venerdì 15 maggio 2020

Progetto Makhmour

Aiutiamo il progetto dell’Hevi Center del campo profughi di Makhmour

Scrive Benedetto Saraceno, direttore dal 1999 al 2010  del Dipartimento di Salute Mentale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità MS per la salute mentale: «Nessun individuo è “portatore di un handicap”, ma ogni individuo che ha una disabilità incontra un determinato contesto che gli impone un determinato handicap, ossia che determina il grado delle sue limitazioni. Così come l’assenza di una tastiera Braille in un ascensore o l’eccessiva altezza di un gradino d’accesso a un mezzo di trasporto pubblico rappresentano l’handicap ambientale che si aggiunge ad aggravare una disabilità, in modo analogo l’assenza di un programma abitativo per una persona con una disabilità mentale severa rappresenta l’handicap ambientale aggiunto alla disabilità di quella persona».
L’handicap quindi non appartiene alla persona, ma alla comunità. Che può favorire o contrastare il superamento delle barriere, di ogni ostacolo, nel percorso verso i diritti, la libertà, l’autonomia.
Vi sono società, anche e soprattutto ricche, così individualiste da risultare sorde alla valorizzazione delle persone con disabilità. E vi sono società così povere in cui le domande, la volontà e i desideri di emancipazione sono compresse da condizioni di precarietà estrema.
Il campo di Makhmour è tra queste: insegnanti, educatori e bambini/ragazzi con disabilità lavorano insieme, per costruire un presente e un futuro dignitosi.
Lo fanno con un forte impegno, ma anche con pochi o nessun mezzo.
Desideriamo e possiamo aiutarli.
Sia sul piano economico, con un aiuto ad ogni singola famiglia di 370 euro per le cure mediche. Impegno che deve durare almeno 1 anno  rinnovabile e di cui l’associazione si fa garante per la consegna .

L’importo si può versare in unica soluzione o in 2 versamenti semestrali
Sul conto Verso il Kurdistan odv IBAN:  IT17 Q030 6909 6061 0000 0111 185

Sia con gli aiuti in supporti didattici, educativi, ricreativi.
Sia sul versante dell’interscambio di idee e progetti per l’autonomia.
Contribuiamo alla resistenza tenace del campo di Makhmour come esempio di condivisione sociale, anche a distanza.

Trovate qui sotto, tradotta, la richiesta della direzione dell’Hevi Center
Progetto di cooperazione e aiuto per bambini con sindrome di Down e autismo.
Luogo: Campo per rifugiati di Makhmour, Iraq/Mosul, distretto Makhmour
Numero di bambini: 30
Scopo: Aiuto, riabilitazione, educazione
Bisogni: Centro, strumentazione medica, materiale educativo, medicine, medici,psicologi.

Il campo per rifugiati di Makhmour ha una popolazione di oltre 13.000 persone. Gli abitanti del campo provengono dalle montagne del Botan, in Turchia: dopo le violenze da parte dello Stato turco, con l’incendio dei villaggi e gli attacchi indiscriminati, fisici e culturali nel 1994, sono stati costretti a lasciare il loro paese d’origine, a lasciare le loro case e a migrare in Iraq, Kurdistan del sud. A causa della condizione di guerra, fino ad ora hanno cambiato sette campi.
Da anni si trovano a Makhmour, un campo in mezzo al desertoottenuto dall’UNHCR, agenzia dell’ONU, situato nel triangolo tra Ninive, Kirkuk ed Erbil.
A causa della durezza (severità) della vita dopo venticinque anni di migrazioni, molte malattie si sono diffuse tra queste persone. A causa della carenza dei servizi sanitari, non è possibileper molte malattie fare efficacemente prevenzione. Per questo alcune di esse hanno minacciato seriamente il campo. La situazione nella regione e nel campo è correlata alla situazione in Iraq e non c’è stata la possibilità di garantire la sicurezza in quest’area. In particolare, con la presenza dell’organizzazione terroristica dell’ISIS, la sicurezza nella regione è completamente spezzata e alcune organizzazioni dei diritti umani e di volontariato che hanno portato aiuto in passato, adesso se ne sono andate o hanno scarsa efficacia. In particolare, dopo il 2014, quando Daesh (Isis) è stato cacciato dalla zona dopo l’occupazione del campo, l’UNHCR non è più tornata.
Ora c’è una condizione generale di insalubrità, che cerchiamo di arginare e superare: il nostro obbiettivo specificoè di specializzarci rispetto a un gruppo di bambini, ragazzi e ragazze, che ha raggiunto le trenta persone. Sono presenti soprattutto persone con sindrome di Down e con forme di autismo.
Sono rifugiati e come pazienti non possono permettersi cure mediche e il diritto a medici specialisti. Questi bambini passano il loro tempo principalmente nelle strade e in casa: in questo modo sono allontanati per la maggior parte del tempo dai loro diritti basici. Così non hanno nessun tipo di accompagnamento sanitario, psicologico, educativo o di vita. Siccome anche la società e le famiglie non hanno un livello di educazione elevato, si trovano in difficoltà con questi bambini. Molti parenti hanno un basso livello di scolarizzazione. Ciò è un grave problema rispetto alla crescita e allo sviluppo dei loro figli. Questi bambini vivono in famiglie in difficoltà e sono stati spesso traumatizzati dalla guerra.
Inoltre, molti presentano patologie cardiache, asma, disturbi uditivi e disturbi visivi. Per alcune di queste malattie, sono necessarie medicine per la cura. Peraltro, la situazione finanziaria di queste famiglie non è buona e non hanno la possibilità di acquistare i medicinali. A causa della condizione politica ed economica e della situazione dei richiedenti asilo non ci sono possibilità di assicurare a queste famiglie i benefici dei servizi pubblici in uno Stato come l’Iraq attuale: i problemi istituzionali e il governo portano alla privazione delle opportunità minimedi vita per questi bambini, per ragioni identitarie, politiche ed etniche. Attualmente vi sono comunque personeimpegnate nell’educazione e nell’assistenza sanitaria.
Per lasituazione politica, economica e securitaria, non vi sono però possibilità di aprire un centro per questo scopo. In aggiunta,qui la situazione è totalmente imprevedibile. La regione negli ultimi anni si trova in uno stato di grave crisi economica e il sistema educativo e sanitario sono stati danneggiati. Attualmente non vi sono aiuti da parte del governo. In particolare, a seguito del Referendum per l’Indipedenza dei Curdi nel Kurdistan, la sovranità governativa centrale ha imposto un embargo al popolo curdo. Quindi le istituzioni come l’UNHCR,l’UNICEF e Qandil, che sono state responsabili dei campi di rifugiati – poiché il campo ha un’identità etnico-politica - dopo l’arrivo e la cacciata dell’ISIS (2014), se ne sono andati e non sono più tornati. Perciò vi è una mancanza di medicine e servizi, per cui abbiamo una crisi umanitaria.
Nonostante la situazione, abbiamo costruito alcun proposte e progetti per l’aiuto di questi bambini e le cure mediche:
    1. Costruzione (preparazione) di un centro educativo e sanitario per questi bambini.
    2. A questo scopo, raccogliamo donazioni o aiuti per costruire il suddettocentro riabilitativo.
    3. Lavorano sette psicologi su questo progetto, come volontari. Sono abitanti del campo che hanno studiato e non ricevono alcun riconoscimento economico.
    4. Per le terapie è necessaria un aiuto anche economico.
    5. Per il centro c’è bisogno di tutti i materiali educativi e degli strumenti necessari.
Abbiamo descrizioni e disegni relativi al progetto: se necessario possiamo inviare tutte le informazioni e i dettagli. Non abbiamo problemi di spazi per costruire ma ci sono seri problemi per quanto concerne la questione dei materiali e dei finanziamenti. Su queste basi ci piacerebbe se poteste aiutarci nello sviluppo di questa campagna d’aiuto per bambini con autismo e sindrome di Down. Per adesso grazie per tutto il supporto, la guida, i materiali, le donazioni e gli sforzi che avete fatto venendo al campo.


Cordiali saluti, la direzione dell’Hevi Center                        Makhmour, ottobre 2019