metri e dove, secondo la leggenda, sarebbe approdata l’Arca di Noè, dopo il diluvio universale.
Saliremo su questa montagna che è la montagna di tutti i kurdi…
Per concludere il viaggio, visiteremo le rovine di Ani, antica capitale dell’Armenia
e la città di Kars, dove, Ohran Pamuk, lo scrittore perseguitato dal regime turco per le sue coraggiose denunce sul genocidio armeno e sulla “sporca” guerra contro i kurdi, ha ambientato il suo romanzo piu’ noto, “Neve”.
Ritorno da Van ad Istanbul…
Appunti per il viaggio:
- appena possibile, seguirà un programma dettagliato del viaggio e degli incontri;
- il costo complessivo si aggira, come per lo scorso anno, intorno ai 1.000 euro;
E' prevista una quota di solidarietà di euro 50, da destinarsi ad un progetto.
E' consigliabile far avere la propria adesione entro il 15 giugno.
Alessandria, li 16.05.2006 Associazione
Verso il Kurdistan Onlus
Rif. Telefonici:
Antonio tel. 335/7564743
Lucia tel. 0131/308233 (0rari d’ufficio)