sabato 13 agosto 2005

DERSIM: VIETATO IL MUNZUR FESTIVAL

Il 29 luglio, dopo il pernottamento a Diyarbakir, ci rechiamo a Dersim (nome ufficiale in turco Tunceli, "pugno di ferro") per partecipare, come delegazione italiana, al Munzur Festival, un importante festival di musica e cultura kurda che si tiene ogni anno in questo periodo. Quest'anno il festival è stato vietato dalle autorità militari. Anche nei nostri confronti si cerca di creare ogni tipo di complicazione: il nostro pullman viene fermato più volte lungo la strada per Dersim, con controlli passaporti che arrivavano a durare anche un'ora. Nonostante tutto, in serata, riusciamo a raggiungere Dersim. Alcuni esponenti locali del partito democratico filokurdo Dehap ci spiegano che la situazione è molto tesa e, per il giorno dopo (30 luglio), è prevista una manifestazione di protesta contro il divieto di tenere il festival. Il 30 luglio 2005 partecipiamo alla marcia della Federazione delle Associazioni del Munzur, volta a protestare per la costruzione di dighe nella provincia di Dersim e a 'salvare il fiume'. Siamo stati preceduti e seguiti da poliziotti in tenuta antisommossa, dotati di maschere antigas, blindati e cannoncini ad acqua. La manifestazione era aperta da Akim Birdal, storico attivista dei diritti umani in Turchia, e ha conosciuto alcuni momenti di tensione, specialmente all'inizio, quando la polizia avanzava in gran fretta e si temeva per possibili scontri con i manifestanti. Non e' escluso che la presenza di italiani abbia indotto le autorita', compreso il vicequestore (molto cordiale nei confronti di alcuni di noi), a sospendere qualunque intento repressivo. La marcia si e' poi conclusa sulle rive del fiume, senza incidenti. Al termine di essa con megafono rappresentanti della comunita' locale hanno ricordato il valore del fiume, soprattutto sacro per la popolazione alevita, e hannno detto che non intendono arrendersi alla costruzione di dighe e al fatto che alcune compagnie cercano oro nel fiume inquinandolo con l'utilizzo di cianuro di potassio. Successivamente ci siamo recati a Ovacik e poi alle sorgenti del Munzur, dove abbiamo notato quale grande attaccamento i kurdi aleviti mostrano verso il loro fiume e quanto sappiano essere ospitali nei nostri confronti. Nel pomeriggio i concerti, annullati a seguito della non autorizzazione del Festival, si sono tenuti comunque in una via cittadina inaugurata per l'occasione dal sindaco Songul Erol Abdil. I cantanti hanno tenuto brevi discorsi e intonato canzoni in zazaki,il dialetto kurdo locale. Erano presenti numerosi poliziotti che filmavano costantemente sindaco, cantanti e il pubblico. La popolazione ha comunque applaudito convinta le performances musicali. Oggi, prima di lasciare Dersim, abbiamo incontrato il sindaco per circa un ora. Ci ha spiegato che con i dieci trilioni annui di budget il comune non riesce a far fronte al problema grave degli sfollati dai villaggi circostanti. Soltanto il Ministero degli Interni ha competenza in materia e non fa quasi nulla per dotare di case e scuole gli ex abitanti dei villaggi.Il Comune deve pagare gli stipendi (78% del budget) e ripagare i debiti alla banca di stato, contratti per costruire infrastrutture. Si crea cosi' un circolo vizioso di indebitamento progressivo. La loro speranza di sviluppo turistico dell'area, che paesaggisticamente presenta delle risorse di notevole valore e bellezza, e' vanificata dalla mancanza di investimenti che dipendono totalmente dal Ministero del Turismo. Il perpetuarsi di scontri armati (la sindaca si e' dichiarata totalmente contraria all'uso delle armi, anche per la semplice caccia di selvaggina nei boschi) e della situazione di conflitto strozza qualunque prospettiva di sviluppo turistico. Il loro impegno politico, del resto, e' necessariamente concentrato sul problema della costruzione di dighe (3 progetti gia' avviati, il principale a Konaktepe; 8 dighe complessive nell'intera provincia), destinate anche a distruggere il Parco Naturale nazionale dell'area. Le compagnie, turca, austriaca e statunitense, investono unicamente per la costruzione delle dighe e non si curano delle infrastrutture, che restano in pratica a carico del solo comune, che ha scarsi mezzi economici come gia' detto (per esempio, nuove strade al posto di quelle inondate).
L'alto costo delle costruzioni fa capire che unico scopo delle dighe e' quello di costringere la popolazione a migrare verso le grandi citta 'turche', per meglio consentire l'assimilazione, soprattutto dei bambini in tenera eta'. Nessuno programma di aiuto e' previsto per chi ha avuto il proprio villaggio distrutto o inondato.
Erol Abdil ha infine sottolineato che si sta formando una comitato, formato da IHD, Baro di Dersim, Associazione degli Scrittori e Intellettuali dell'area del Munzur, KESK in rappresentanza di tutti i sindacati del paese, che domani incontreranno il preffetto locale e gli diranno di essere disponibili a prendere in consegna dai guerriglieri il soldato da loro tenuto da inizio luglio come prigioniero di guerra.
Giovanni Caputo