mercoledì 2 giugno 2021

Dalla delegazione in Iraq (continua)

Da Lucia Giusti

30 maggio - Report della delegazione italiana in Iraq 

Sinjar City 
Davanti ai nostri occhi, un panorama di rovine. L'intero centro antico di Sinjar completamente raso al suolo dalla furia distruttrice di Daesh e dai successivi bombardamenti. Due antiche chiese completamente rase al suolo, solo una croce per identificarle. Un ragazzo, che ci accompagna, ricorda la resistenza casa per casa contro l'avanzata dei jiadisti, i morti e i feriti.
A Sinjar city, prima dell'occupazione di Daesh, vi abitavano 100 mila persone, mentre in tutta l'area, la popolazione ammontava a 450 mila. Oggi, con il progressivo ritorno delle famiglie, siamo a 250 mila. Oltre agli yazidi, stanno tornando sciiti, turcomanni e pochi cristiani, mentre non tornano gli arabi sunniti, molti dei quali compromessi con il Daesh.

Incontri con l'amministrazione della citta', con i rappresentanti dell'assemblea popolare e con il movimento delle donne

Impossibile riportare ogni cosa emersa dagli incontri. Si e' discusso di autogoverno, autodifesa, democrazia dal basso e di genere, ricostruzione e ripresa della vita sociale, cura delle "ferite" delle donne, accordo di Baghdad del 9 ottobre tra governo regionale del Kurdistan e governo centrale iracheno che pone una pesante ipoteca sul riconoscimento dell'autogoverno e della societa' yazida, richiesta di sostegno al
la comunita' internazionale.

Girzerik e Tel Iser

La giornata di ieri si e' conclusa con la visita a due villaggi distrutti: Girzerik e Tel Izer.
Girzerik e' stata una citta' di 25 mila abitanti prima dell'arrivo di Isis. Durante l'assedio, i cittadini hanno resistito per otto ore all' occupazione, poi si sono arresi: gli uomini sono stati uccisi e sepolti in una fossa comune non ancora svelata, mentre le donne sono state rinchiuse in un palazzotto - prigione di Tel Izer.
L'intenzione dell'amministrazione autonoma e' quella di ricostruire e far tornare le famiglie alle proprie case.
A Tel Izer abbiamo visto la casa - prigione dove tenevano rinchiuse le ragazze destinate ad essere vendute come schiave sessualità o date in matrimonio ai jiadisti. Contro un muro, una freccia indicava la direzione della Mecca, verso la quale le ragazze dovevano rivolgersi a pregare, pur non essendo mussulmane. Sono state liberate il 30 maggio 2017 dalle forze di autodifesa di Shengal.
Prima dell'arrivo di Daesh c'erano oltre 16 abitanti a Tel Izir, oggi il villaggio e' totalmente disabitato.
Un silenzio spettrale e una desolazione infinita avvolge come un sudario le case distrutte.

31 maggio - Incontro per il progetto dell'ospedale di Tel Izir

Sì e' discusso con i rappresentanti dell'Ospedale del progetto di Tel Izer, un villaggio
[5/31, 21:04] Lucia Giusti Verso il Kurdistan: (continua) 31 maggio - Incontro per il progetto dell'ospedale di Tel Izer

Sì e' discusso con i rappresentanti del Comitato promotore della Sanità ' del progetto dell'ospedale di Tel Izer. L'ospedale e' in fase di realizzazione, vista l'emergenza sanitaria in Shengal. Pensano di concludere i lavori entro il prossimo trimestre.
Da parte nostra, abbiamo ribadito l'impegno e invieremo una prima tranche tramite Mezzaluna Rossa, a fronte della consegna delle pezze giustificative delle spese sostenute.
Abbiamo consegnato un migliaio di mascherine forniteci da Staffetta sanitaria.
Al termine, siamo andati sul posto per verificare l'avanzamento dei lavori.