martedì 10 gennaio 2006

INCONTRO CON LE FAMIGLIE IN AFFIDO


A cura dell’associazione
Verso il Kurdistan Onlus - Alessandria
Cari amici,
in occasione del nostro recente viaggio in Kurdistan, l'estate scorsa, siamo stati nelle città di Diyarbakir e di Siirt (regione del Botan), dove abbiamo incontrato gli attivisti delle associazioni dei familiari dei detenuti politici e dei martiri, ovvero Tuhad Fed e Sthay-Der (quest’ultima di Siirt), insieme ad alcune famiglie in affido da noi.

Qui sotto troverete le loro storie così come ce le hanno raccontate con grande generosità ed enorme dolore.

Storia di Sultan Sarac

Il marito entro’ nella guerriglia nel 1981 e venne ucciso nel 1986.
Ha cinue figli, tre figlie e due figli.
Di questi una figlia si e’ subito sposata.
Gli altri quattro figli hanno studiato in differenti citta’.
Uno dei figli lascio’ poi la scuola e divenne un diffusore di “Ozgur Gungem”, il giornale
filokurdo. Fu arrestato, piu’ volte torturato e tento’ anche il suicidio. Ora si trova in Eu-
ropa, in Belgio.
Anche un altro figlio lascio’ la scuola ed e’ diventato giornalista di giornali kurdi.
Fu anch’esso arrestato, torturato ed e’ divenuto pazzo. Riusci’ ad emigrare,
ora vive con l’altro fratello in Belgio.

Le altre due figlie si sono poi sposate trovando un impiego nella scuola.
Una figlia era una dirigente del MKM (Centro culturale della Mesopotamia) ed ha fatto parte del gruppo di “interpositori” contro la guerra.
E’ stata arrestata, torturata e, a seguito delle torture, e’ diventata sorda.
Durante gli scontri, scoppiati a gennaio di quest’anno a Siirt, questa ragazza e’ scomparsa.


Storia di Aliye Guglu

Il marito è in prigione per motivi politici, condannato a 36 anni di carcere (ergastolo).
Ha già scontato 11 anni.
Ha due figli, di cui una è presente: è spastica e non frequenta la scuola.
Il governo non riconosce loro la carta verde per l’accesso ai servizi sanitari.

Storia di Feyzi Yeaydin

Il marito è morto in montagna da 17 anni, durante la guerra.
Ha due figli, un figlio di 16 anni e una figlia di 19.
Entrambi vanno a scuola, ma, a causa delle difficoltà economiche, lei non riesce a soste-
nere le spese per la frequenza universitaria della figlia.
Da tempo, non paga né acqua, né elettricità, né affitto.
Il governo non vuole riconoscerle la carta verde per l’accesso ai servizi sanitari.

Storia di Husniye Sevilgen

Il marito è in prigione da 14 anni per motivi politici, per una condanna all’ergastolo che sta
scontando nel carcere di Siirt.
Ha una figlia di 16 anni.
Husniye e sua figlia vivono in casa d’affitto.
Il governo non riconosce loro la carta verde.
Nessuno si occupa di loro: l’unico aiuto che ricevono è quello dell’associazione.

Storia di Mevlide Olmez

Il marito è in carcere da 12 anni per motivi politici.
Lei è frequentemente ammalata. Ha pure un figlio di 6 anni ammalato, che non parla.
A causa delle difficoltà economiche non riesce a curarlo, né ad acquistare le medicine necessarie.
Non ha casa: vive un po’ dai genitori, un po’ dai parenti di suo marito.
Ha attraversato dei momenti molto difficili.
Il governo non riconosce loro la carta verde per l’accesso ai servizi sanitari.

Storia di Fatma Inan

Il marito è in prigione per motivi politici, condannato all’ergastolo.
Ha quattro figlie, la piu’ grande ha 14 anni.
Frequentano tutte la scuola.
La famiglia ha la carta verde per l’accesso ai servizi sanitari.
Svolge lavori saltuari.
La situazione economica della famiglia è particolarmente precaria.

Storia di Sabite Cayir

Un figlio è detenuto, per motivi politici, nel carcere di tipo F di Ankara, da 12 anni.
E’ stato condannato all’ergastolo.
Ha altri due figli : uno ha scontato tre anni di carcere e si è ammalato a seguito
delle torture subite; l’altro ha scontato otto mesi e poi è diventato un latitante per non dover effettuare il servizio militare.
Il marito è tuttora disoccupato, lei invece svolge lavoretti saltuari; d’estate prepara il pane che poi vende come ambulante per le strade di Diyarbakir.
Da due anni non ha la possibilità di visitare il figlio detenuto, in quanto non ha risorse economiche.
Il governo non riconosce loro la carta sanitaria per l’accesso ai servizi di base.

Storia di Azize Tuteli

Lei vive da sola con il nipote di 18 anni, iscritto all’università.
Sua nuora è morta durante uno sciopero della fame, fuori dal carcere.
Suo figlio, invece, è tuttora detenuto, con una condanna a 36 anni per motivi politici.
E’ stato catturato sulle montagne con i guerriglieri; oggi ha 38 anni e ne ha già scontati 12 in carcere.
Il governo non riconosce loro la carta verde per l’accesso ai servizi sanitari.

Storia di Ayse Bayram

Suo marito è in carcere condannato, per motivi politici, a 30 anni, di cui 13 già scontati.
Attualmente la famiglia è composta da quattro figli, oltre a lei; un figlio è invalido.
Solo una figlia lavora, in estate, durante la raccolta del cotone; e quella costituisce
l’unica rendita certa della famiglia.
La figlia ha fatto richiesta per la carta verde, ma tuttora non ha ancora ricevuto risposta.

Storia di Malise Kaya

E’ una profuga; il suo villaggio è stato bruciato dai militari e, durante la fuga, un figlio molto piccolo è morto per assideramento.
Attualmente ha sei figli, di cui tre femmine.
Suo figlio si trova nel carcere di tipo H di Antep, condannato a 30 anni, per ragioni politiche.
Sua nuora vive con lei; in totale sono sette che vivono sotto lo stesso tetto.
Si mantiene con piccoli lavoretti e con l’aiuto dei vicini del quartiere.
Non è in possesso della carta verde per l’accesso ai servizi sanitari.

Storia di Birsem Celik

Suo marito è rinchiuso in carcere da 11 anni, ne deve scontare altri 19, per motivi politici.
Lei vive con i suoi quattro figli; tutti e quattro vanno a scuola, il piu’ grande frequenta l’ultima classe del liceo.
Altri due figli - di 13 e 15 anni - svolgono piccoli lavoretti al mercato di Diyarbakir.
Il cognato riesce anche ad inviare, periodicamente, un piccolo aiuto economico in carcere.
La famiglia possiede la carta verde da due anni.


Note

La maggioranza dei detenuti politici tuttora in carcere sono stati condannati all’ergastolo
(pena massima 36 anni che, in caso di buona condotta, viene ridotta a 30 anni).
Per coloro che sono stati condannati per due volte all’ergastolo – ergastolo pesante – la
pena detentiva complessiva è di 40 anni di carcere.

Ai fini del rilascio della carta verde (tessera per i servizi sanitari), il governo demanda la decisione al vicino commissariato di polizia. Sono pertanto i poliziotti che, discrezionalmente, decidono
chi deve e chi non deve avere la carta verde per i servizi sanitari
!