lunedì 5 gennaio 2015

La nostra ninna-nanna è il fragore delle bombe

(dedicata a Mahsun Encu, ucciso dalle bombe di Roboski)



Quando ero ancora in fasce,
mi addormentavo con la ninna-nanna della mia mamma,
ora il mio sonno è accompagnato dal fragore delle bombe.

Un angelo della morte, Azrali,
è arrivato in un tempo inaspettato.

Ci hanno ucciso senza pietà,
mio padre mi ha portato in spalle fino al villaggio,
ci hanno messi in fila sulla neve;
mia mamma ha abbracciato il mio corpo,
ma il suo abbraccio non è stato sufficiente a riscaldarmi.
Ho freddo, il mio corpo è di ghiaccio.

Cara mamma, questo è il nostro ultimo incontro: abbracciami forte,
riscaldami con il calore del tuo corpo.
Che cosa sono quei segni viola sul mio corpo?

La morte è così triste,
i miei sogni si sono interrotti,
mi hanno messo in una fredda bara,
mi hanno avvolto con un telo bianco.

Non immaginavo questa separazione,
la morte è arrivata all’improvviso
ed ora è tempo di fare un rendiconto della mia breve vita.

Ecco, io parto ora,
mi hanno messo nella tomba,
mi hanno coperto con la sabbia,
ora sono solo, non c’è più nessuno,
non c’è mia mamma, non c’è mio papà,
non ci sono i miei cari accanto a me.

Cara mamma, non ho potuto abbracciarti per un’ultima volta,
mi aspetterai, ma tuo figlio non ritornerà.

Tuo figlio non potrà più abbracciarti.
Ti aspetterò quando visiterai la mia tomba,
la tua preghiera mi salverà.

Vieni sempre mamma,
ti aspetterò fino alla fine del tempo

(scritto da Rihon Encu, mamma di Mahsun Encu)





MIO ANGELO (dedicata al martire di Roboski, Husnu Encu)


Mio carissimo,
non ho potuto annusarti,
non ho potuto sentito il tuo odore,
ci hanno separati due mesi prima che tu nascessi.

Sono stato molto vicino a te
ancor prima della tua nascita.

Con la tua mamma,
ti abbiamo aspettato per tanti anni.

Sei arrivato all’improvviso,
ti ho aspettato con speranza,
ma non ti potrò abbracciare.

Hanno distrutto i nostri sogni,
da molti anni aspettavo un angelo,
ma l’angelo che aspettavo non era Azral.

Quando ancora ti aspettavo,
è arrivato l’angelo della morte
ed ha preso la mia vita prima che diventassi papà.

Non potrò vedere i tuoi primi passi,
non vedrò il tuo primo sorriso,
non sentirò il tuo primo pianto.
Non vedrò il momento in cui mi chiamerai,
con la tua voce da infante, “papà”.

Aprirai i tuoi occhi sul mondo senza babbo,
come il nostro Profeta.

Né tu potrai conoscere il mio sentimento d’amore per te,
né io potrò sentire quello di mio figlio.

Per un bidone di gasolio hanno bruciato tuo papà carissimo,
ti hanno fatto diventare orfano, prima ancora che tu fossi nato.

Lascio questo mondo,
luogo abitato da gente crudele.

Ho aspettato per molti anni un angelo,
ma l’angelo che ho aspettato non era l’angelo della morte, Azral.
Ti ho aspettato, ma Azral è arrivato prima di te.

Sei in ritardo per il tuo babbo carissimo,
ora le campanelle della separazione risuonano,
il vento che ci dividerà, è arrivato all’improvviso.

Non ti ho mai visto, figlio mio diletto,
ma il tuo babbo ti ha amato molto, mio angelo.


(scritto da Narin, moglie di Husnu Encu)