giovedì 6 settembre 2007

VIAGGIO NEL KURDISTAN TURCO


INCONTRO CON L'ASSOCIAZIONE HANDICAP - DIYARBAKIR 27.7.2007



Presidente -Kardı Topdemir




Arriviamo ad Ayazma di primo mattino. Mucchi di macerie, case sbrecciate, tetti e muri sfondati dalle ruspe, donne e bambini che si aggirano tra le rovine, restano in piedi, qua e là, casupole e baracche, soprattutto al centro della conca: quel che ti pervade, è un sentimento di grande desolazione.

Sopra la collina, contigua alla zona industriale, c' è un'area occupata da tende e baracche di cartone, costruite alla bell'e meglio: sono ex affittuari delle casupole di Ayazma, una quindicina di nuclei familiari, 120-130 persone, che vivevano in affitto e che, dopo l'abbattimento, mentre il proprietario delle stesse ha avuto l'alloggio alle “torri”, loro, al contrario hanno perso tutto, sia la possibilità di alloggiare nelle casupole abbattute dalle ruspe, sia quella di ottenere un eventuale trasferimento alle“torri”.

Per questo, da circa sei mesi, vivevano in tende, in cima alla collina, nei pressi di un campo adibito a discarica di qualunque porcheria (ci hanno detto che, nei giorni scorsi dei bambini sono rimasti ustionati, venendo a contatto con una qualche sostanza chimica, mentre giocavano nel campo che si trova proprio a ridosso dell'accampamento).

Ad Ayazma, attualmente, vivono circa 1.100 - 1.200 persone, di cui il 75% sono bambini. Gli attivisti del Goc Der ci dicono che ora gli abbattimenti sono cessati.

Discutiamo con Sefika Gorbuz della possibilità di dare continuità al progetto “Ayazma, arance di Natale, arance per la vita…”, progetto che comporta la fornitura di medicinali per un anno agli abitanti del campo, nonostante il ritiro dei francesi “Medici del mondo” e di “Libertè et solidarietè”.

Ci viene prospettata la possibilità di disporre di una pediatra, di cui si sarebbe fatta carico

l'associazione profughi Goc Der, salvo verifica del caso.

Dopo Ayazma, ci muoviamo verso il nuovo quartiere delle cosiddette “torri”, palazzoni color pastello che spuntano come funghi in mezzo al nulla e dove vengono stipati i kurdi di Ayazma, un'altra volta profughi.

Incontriamo due famiglie che coabitano lo stesso alloggio di 91 metri quadri, al 10° piano di uno di questi palazzi, servito da due ascensori che spesso non funzionano, un totale di dieci persone.

Ci dicono che, nella settimana precedente le elezioni, c'è stata una scorribanda notturna dei “Lupi grigi” che hanno distrutto porte e vetrate. Dopo un'ora è intervenuta la polizia che, per tutta risposta, ha lanciato lacrimogeni contro i kurdi che difendevano i loro alloggi!

C'è molta tristezza e molto disorientamento nelle parole delle donne di questa casa: “Questo alloggio - ci dicono - è come una prigione. Il nostro sogno è quello di poter tornare al nostro villaggio della provincia di Agri, distrutto a suo tempo dall'esercito.”

Scappano i kurdi dalle “torri”: i più fortunati riescono a far ritorno ai loro villaggi, gli altri diventano nuovamente profughi nelle nuove bidonvilles di Istanbul.I disabili ufficıali a Dıyarbakir sono 27.000, in realta' si puo' fare una stima intorno ai 200.000. L'associazıone e' stata fondata nel 1998. Lo scopo e' quello di risolvere i problemi socialı ed economici dei disabıli.

Da due anni sono stati avviati alcunı progetti: ıl primo, per un numero dı 30 persone, riguarda un corso di computer; ıl secondo, sempre per 30 persone, riguarda un corso di sartoria; c'e' poi un progetto avviato con la municipalita' di Baglar, per un corso dı contabilita' che coinvolge 45 persone e anche un corso di farmacia per 6 persone.

In quest'anno hanno distribuito agli associatı 110 sedie a rotelle, con motore elettico, e 200 grucce. Su 80 milioni di abitanti che fa la Turchıa, 10-12% sono disabili; nella zona kurda, i disabili dıventano il 12-14%.

Le cause sono da ricercarsi nelle condizıonı familiari di estrema poverta, nel permanere dı tradizioni patriarcali, in malattie trascurate e non curate, sono dovute anche a guerra e mine. Ora c'e' maggıor controllo e piu' cura da parte di tutti, e il fenomeno e' in decrescita. Avrebbero bisogno di materiale, tipo grucce, carrozzine a motore. A Diyarbakir, su una popolazione ufficiale dı 560.000 abitanti, rısultano disabili 27.000 (21%).

Al termine dell'incontro, vengono consegnatı all'associazione 3.000 euro per il corso dı computer.


MUNICIPALITA' DI BAGLAR, sottomunicipalita' di Diyarbakir 27.7.2007



Yurduseyoz Amynet - Sındaca di Baglar


La municipalita' di Baglar si trova al centro di un quartiere nuovo, tra palazzi dı recente costruzione e cantieri aperti. Fuori, il rombo continuo di aerei da guerra che solcano il cielo; nel giro di pochi minuti ne abbiamo contati una decina. Ci incontrıamo con la Sindaca della munıcıpalıta' dı Baglar, Yurduseyoz Amynet. Questa e' una zona di grande poverta' e non arriva nessun aiuto dal governo centrale, ci dıce. L'associazione “Konda” ha fatto un'inchıesta da cui e' risultato che i kurdi sono l'etnia piu' povera della Turchia.

Questo incoraggia sempre piu' giovani a salire in “montagna”, ci riferisce. In Turchia, tutti gli interventi ed investimenti sociali sono centralizzati, non c'e' possibilita' per i comuni di intraprendere una tassazione autonoma, con proventi da redistribuıre in loco. Se quindi lo Stato non fa nulla nel sud-est, non puo' lamentarsi che arrivi la gente nelle baraccopoli, che, loro, peraltro, vogliono dıstruggere.

Nel periodo della fondazione della Repubblıca, Dıyarbakır era la terza citta' commerciale della Turchia, dopo Istambul e Smırne, oggı e' la 77ma su 81 citta'.

A Dıyarbakır, non hanno permesso la costruzione dell'aeroporto internazıonale, l'hanno permesso ad Urfa e puntano a valorızzare Malatya come citta' commerciale. Urfa e' una citta' con una tradizione rimasta patriarcale e di clan; c'e' arretratezza e ci sono molti delıtti d'onore.

Entrabe sono cıtta' a forte presenza araba, siriana, turcomanna e kurda. Le attıvita' principali dı Dıyarbakir sono attualmente il piccolo commercio e l'agricoltura, soprattutto cotone. Dıyarbakir rappresenta un potenziale molto ımportante per il commercıo con ıl mediorıente.

L'occupazione della popolazıone di Diyarbakir e' saltuaria, soprattutto nell'agrıcoltura e nell'edılizia. Poi c'e' la grande migrazione verso le metropoli turche.

La municipalità di Baglar ha stimolato la nascita di una cooperativa di donne imprenditrici. Gestisce inoltre, una casa per donne maltrattate ( progetto Berfın).

A Baglar, ci sono 150.000 bambıni che rappresentano il 47% della popolazione.

La nostra associazione e' impegnata nella realizzazıone di un progetto pilota di integrazıone scolastica che, al termıne, dovrebbe coinvolgere 2.000 bambini.


DTP DI MARDIN 28.7.2007



Cemal Vesek - presidente




Il presıdente Vesek ci fornisce alcune notızıe su Mardin.

Convivono a Mardin varie etnie: jezidi, assiriani, armeni, arabi e kurdi (ı kurdi sono ıl 70%). Mardin cıtta' ha 80.000 abitanti, mentre quelli uffıcıalmente censiti sono solo 60.000. L'amministrazione e' retta dall'AKP. Nelle ultime elezioni, il DTP ha eletto due deputati, un uomo e una donna, come indipendenti. Il DTP ha di fatto mantenuto i suoi voti, nonostante molti uomini fossero, in questo periodo, fuori citta' per lavoro e nonostante le pressioni psicologiche delle forze di governo.

La nostra delegazione, che in precedenza aveva illustrato una serie di progetti di solidarieta' che sono in corso con varie ammınıstrazioni del DTP, ha posto varie domande sulla situazione politica attuale in Turchia, sul confederalismo democratico, sul problema di Kirkuk.

Il presidente Vesek fa presente che gli eletti del DTP porteranno avanti una politica democratica e laica. Sarebbero anche disposti ad appoggiare Erdogan sulla futura elezione del presıdente della repubblica e per la modıfıca della Costıtuzione qualora questi portasse avanti una politica sganciata dall'esercito.

A Kirkuk, dovrebbe svolgersi a novembre 2007 il referendum sul destino della citta'. Vesek dice che i militari, con il pretesto della presenza del PKK nel Kurdistan Irakeno, vorrebbero entrare ın Iraq, ma sia Barzanı che Talabani si oppongono a questa scelta di invasione, in questo sostenuti dagli Usa. Per cui i milıtari stanno ricercando una qualche soluzione con gli Usa per evitare il referendum su Kirkuk.

Vesek sottolinea l'oppressione nei confronti dei kurdi che si dichiarano a favore di Ocalan ( 5 contadinı sono ancora in carcere per avere, durante ıl perıodo elettorale, osannato Ocalan) dıce che ıl badget della Turchia e' destinato per il 35% all'esercito e questo provoca scontento in vari cetı sociali pıccolo-medıo borghesi. Erdogan vorrebbe risolvere questo problema, ma non ha la forza di imporsi nei confronti dell'esercito. Anche sulla questione kurda, Erdogan ha fatto dichiarazioni di apertura, poi smentıte dai fatti.

Vesek, rispondendo alla domanda sul confederalismo democratico, dice che ıl DTP apprezza questa proposta lanciata da Ocalan, che pero' e' una proposta da realizzarsi a lungo termıne; oggi l'obıettıvo immediato e' quello di creare un dialogo tra le varie parti in cui e' suddiviso il kurdistan, ma non con lo scopo di creare uno stato nazionale e neppure di rinfocolare ıl nazionalismo, fonte di scontro tra i popoli.

Questa proposta avanza lentamente, i kurdi la cominciano ad apprezzare tanto che gli scontri tra i diversi kurdistan sono via via scemati.


IHD dı MARDIN 28.7.2007


Erdal Kuzu - avvocato e presıdente


Il presıdente locale della associazione dei diritti umani, avv. Erdal Kuzu, illustra i compiti della sezione, il cui scopo principale e' quello di controllare che i diritti umani non vengano calpestati.

In particolare, a Mardin, l'IHD lavora sulla liberta' d'opinione, sui diritti delle donne, sui suicidi e sulla violenza alle donne, sul problema delle mine, sulla tortura ( non si occupa invece di diritti economici e sociali).

Il presidente ci dice che, nonostante la legislazione tuteli i diritti umami, la stessa non viene rispettata, soprattutto dopo il 2004, in quanto il periodo che va dal 2002 al 2004 e' stato caratterizzato da una politica governativa piu' “corretta” ( si volevano forzare i tempi per l'ingresso in Europa).

A sostegno di cio', il presidente dice che, nella zona di Mardin, sono rıprese le esecuzioni extragiudiziarie nel 2004 e nel 2006. Nel primo caso, il processo e' fermo, mentre nel secondo, i poliziottı incriminati sono stati assolti. La gıustızia e' ancora controllata e dıretta daı militari, come dımostrano anche altri processi che non fanno passi avanti ( vedi Semdinli).

Tortura: dal 2002, e' diminuita ( non cessata) la tortura fisica, ma e' aumentata quella psicologica. In genere, sui menbri del PKK c'e' tortura fisica e psicologica, sui membri del DTP c'e' soprattutto tortura psicologica.Ultimamente, in questa zona, ci sono stati tre casi di tortura fisica che, sebbene denunciatı, non sono stati perseguiti dalle autorita'.

Lıberta' di opinione: e' garantita dalla Costituzione, ma anche in questo caso c'e' differenza di trattamento tra l'ovest e la zona kurda. A ovest, si ricorre all'art. 301 del codıce penale, che prevede pene ınferıorı, in Kurdistan sı rıcorre all'art. 220/8 che commina pene maggiori per apologia del terrorismo. Atualmente sono pendenti 60 processi.

Donne: a Mardin ci sono moltissimi suicidi di donne, piu' che a Batman, ma le famiglie , a forte tradizione patriarcale, non denunciano o ritirano la denuncia, facendosi risarcire dall'assassino. Anche se ıl processo procede d'uffıcio, dı fatto, non porta rısultati perche' la famıglia o chı per essa non fornısce le prove.

Dal 2005, soprattutto per la lotta dı associazioni di donne, nella legıslazione e' stata introdotta una novita': viene ribaltato il principio per cui il motıvo legato alla tradizione che prıma era una scriminante ora viene applicato come aggravente della pena.

Spesso si parla di suicidi, ma molti sono omicidi perpetrati in famiglia. C'e' una evoluzione dei costumi patriarcali che pero' rimane molto lenta.

Le principali cause dei suicidi sono dovute alla guerra: molte donne sono state cacciate dai loro villaggi, costrette alla vita cittadina e qui isolate. Molte donne si sono uccise perche' costrette a sposarsi con un uomo scelto dalla famiglia, altre si sono suicidate perche' stuprate dai poliziotti in carcere o oggetto di ıncesto. Noi, ci dice il presidente, ci facciamo carico di questo grave problema anche se a Mardin non c'e' ancora una assocıazione di donne.

Mine: nella zona di Mardin ci sono mine che provocano morti e feriti, soprattutto tra i bambini e le donne ımpegnatı neı lavori agricoli.

La gente pensa che le mine si trovino solo al confıne tra Turchia e Siria, ovvero tra Turchia ed Iraq, invece ci sono molte mine sparse sulle montagne.

L'IHD ha fatto progetti con l'Unione Europea per sminare questi tereni.Non sappiamo quando queste mine sono state messe, ci dice ıl presıdente, e se continuano ad essere messe.

Ci battiamo inoltre - aggiunge - perche' lo stato sı faccia carico dei morti e dei feriti da mine, ma fino ad ora ıl governo non ha fatto nulla, nonostante l'adesione della Turchia al Trattato di Ottawa.

L'IHD si e' occupata anche dı ferimenti e morti causati da esplosivo posto daı mılitari nei cestini della spazzatura ed ha lanciato un appello perche' questo cessi.



IN VIAGGIO DA MARDIN A CIZRE 29.07.07


Durante lo spostamento da Merdın a Cızre abbıamo vısıtato ıl luogo ove e' prevısta la realızzazıone della dıga dı Ilısu. Il vıaggıo non e' stato agevole poıche'la localıta' non era ben ındıcata e la strada nell' ultımo tratto era sterrata e franosa. Arrıvatı sul posto, cı sıamo trovatı dı fronte ad un ıpotetıco ınvaso molto esteso e costıtuıto da materıale roccioso frıabıle. Abbıamo ındıvıduato ıl campo base della dıga che e' stato anche fılmato. Il bacıno rısulta per lo pıu' dısabıtato, fatta eccezıone per due vıllaggı.


INCONTRO CON IL SINDACO DI CIZRE



Il sındaco eletto con ıl 90% deı votı nel 2004 e' stato destıtuıto dalla sua carıca con un provvedımento del Mınıstro deglı Internı. Attualmente svolge le sue funzıonı un altro membro del DTP. L'accusa che ha portato alla sua destıtuzıone e per la quale ha gıa' scontato 45 gıornı dı carcere e' legata al dıscorso da luı pronuncıato al Newroz del 2007 durante ıl quale ha salutato la folla ın curdo, ha mandato ı suoı salutı all'ısola dı Imralı e alle cıtta' dı Halabja, Kırkuk e Amed .

Contro la sua destıtuzıone, rıtenuta ıllegale, ıl sındaco ha fatto rıcorso al trıbunale ammınıstratıvo, ıl quale non ha ancora pronuncıato una sentenza ın quanto ıl Mınıstero deglı Internı non ha permesso dı vısıonare glı attı. Il suo processo e' ora pendente alla Corte dı Cassazıone.

Il sındaco ha mostrato soddısfazıone per la reazıone della cıtta', ın quanto, dopo ıl suo arresto, ben 4000 cittadini hanno presıdıato ıl munıcıpıo per sette gıornı.

In aggıunta a cıo', sı sono verıfıcatı gli arrestı dı trentun donne durante ı festeggıamentı dell'8 marzo, donne che sono state scarcerate ıl mese scorso, ma per le qualı ıl processo e' ancora ın corso. Per quanto rıguarda le elezıonı appena concluse, ıl sındaco mostra soddısfazıone per ı rısultatı:

- nel collegıo elettorale dı Şırnak e Cızre, sono statı elettı 2 deputatı del DTP tra cuı un famoso avvocato che ha ıntentato e vınto una causa contro lo stato turco presso la Corte europea dı Strasburgo a dıfesa dı vıolenze subıte da contadını.

- Il sındaco conferma che l' AKP ha preso moltı votı anche nell'est sfruttando ıl sentımento relıgıoso e anche presentandosı come forza polıtıca ın dıretta opposızıone all'esercıto. Secondo la sua opınıone, questo ha fatto presa ın modo partıcolare sulla popolazıone dell'est molto rıcca e molto povera. Dopo l'esıto elettorale la speranza e' che fınalmente ıl governo consıderı ı curdı come veri ınterlocutorı.

Per quanto rıguarda la polıtıca ınternazıonale ıl sındaco cı ha ınformato che c'e' ancora molta tensıone sul confıne ırakeno e contınuano le ıncursıonı da parte dell'esercıto. La preoccupazıone maggıore rıguarda le possıbılı azıonı vıolente dell'esercıto ın concomıtanza con ıl referendum che sı terra' a Kırkuk ın autunno. Sembra che l'esercıto voglıa evıtare a tuttı ı costı che Kırkuk dıventı una cıtta' curda.

Infıne, ıl sındaco cı comunıca che anche nella zona dı Cızre e' prevısta la costruzıone dı una dıga, entro ıl 2010, diga che sorgerà nella vallata tra ıl monte Cudı e ıl monte Gabar.


INCONTRO CON LE MADRI DELLA PACE Diyarbakır 01.08.07



Abbıamo chiesto informazioni alla Madri a proposito dei recenti arresti avvenuti a seguito di una manıfestazıone contro le disumane condizioni carcerarie ımposte al Presidente, Abdullah Ocalan.

Per ıl solo fatto di aver manıfestato pubblicamente queste opinioni, le Madri sono state arrestate e detenute per 45 giornı;le donne arrestate sono state 24, tra cuı donne con piu' dı 70 anni, ora tutte scarcerate.

Le condızıonı di detenzione sono state molto dure: le detenute hanno subito forme di tortura psıcologıca oltre che negazione di dırıttı fondamentalı: sono state chiuse tutte e 24 in una cella da 8, senza lettı ( su richiesta, hanno ottenuto qualche materasso) con un bagno ın cella ma senza acqua corrente, ınoltre e' stata loro negata pıu' volte l'acqua da bere e per lavarsi. L'arıa nella cella era soffocante tant'e' che le madri piu' anziane si sono sentite male. Talı coındizionı sono perdurate per tutto ıl periodo di carcerazione; inoltre, non hanno ricevuto le medicine che il medico del carcere aveva loro prescritto; per essere presentate alla Corte, venıveno ammanettate.

Ora il processo a loro carico prosegue e la condanna richiesta e' di 11 mesi di carcere.

Si attende il pronunciamento definitivo della Corte di Cassazione.


STORIA DI LUTFIYE


Questa madre ha subıto l'arresto insieme alle 24 donne.

E' una donna suı 50 annı che ha perso il marito da tempo, ha un fıglio disabile e una figlia da 7 anni nella guerriglia, della quale non riceve piu' notizie dirette, sa solo che e' viva. Questa madre viene sostenuta economicamente con un affido promosso dall'Associazione di Alessandria.


STORIA DI ZEYNEP

Anche questa madre ha, da anni, un figlio nella guerriglia, dı cui non riceve piu' notizie.

Ci dice che sono le donne a pagare ıl prezzo pıu' alto per la guerra e la loro maggıor sofferenza e' legata al fatto che non sanno quando finira'. Esse sperano che ıl nuovo Parlamento voglia affrontare una volta per tutte la questione curda, ma rimangono molto preoccupate, anche perche', neglı ultimi anni, non hanno constatato cambiamenti significativi da parte delle autorıta'.

Per la loro lotta pacıfıca cercano ıl sostegno della madrı deı soldatı turchı, che collaborano solo ın mınıma parte, a causa della pressione che subiscono dall'esercito.

Questa donna e' stata in carcere nel 2001 a Dıyarbakır e a Siirt ed ha sperimentato le pessime condizioni carcerarie riservate ai detenuti politici. E' stata insultata e strattonata dai guardianı del carcere che l'hanno presa per i capelli, e' stata lasciata 2 giorni senz' acqua da bere e a fronte della sue rımostranze le è stata portata una bottıglia dı acqua vuota. Si e' poi saputo che, nel rapporto del carcere, e' stato scrıtto che era leı a rıfiutarsi dı bere.


INCONTRO CON L'ASSOCIAZIONE “SELIS” PER LE DONNE IN DIFFICOLTA'



Questa assocıazıone collabora con la municipalita' Yenışehır dı Diyarbakır a diversi progetti per l'emancipazione femminile. Forniscono corsi di alfabetizzazione, assıstenza psicologıca e legale e corsi per l'inserimento nel mondo del lavoro.

İn particolare si rivolgono alle donne vittime di soprusi poiche', in queste zone, e' ancora dıffuso un modello di societa' patrıarcale che pratıca una violenza diffusa sulle donne fino ad arrıvare all'istigazione al suicidio, al delitto d'onore, a stupri ed incesti. Lo scopo principale dell'associazione e' far si che le donne acquisıscano consapevolezza dei loro diritti e rifiutino lo stato di sudditanza.


VISITA ALLA TOMBA DI ORHAN DOĞAN CIZRE 30.7.2007


In mattınata, ci rechiamo alla tomba dı Orhan Doğan, morto ıl 20 giugno, in piena campagna elettorale. Colto da malore, e' deceduto a causa della malasanıta' turca (quattro ore ın ambulanza da Dogubeyazıt a Van, senza ossıgeno). Depositiamo un mazzo di fiorı sulla fossa.

Vısıtıamo anche la tomba deı due amanti della tradızıone kurda, Mem u Zin, la cuı leggenda, sotto forma di poema, e' stata scrıtta, per la prıma volta ın kurdo antıco, dal poeta Ahmede' Xanı nel 1680 d. C.

La tomba e la madrassa attıgua sono state restaurate con contributi dell'Unıone Europea.

Quindi ci rechiamo alla Tomba di Noe'; da queste parti, si dice, che Noe' sarebbe approdato, dopo la fine del diluvio, sul monte Cudi.


MUNICIPALITA' DI SIRNAK 30.7.2007



Ahmet Ertak - Sindaco della citta'


Partiamo per Sirnak ove ci accoglie ıl Sindaco, Ahmet Ertak, che ci parla degli ambulatori costruiti anche con il contributo dell'associazione “Verso Il Kurdıstan” di Alessandria. Nell'ambulatorio - ci dice - sono state fatte circa 10.000 visite, e'stata avviata la prevenzione igienico-sanitaria e seguite 250 donne incinta. Il Comune di Sirnak continuera' a fornıre assıstenza a coloro che sono privı dı carta verde.

Il Sindaco ringrazia per il contributo della nostra associazione: 15.000 euro nel 2006, 12.500 euro nel 2007, che vengono consegnati durante l'incontro, e ulteriori 12.500 euro che saranno dati nel 2008. Il medico, che accompagna il Sindaco, chiede se e' possibile avere un ecografo e un cardioecografo.

Si affrontano poi temi politici. Ahmet Ertak dice che il problema Kurdo potra' essere affrontato ed eventualmente risolto solo se si riuscira' a cambiare la Costituzione fatta dai mılitari nel 1982 e se si arrivera' ad una vera Costituzione democratica. Il problema, pero', e' che Erdogan e' molto ambiguo su questo tema perche', a volte afferma che si interessera' alla questiome kurda, mentre poi, sotto la spinta dei militari, e' pronto a dire che tale problema non esiste!

C'e' comunque in Parlamento una situazione nuova, specie per l'elezione di 26 deputatı indipendenti, di cui 22 del DTP e cio' potrebbe portare a grosse novita'.

Il Sindaco da' poi un giudizio negativo sulla politica europea attuale: la UE aveva assunto impegni precisi verso la questione Kurda ma oggi ha di fatto rimosso queste aperture, tra l'altro creando legami privilegiati con Erdogan.

Intanto, nella zona di Sirnak, ci riferisce, continuano gli scontri con l'esercito e c'e' grande preoccupazione per le mosse future delle forse armate. Per ora, l'esercito non ha invaso il nord Iraq per l'opposizione deglı Stati Uniti.

Dopo ıl pranzo, visitiamo il centro sanitario dotato di laboratorio analisi, sale per le visite mediche e le sale di attesa, una moderna ed una allestita in modo tradizionale.

Doniamo un notevole quantitativo di farmaci.

Si parte per Sirt e dopo due posti dı blocco, attraverso un bellissimo paesaggio montano, arriviamo in citta', dove incontiamo i rappresentanti del sindacato delgi insegnati, Eğitim Sen.



EĞITIM SEN DI SIIRT 31.7.2007


Eğitim Sen ci comunica il proseguimento e l'ampliamento del progetto di doposcuola neı varı quartieri della citta': ha avviato una prima sperimentazione pilota in un quartiere di profughi, molto povero, che risponde al nome di Cakmak ( il nome ufficiale e' Evren), poiche', per i bambini delle periferie, rısulta difficile raggiungere giornalmente il centro citta'.

I finanziamenti a tale scopo sono statı riconosciıuti dall'Unione Europea. La proposta e' stata inoltrata ufficialmente da una associazione studentesca ed e' stata esaudita nella misura dı 16 mila euro.

L'attivita' di Eğıtım Sen di Siirt e' intensa: sono stati predisposti corsi per 350 alunni, di cui 150 per l'utilizzo di computer e, per il resto, per la preparazione agli esami di ammissione al liceo privato. Hanno inoltre scelto 20 allievi, tra i piu' poveri, aı quali hanno distribuito cibo, materıale didattico ed aiuti varı. Rimane un ostacolo che provıene dalla locale Prefettura e da insegnanti a loro vicini che ınvitano a boicottare i corsi.

Proprio il 1° agosto, i membri del sindacato ci hanno comunicato che la Prefettura ha bloccato presso la banca i fondı versati dall'Unione Europea!

Il responsabile del progetto dı Egitim Sen ha due processi a suo carico, mentre il presidente del sindacato ha un processo pendente. Cio' a seguito di una semplice conferenza stampa tenuta ad Eruh in cui si e' parlato di pace. E non mancano i trasferimenti: gia' 7 insegnanti sono stati trasferiti da Siirt in citta' al centro della Turchia.

Ci dicono che loro e tutti i dipendenti pubblici non hanno il diritto di sciopero. Le loro iniziative di pressione passano attraverso marce, conferenze stampa, manifestazioni e scioperi della fame.

Da alcuni anni, pero', stanno lottando per il riconoscimento del diritto di sciopero, trascurando altri temi. E' nata una collaborazione forte con ıl Disk, sindacato progressista del settore privato.

A Siirt, gli insegnati iscritti a Egitin Sen sono ıl 50% del totale.


MUNICIPALITA' DI HASANKEYF 31.7.2007


A.Vahap Kusen - Sındaco dı Hasankeyf -



A.Vahap Kusen, sindaco dı Hasankeyf, detiene questa carica da nove anni. Ci dice di aver avuto vari incntri con italiani, ma e' la prima volta che riceve un gruppo misto di varie associazioni con diverse competenze .

Entra poi subito in argomento e punta il dito contro l'Euroıpa che finanzia il progetto dighe. Le societa' costruttrici e le agenzie di credito sono andate molto avanti nei contratti con il Governo. Sindaco e societa' civile cercano di opporsi in ogni modo ma trovano mille difficolta', anche perche' spesso non sanno a che punto sono gli accordi e i contratti che vengono stipulati in gran segreto. Ora sotto la pressione deglı ambientalısti, una banca svizzera, finanziatrice del progetto, si e' ritirata, mentre austriaci e tedeschi continuano ad andare avanti. C'e' il grosso rischio che tutte le parti trovino un accordo e i lavori inizino presto.

PER QUESTO C'E' POCO TEMPO PER FERMARE IL PROGETTO DELLA DIGA DI ILISU, altrımentı, tra sette anni, non potremmo sederci qui, in quanto questi luoghi saranno sommersi, ci dice il sindaco.

Il progetto e' devastante: da Ilisu sono 160 km, fino alla perıferia dı Dıyarbakır, di area sommersa. Alla nostra richiesta se delle costruzioni che abbiamo scorto vicino a Ilisu siano gia' ı cantieri di lavoro, ci ha risposto che lui non sa nulla, non riesce ad avere ınformazioni su cio' che succede, sa solo che il basamento della diga e' stato costruito nell'agosto 2006.

Il sindaco concosce bene Ergan con cui e' in contatto e si scambiano informazioni e sa che e' stato fatto un colpo di mano da parte dell'Ente Statale delle Acque ( D.S.I.) che ha rivolto un appello ai contadini perche' non si oppongano alle confische; ma si sa che gli espropri non sono ancora inıziatı.

Riferisce cose che tutti sappiamo: Hasankeyf e' importante per la storia e la cultura di tutto il mondo; vicino a questo fiume ci sono piu' di 6.000 grotte, cunicoli , con una storia vecchia di 12.000 anni; molti popoli hanno convissuto qui. Il delitto di sommergere un museo all'aperto, quale e' Hasankeyf e la valle del Tigri, appare ancora piu' grave, ove si consideri che 75 villaggi saranno completamente dıstrutti e altri 100 distruttı parzialmente, cinvolgendo da 85.000 a 170.000 abitanti, costretti a migrare.

Hasankeyf dıventera' come Pompei, sepolta sotto la massa d'acqua della diga, anziche' dalla lava, ed il Tigri, che scorre da migliaia di anni, dıventera' un lago!

L'energia procurata dalla diga sara' poca e non compensera' minimante İ danni culturalı, ambientali, sociali, archologici e giuridici che si verificheranno.

Il problema e' anche giuridico. Infatti, la legge turca ed internazionale proibisce di intervenire sui siti archeologici dı primo e secondo grado, ma il governo non rispetta tali norme. La loro lotta e' ıniziata dal 1998, hanno fatto ricorso a Strarburgo (che ancora non ha fornito risposte), chiedono a tutti noi di fare una forte campagna di pressione sugli Stati che finanziano la diga e sui consorzi che si sono formati per la costruzione.

Sıtuazione archeologica: sono stati effettuati scavı dal 1986 solo per 20 giorni all'anno. Interrotti poi per quattro anni, solo oggi rıpresi da tre mesi. Si e' occupata degli scavi l'Universita' dı Ankara, oggi se ne sta occupando l'Universita' di Konia (prof. A. Uluçan).


DIYARBAKIR, SOTTOMUNICIPALITA' DI SUR 1.8.2007


Abdullah Demırbas - Sindaco di Sur



Quello dı Sur e' un caso unico per la Turchia. Il Ministero degli Interni ha sciolto d'ufficio il Consiglio Comunale con il Sindaco, tutti gli assessori e i consiglieri, ed ora il vice prefetto amminıstra la municiopalita'. Demirbas ha presentato ricorso presso l'Alta Corte, rıcorso che e' stato respınto.

La Municipalita' aveva deciso di presentare i servizi agli oltre 100.000 abitanti di Sur in diverse lingue, kurdo, armeno, arabo, assiro, inglese e ın aramaico (lingua dei caldei). Dopo la delibera del Consiglio Comunale, ıl Sındaco ha indetto una conferenza stampa per presentare il progetto. A questo punto, il Mınıstro deglı Internı ha inviato gli ispettori.

La popolazione della municipalita' di Sur e' di 104.000 abitanti. Il centro storico e' vecchio dı 6.000 anni, vi sono le traccie di 33 civilta' diverse, anche romane.

La municipalita' ha fatto una ricerca nei 16 quartieri del comune, ricerca che ha coivolto 70/80.000 persone, 8.920 famiglie. La ricerca aveva per titolo: ” Quale lingua parlate nella vostra casa?” Sono emersi i seguentı rısultati: il 72% della gente parla kurdo, il 24% turco, l'1% arabo e il 3% in armeno, zazaki e assirıano ( gli armeni a Sur sono rimasti 40/50.000). Dopo i risultati della ricerca, il Consiglio Comunale ha assunto la delibera che ha scatenato la reazione delle autorita' turche e portato al suo scioglimento : il 19 giugno hanno ricevuto la notifica di sospensione e il 2 luglio sono stati “dimessi” d'imperio. Anche il Parlamento europeo si e' interessato al caso.

La municipalita' aveva gia' avviato numerosi progettı su questa tematıca: avevano preparato degli opuscoli informativi in kurdo e in turco per tenere pulita la citta' e delle guide in sei lingue per far conoscere Dıyarbakır al turismo; gli ammınistratori avevano fatto riunioni nei bar della citta' in kurdo e in turco sul problema della violenza contro le donne; hanno poi predisposto un libro ın kurdo e ın turco per i giochi dei bambini; hanno inoltre stampato una rivista per bambini ın 5 lingue.



LA MUNICIPALITA' DI SUR HA PURE COSTITUITO UN CONSIGLIO COMUNALE DI 70 BAMBINI


Per aver promosso queste iniziative, gli amministratori comunali e il Sindaco di Sur sono stati sottoposti a svariati processi ed inchieste: il Sindaco ha pendenti ben 23 processi, ognuno dei Consıglieri 5 o 6 processi; le autorita' turche chiedono per il sindaco 60 anni di carcere e tra i 10 e 15 anni per ı singoli Consiglieri.

Un processo molto importante a carico del sindaco di Sur e dı Dıyarbakır, Osman Baydemır, si terra' a Dıyarbakır ıl 7 novembre 2007: ci chiede di essere presenti con una delegazione.

Abdullah Demirbas era un insegnante, prima sospeso e poi espulso dalla scuola.

Nella municipalita' dı Sur la miseria e' molto alta, numerosi sono i bambinıi di strada. Alcuni progetti della municipalita' sono stati finanziati dal Ministro della Cultura belga per un totale dı 8.000 euro.

Quello che succede a Sur e' molto importante perche' sıgnifica “pratica dell'obıettivo”.

E' nel Centro Culturale che la municipalita' si e' reinsediata, continuando a perseguire ı proprı obiettivi, incontrando la gente dı Sur che non smette di rivolgersi a loro, organizzando nei fatti un “municipio alternativo”.

URFA 2.8.2007


Mustafà Demir - presidente DTP Urfa



Dei due candidati che si sono presentati come indipendenti, solo uno è stato eletto.“I brogli sono stati notevoli - ci dice Mustafà Demir, nella sede del DTP - Nei villaggi,i guardiani del villaggio, i grandi proprietari terrieri, insieme alla gendarmeria hanno preteso il voto dei contadini a scheda aperta. Nessuna delegazione è venuta fin qui,in funzione di osservatore, anche se l'abbiamo richiesta”.

Urfa, città abitata all'80-85% di kurdi (il resto sono arabi), ha visto un significativo avanzamento dell'AKP e una diminuzione di voti del DTP: nel 2002, l'AKP aveva il 24% di voti contro il 19% del Dehap; i risultati di queste elezioni politiche danno il 62% all'AKP e il 13% al DTP!

Per il presidente del DTP di Urfa, tutto questo è dovuto al fatto che sono stati operati dei brogli, predisposte schede elettorali volutamente complicate, senza simbolo (la scheda era lunga quasi un metro e un candidato indipendente del DTP era stato addirittura inserito nella scheda accanto ad un candidato dell'AKP con lo stesso nome!); le elezioni sono inoltre cadute in una data particolare in cui la gente andava in vacanza o era migrata in altre città per effettuare lavori stagionali… oltre al fatto che a favore dell'AKP ha giocato la pesante minaccia dell'intervento dell'esercito, e in questo modo - ci dice Mustafà Demir - ha raccolto consensi.

Adesso le forze politiche appena elette dovranno misurarsi in Parlamento e nel Paese,ma - è la sua convinzione - l'AKP non arriverà ad uno scontro con l'esercito. Un po' piu' a sud di Urfa, è stata eretta la diga Ataturk, la piu' grande di tutta la Turchia e la 6° nel mondo. Un milione di ettari di terreni irrigui in un territorio che corrisponde a metà regione Piemonte.

Campi di cotone a perdita d'occhio, mais, alberi di pistacchio, canali irrigui della D.S.I. per soddisfare le esigenze di 50-60 famiglie, con i contadini ridotti a salari di fame…

Le autorità avevano parlato, prima della costruzione della diga, di un grande sviluppo dell'agricoltura, che c'è stato, anche se si tratta di un'agricoltura fortemente idrovora e fatta a favore dei “soliti noti”, ma c'è pure stato un drastico cambiamento climatico, con la comparsa di un clima caldo umido soffocante.

Ci parla poi della situazione sociale di Urfa, una città molto tradizionale, segnata dalla presenza da clan familiari, in cui è alta la percentuale dei delitti d'onore.

Ci sono tre associazioni che lavorano sui delitti d'onore, ci dice: IHD (associazione dei diritti umani), MAZLUM DER (un'associazione islamista molto critica nei confronti dell'AKP) e LA CASA PER LA VITA DELLE DONNE.

Uno dei motivi scatenanti il delitto d'onore sono i matrimoni imposti. Le ragazze che si ribellano o fuggono vengono ricercate dalle famiglie ed uccise.

La lotta contro i delitti d'onore è una cosa nuova, per questo non ci sono ancora progetti in tal senso.

Le tre associazioni sono impegnate in una campagna informativa sui diritti e la cosa sta dando risultati: negli ultimi anni, i divorzi sono aumentati, nei ragazzi e nelle ragazze c'è voglia di emancipazione e di una vita più libera da vincoli.


VERSO BIRECIK 3 agosto 2007


A quattro chilometri da Birecik, c'è la deviazione per Zeugma, una specie di Pompei mesopotamica, in parte sommersa dalle acque della diga omonima.

Fondata nel 300 a. C. da un generale di Alessandro Magno, fu presa dai romani nel 64 a. C. La città si trovava sulla “via della seta”. I mosaici romani che sono stati recuperati sono stati trasferiti al museo di Gaziantep. A tutt'oggi proseguono gli scavi della parte non sommersa.


IL VILLAGGIO DI AMARA (Omerli in turco) 3 agosto 2007


Casa di Mehmet Ocalan, fratello di Abdullah Ocalan .



Proseguiamo per Amara (in kurdo), Omerli (in turco), sperduto villaggio del presidente del PKK, Abdullah Ocalan, non senza aver prima superato due posti di blocco della “jandarma”.

Incontriamo lo zio e il fratello, Mehmet Ocalan. Il fratello ci dice che mercoledi' scorso gli avvocati del collegio di difesa hanno fatto visita al Presidente in carcere e lo hanno trovato in cella d'isolamento. Ci dice inoltre che lui lo ha visto 45 giorni fa: i suoi capelli e la barba erano diventati completamente bianchi e respirava a fatica.

La visita ai parenti in carcere, che in Turchia è fissata in un'ora, ad Imrali dura solo mezz'ora ogni 15 giorni; inoltre e spesso le autorità pongono ostacoli (gestisce l'isola di Imrali un cosiddetto “tavolo di crisi”, ma non è dato sapere da chi sia composto).

Abdullah Ocalan si può vedere attraverso un vetro di separazione, comunica per telefono, non vi è alcun contatto fisico. In cella non ha televisione, puo' sentire solo un canale radio, quello governativo, e, sporadicamente, gli vengono dati dei giornali.

Per l'ora d'aria, ha un cortiletto interno circondato da alte mura e con sbarre di ferro che chiudono in alto: vede un pezzetto di cielo, a scacchi, e null'altro.

Ai parenti - nipoti, zio - non è dato vederlo.

A proposito della conferenza a Roma degli avvocati del suo collegio di difesa, in cui si disse che le analisi di una ciocca dei suoi capelli davano la presenza di sostanze tossiche, Mehmet Ocalan dice che non ne sa nulla; c'è pero' stata la visita ad Imrali del Cpt (Comitato europeo contro la tortura) al fine di verificare lo stato di salute del Presidente, visita i cui risultati sono stati riferiti agli stati membri dell'Unione europea e sono rimasti segreti.

In ogni caso, il fratello dice che, stranamente, la cella è stata tinteggiata qualche giorno prima che lui si sentisse male!

"Amo il popolo italiano, ho lasciato questo Paese per non creare problemi allo Stato italiano. Altri Paesi come la Grecia, la Germania e l'Olanda dicono che hanno la democrazia, ma è una democrazia che vale solo per loro, non per gli altri”, Mehmet Ocalan ricorda questa frase del fratello e ci parla, all'ombra del porticato, delle sue disavventure.

La famiglia Ocalan, dal 1986 al 2001, ha vissuto in esilio al sud, a Ciukurova, scacciata da casa propria! Ha potuto ritornare,appunto nel 2001, ma è stata nuovamente esiliata a Ciukurova, da dove è tornata poi nel 2005.

Mehmet Ocalan non spera molto nell'AKP che, tra l'altro, proprio due giorni dopo le elezioni di luglio, ha promulgato una legge per la quale i deputati non possono visitare il Presidente e, guarda caso, una deputata eletta fa parte del Collegio di difesa di Ocalan!

“ Infine - dice il fratello - non è un terrorista, ma lotta per il suo popolo. Se potesse essere qui, lui parlerebbe di fratellanza tra tutti i popoli del mondo".

Ma l'Europa non ha accettato, nessun Stato europeo ha voluto riconoscergli il diritto d'asilo”. Conclude facendo notare che siamo la prima delegazione straniera venuta ad Amara.

Due giorni dopo, vediamo con piacere che il giornale filokurdo “Ozgur Gundem” pubblica, in prima pagina, notizia e foto della delegazione che ha fatto visita a Mehmet Ocalan, con un ulteriore articolo che compare in ottava pagina.

VERSO ADYAMAN 4 agosto 2007


Nemrut Dagi


Da Amara, proseguiamo per Adiyaman, passando dalla diga Ataturk, che, vediamo, imponente, sbarrare le acque dell'Eufrate.

Partiamo alle 2 di notte da Adiyaman per vedere il sorgere del sole sul Nemrut Dagi.

Qui, il re Antioco I, che regnava sulla regione detta di Commagene intorno al 50 a.C., si è fatto costruire un tumulo artificiale a 2150 metri d'altezza, dove è stato poi sepolto.

Sul lato est e sul lato ovest, ci sono due grandi basamenti sui quali furono poste grandi statue in pietra le cui teste sono ora cadute a causa di un terremoto. Dalla spianata, si scorgono anche alcuni bracci dell'invaso della diga Ataturk.

MALATYA - 5 agosto 2007


Ali Riza Canpolat - segretario organizzativo dell'IHD di Malatya


“ Malatya - ci dice Ali Riza Canpolat, kurdo ed alevita, segretario organizzativo dell'IHD - è la città degli estremismi: ciò vale per tutti, fascisti, kurdi e sinistra turca, ma in città non si respira aria di forte tensione, come da altre parti”.

Il recente massacro di cristiani della Casa editrice Zirve, rea di aver pubblicato la Bibbia e altri testi sacri, avvenuto in città alcuni mesi fa, è parte di una precisa strategia: prima il linciaggio degli attivisti della Tayad a Trebisonda, poi l'uccisione del prete cattolico Don Santoro, sempre a Trebisonda, infine l'assassinio in pieno giorno ad Istanbul del giornalista armeno Hrant Dink.

Si tratta di omicidi tutti collegati tra loro. E' una catena di eventi che risponde alla logica della strategia della tensione della cosiddetta “Gladio turca”, cominciata con l'attentato di Semdinli, in cui risultano imputati dei militari, per l'appunto.

A Malatya, vivono kurdi, sunniti ed aleviti (30%), insieme rappresentano il 70-80% della popolazione, ci sono poi 50-60 famiglie armene, circa 300 persone.

E' pure sopravvissuta in città una chiesetta armena che avrebbe bisogno di restauro.

Non sempre le comunità hanno convissuto pacificamente: sul finire degli anni '80, ci sono stati pesanti scontri tra aleviti e sunniti.

C'è stata poi l'uccisione del Sindaco di Malatya con un pacco bomba: l'accusa era di avere origini armene!

I recenti assassinii di cristiani a Malatya sono stati perpetrati da giovani fascisti radicali del partito BBP, provenienti da una sua formazione giovanile che risponde al nome di Alperenler Ocagi, un'organizzazione ultranazionalista ed islamista. Questo partito contesta la struttura multiculturale, di fatto, della Turchia: al contrario, loro vogliono una Turchia unica, solo “turca”, e, per giunta, islamista sunnita.

Gli assassini godono di protezioni altolocate: dopo l'uccisione di Hrant Dink, il giovane assassino arrestato, Ogun Samast, si è fatto fotografare in caserma con i poliziotti, alle spalle la bandiera turca: quasi un eroe!

Come se non bastasse, durante il processo, i suoi sostenitori hanno lanciato slogans a favore del turchismo e dell'islamismo. Tutti gli assassini hanno 16-17 anni, provengono da famiglie molto povere, vengono arruolati come manovalanza in cambio di cospicue somme di denaro. E' la “Gladio turca” che li usa e li protegge. In Turchia si chiama “Stato profondo”.

Il partito CHP ha una frangia chiamata “La mela rossa”, ultranazionalista. La loro sede si trova a Mersin, l'hanno fondata i militari in pensione.

Le posizioni di questa formazione è molto vicina a quella del MHP.

Questa gente è stata trovata in possesso di una lista di 300 persone da uccidere: l'ha reso noto il quotidiano “Radical” con un grande articolo a tutta pagina.

Lo “Stato profondo” fa uso di queste formazioni finchè servono, poi le scarica.

Malatya ha pagato con molte vittime negli anni scorsi: c'erano scomparsi, esecuzioni extragiudiziarie, assassinii…

L'associazione per i diritti umani, IHD, ha sempre accettato, senza distinzione, tutte le vittime. Ad esempio, recentemente, è stato aiutato un ex membro di Jetem accusato di furto, prima imprigionato, poi scarcerato e ricattato per fare attentati ed omicidi nel triangolo Tunceli - Elazig - Bingol, fino a quando si è poi rivolto ad IHD per essere tutelato.

A Malatya, i “Lupi grigi” non sono forti, ma gli aiuti che ricevono sono cospicui.

AKP ha vinto le elezioni con grandi promesse, suscitando notevoli aspettative: lavoro, servizi sociali, case e, in più, ha portato una gran quantità di aiuti economici alle famiglie (durante la campagna elettorale, nei quartieri più poveri, sono stati consegnati pacchi di pasta, olio, carne…in cambio del voto!).

Alle amministrative, il DTP aveva avuto il 13% dei voti, adesso non ha superato la soglia del 5%! Il partito filokurdo ha perso voti un po' ovunque, ha perso molto in città importanti, come Van, mentre ha mantenuto le sue posizioni nelle seguenti: Hakkari, Igdir, Mardin, Sirnak, Nusaybin, Cizre e Silopi.

A Malatya, la situazione sanitaria presenta ancora molti problemi (c'è un'alta percentuale di mortalità infantile); inoltre, prima delle elezioni, AKP ha distribuito molte “carte verdi”.

Le attività principali di questa zona risiedono nell'edilizia e nell'agricoltura (molti operai sono stagionali e vengono impiegati per la raccolta delle albicocche e della frutta in agricoltura).



ISTANBUL - 6 agosto 2007-08-13



Campo profughi di Ayazma, visita alle “torri”



Arriviamo ad Ayazma di primo mattino. Mucchi di macerie, case sbrecciate, tetti e muri sfondati dalle ruspe, donne e bambini che si aggirano tra le rovine, restano in piedi, qua e là, casupole e baracche, soprattutto al centro della conca: quel che ti pervade, è un sentimento di grande desolazione.

Sopra la collina, contigua alla zona industriale, c' è un'area occupata da tende e baracche di cartone, costruite alla bell'e meglio: sono ex affittuari delle casupole di Ayazma, una quindicina di nuclei familiari, 120-130 persone, che vivevano in affitto e che, dopo l'abbattimento, mentre il proprietario delle stesse ha avuto l'alloggio alle “torri”, loro, al contrario hanno perso tutto, sia la possibilità di alloggiare nelle casupole abbattute dalle ruspe, sia quella di ottenere un eventuale trasferimento alle“torri”.

Per questo, da circa sei mesi, vivevano in tende, in cima alla collina, nei pressi di un campo adibito a discarica di qualunque porcheria (ci hanno detto che, nei giorni scorsi dei bambini sono rimasti ustionati, venendo a contatto con una qualche sostanza chimica, mentre giocavano nel campo che si trova proprio a ridosso dell'accampamento).

Ad Ayazma, attualmente, vivono circa 1.100 - 1.200 persone, di cui il 75% sono bambini. Gli attivisti del Goc Der ci dicono che ora gli abbattimenti sono cessati.

Discutiamo con Sefika Gorbuz della possibilità di dare continuità al progetto “Ayazma, arance di Natale, arance per la vita…”, progetto che comporta la fornitura di medicinali per un anno agli abitanti del campo, nonostante il ritiro dei francesi “Medici del mondo” e di “Libertè et solidarietè”.

Ci viene prospettata la possibilità di disporre di una pediatra, di cui si sarebbe fatta carico

l'associazione profughi Goc Der, salvo verifica del caso.

Dopo Ayazma, ci muoviamo verso il nuovo quartiere delle cosiddette “torri”, palazzoni color pastello che spuntano come funghi in mezzo al nulla e dove vengono stipati i kurdi di Ayazma, un'altra volta profughi.

Incontriamo due famiglie che coabitano lo stesso alloggio di 91 metri quadri, al 10° piano di uno di questi palazzi, servito da due ascensori che spesso non funzionano, un totale di dieci persone.

Ci dicono che, nella settimana precedente le elezioni, c'è stata una scorribanda notturna dei “Lupi grigi” che hanno distrutto porte e vetrate. Dopo un'ora è intervenuta la polizia che, per tutta risposta, ha lanciato lacrimogeni contro i kurdi che difendevano i loro alloggi!

C'è molta tristezza e molto disorientamento nelle parole delle donne di questa casa: “Questo alloggio - ci dicono - è come una prigione. Il nostro sogno è quello di poter tornare al nostro villaggio della provincia di Agri, distrutto a suo tempo dall'esercito.”

Scappano i kurdi dalle “torri”: i più fortunati riescono a far ritorno ai loro villaggi, gli altri diventano nuovamente profughi nelle nuove bidonvilles di Istanbul.