28 settembre 2024 Arriviamo a Baghdad alle 8 di un caldo mattino di fine estate. Fuori dall'aereoporto ci aspettano tre auto con autisti che ci porteranno fino a Mosul, la ex capitale del califfato dell'ISIS, attraverso una strada superaffollata di vetture di ogni tipo, furgoni, camion strombazzanti, carretti, interrotta da frequenti lavori di rifacimento e ripristino; tutt'intorno, una campagna arsa dal sole, senza alberi, senza acqua e senza vita, una distesa di montagnole di nuda terra incoltivata. Correvano ai due lati della strada file di box trasformati in negozi di frutta e verdura, officine meccaniche, gommisti. Finalmente, dopo oltre 450 chilometri arriviamo a Mosul. E' ancora presto, aspettiamo. Poco piu' tardi arriva un pulmino e una vettura che ci caricano - stipati all'inverosimile - direzione Shengall. Un ulteriore viaggio di 140 chilometri dall'esito incerto. Il viaggio e' un incubo, tra strade dissestate, ben 21 posto di blocco presieduti da disparate milizie, un caldo insopportale. Finalmente alla sera alle 21, dopo svariati stop ai posti di blocco per improbabili ragioni di sicurezza, arriviamo a Shengal. Si mangia quel che c'e', si beve, si fuma e si fanno due chiacchiere. Domani giornata faticosissa, per cui alzarci presto. Presidio Permanente di Castelnuovo Scrivia