La nostra ninna-nanna è il fragore delle bombe
(dedicata a Mahsun Encu, ucciso dalle bombe di Roboski)
Quando ero ancora in
fasce,
mi addormentavo con la
ninna-nanna della mia mamma,
ora il mio sonno è
accompagnato dal fragore delle bombe.
Un angelo della morte,
Azrali,
è arrivato in un tempo
inaspettato.
Ci hanno ucciso senza
pietà,
mio padre mi ha portato
in spalle fino al villaggio,
ci hanno messi in fila
sulla neve;
mia mamma ha
abbracciato il mio corpo,
ma il suo abbraccio non
è stato sufficiente a riscaldarmi.
Ho freddo, il mio corpo
è di ghiaccio.
Cara mamma, questo è
il nostro ultimo incontro: abbracciami forte,
riscaldami con il
calore del tuo corpo.
Che cosa sono quei
segni viola sul mio corpo?
La morte è così
triste,
i miei sogni si sono
interrotti,
mi hanno messo in una
fredda bara,
mi hanno avvolto con un
telo bianco.
Non immaginavo questa
separazione,
la morte è arrivata
all’improvviso
ed ora è tempo di fare
un rendiconto della mia breve vita.
Ecco, io parto ora,
mi hanno messo nella
tomba,
mi hanno coperto con la
sabbia,
ora sono solo, non c’è
più nessuno,
non c’è mia mamma,
non c’è mio papà,
non ci sono i miei cari
accanto a me.
Cara mamma, non ho
potuto abbracciarti per un’ultima volta,
mi aspetterai, ma tuo
figlio non ritornerà.
Tuo figlio non potrà
più abbracciarti.
Ti aspetterò quando
visiterai la mia tomba,
la tua preghiera mi
salverà.
Vieni sempre mamma,
ti aspetterò fino alla
fine del tempo
(scritto da Rihon Encu,
mamma di Mahsun Encu)
MIO ANGELO
(dedicata al martire di Roboski, Husnu Encu)
Mio carissimo,
non ho potuto
annusarti,
non ho potuto sentito
il tuo odore,
ci hanno separati due
mesi prima che tu nascessi.
Sono stato molto vicino
a te
ancor prima della tua
nascita.
Con la tua mamma,
ti abbiamo aspettato
per tanti anni.
Sei arrivato
all’improvviso,
ti ho aspettato con
speranza,
ma non ti potrò
abbracciare.
Hanno distrutto i
nostri sogni,
da molti anni aspettavo
un angelo,
ma l’angelo che
aspettavo non era Azral.
Quando ancora ti
aspettavo,
è arrivato l’angelo
della morte
ed ha preso la mia vita
prima che diventassi papà.
Non potrò vedere i
tuoi primi passi,
non vedrò il tuo primo
sorriso,
non sentirò il tuo
primo pianto.
Non vedrò il momento
in cui mi chiamerai,
con la tua voce da
infante, “papà”.
Aprirai i tuoi occhi
sul mondo senza babbo,
come il nostro Profeta.
Né tu potrai conoscere
il mio sentimento d’amore per te,
né io potrò sentire
quello di mio figlio.
Per un bidone di
gasolio hanno bruciato tuo papà carissimo,
ti hanno fatto
diventare orfano, prima ancora che tu fossi nato.
Lascio questo mondo,
luogo abitato da gente
crudele.
Ho aspettato per molti
anni un angelo,
ma l’angelo che ho
aspettato non era l’angelo della morte, Azral.
Ti ho aspettato, ma
Azral è arrivato prima di te.
Sei in ritardo per il
tuo babbo carissimo,
ora le campanelle della
separazione risuonano,
il vento che ci
dividerà, è arrivato all’improvviso.
Non ti ho mai visto,
figlio mio diletto,
ma il tuo babbo ti ha
amato molto, mio angelo.
(scritto da Narin,
moglie di Husnu Encu)