venerdì 29 giugno 2007

viaggio in kurdistan

Tra il Tigri e l’Eufrate.
Viaggio in Kurdistan, antico giardino dell’Eden


Siamo al quarto anno di quest’esperienza di viaggio solidale e di conoscenza in Kurdistan.

Alta Mesopotamia, Kurdistan. E’ l’antico giardino dell’Eden, oggi deturpato dalle rovine
di oltre 4 mila villaggi, dalla presenza militare invadente, dall’ecocidio e dall’esodo di
guerra, dalle grandi dighe in costruzione sull’alto corso dei fiumi che furono culla del-
l’umanità, il Tigri e l’Eufrate.

Partenza giovedi’ 26 luglio, prima tappa nel capoluogo Diyarbakir, città di un milione e mez-
zo di abitanti, ma lo stato turco ne censisce la metà, gli altri sono profughi, fantasmi che ani-
mano una periferia di dignitosa povertà. Le ventidue moschee, la chiesetta armena sopravvis-
suta al genocidio, la chiesa aramaica e, soprattutto, le nere mura romane con le ottantadue
torri sul corso del Tigri, il bazar, fanno della città un universo a parte, ricordo struggente che
ritorna nei canti e nei sogni dei kurdi della diaspora.

Da Diyarbakir ad Hasankeyf, per vedere, forse per l’ultima volta, i resti di dodici millenni di
storia, prima che li sommergano le acque della diga di Ilisu, complice una cordata di imprese
europee, per impedire che sia l’ultima volta.
Hasankeyf, capitale degli antichi regni d’Anatolia, vero e proprio museo all’aperto, che ospita,
oltre a chiese e moschee, anche la tomba del sultano Suleymano, diretto discendente di Mao-
metto, una città che ha conosciuto ben nove civiltà, ognuna delle quali ha lasciato testimonian-
ze e un nome: Hasankayef in turco, Kiphas in greco, Cepha in latino, Hisna Kayfa in arabo,
Heskif in siriaco aramaico, Hasankeyf in kurdo.
Luogo d’incontro di tre grandi religioni monoteistiche – la cristiano ortodossa, quella cattolica siriana e quella islamista – le sue torri hanno visto passare arabi, mongoli, persiani, turcoman-
ni, ottomani.

Da Hasankeyf si scende verso Siirt, centro di lavorazione dei tessuti di lana mohair e pa-
tria dei tradizionali pistacchi, dove è stato avviato con il sindacato insegnanti Egitim Sen un
progetto di doposcuola per i bambini di strada, poi si sale, attraverso una stupenda Arcadia
montana, verso Sirnak, dove la nostra associazione sta realizzando, con le sole proprie for-
ze, un centro sanitario per le donne e i bambini, in una realtà caratterizzata da una forte pre-
senza militare, una situazione sanitaria disastrosa combinata a povertà diffusa e profonda.

Proseguendo si arriva a Cizre, dove confluiscono i confini artificiali di Turchia, Iraq e Siria,
zona cara alla resistenza kurda che vent’anni fa nacque proprio qui, nella regione montagno-
sa del Botan, dove oggi l’esercito turco ha ammassato 250 mila militari pronti ad entrare nel
nord Iraq per soffocare sul nascere l’esperienza di un’entità autonoma kurda.
A Cizre, dove si può vedere la tomba di Noè e il mausoleo dedicato agli sfortunati amanti
Mem u Zin, una sorta di Giulietta e Romeo che i kurdi raccontano in almeno tre versioni di-
verse, i militari turchi hanno usato la mano pesante: sono state arrestate 31 donne che l’8
marzo manifestavano in occasione della giornata internazionale della donna ed è qui che è
stato incarcerato il sindaco del DTP, Aydin Budak, insieme a quattro consiglieri, dopo un
discorso pronunciato durante la celebrazione del Newroz, con l’accusa di “istigazione all’i-
nimicizia”.
Come ambasciatori di un’altra Europa possibile, vogliamo portare la nostra solidarietà a chi,
ancora oggi, subisce il carcere per i reati di opinione!

Piu’ a sud, appoggiata sulla roccia , quasi aggrappata al cielo, di fronte alle piane arse della Mesopotamia, incontriamo Mardin, con la sua cittadella merlata, l’antico bazar, un armonio-
so mosaico di religioni, di culture, di popoli.

Nella provincia di Mardin, si trova il villaggio di Surgucu, povere case, strade sterrate,
settemila abitanti in tutto, abitato da donne, bambini, anziani: la generazione di mezzo ha
dovuto migrare in cerca di lavoro.
Il villaggio soffre di una cronica carenza d’acqua, oltre della mancanza di una rete fognaria,
con il risultato che, oltre la metà dei bambini di Surgucu, soffre di malattie della pelle e gastro-
intestinali.
La sindaca, Zeyniye Oner, una donna forte e coraggiosa, madre di undici figli, del partito
DTP, non si è persa d’animo.
Ha presentato un progetto per la canalizzazione dell’acqua e per la costruzione di un acque-
dotto, che oggi è sostenuto e finanziato dalla Regione Valle d’Aosta. Non lasciamola sola, non lasciamoli soli!

Al centro della piana di Harran, troviamo Urfa, l’antica Edessa, oggi Sanliurfa per le mappe,
mitica patria di Abramo, con il suo famoso lago dei pesci sacri e le caratteristiche case ad alveare. E’ in un villaggio poco distante da Urfa che è nato Abdullah Ocalan, leader del Pkk,
oggi unico detenuto nel carcere lager di Imrali, la Guantanamo d’Europa.

I quattrocento chilometri di terra fertile che congiungono da ovest ad est, Urfa e Birecik con Mardin e Cizre, cioè il bacino dell’Eufrate (Ferat) con quello del Tigri (Dicle) sono il terreno del
gigantesco sconvolgimento idrogeologico noto come progetto GAP, che con le sue ventidue dighe darà, entro dieci anni, alla Turchia le chiavi dell’oro bianco da drenare verso l’Anatolia ed
Israele, a danno del mondo arabo a valle e di migliaia di kurdi costretti a migrare.

Lasciata Urfa, si arriva a Birecik, dove sorgeva il leggendario tempio del peccato e l’antica città romana di Zeugma, una pompei mesopotamica sparita a giugno del 2.000 nel bacino artificiale della diga Ataturk, che determino’ l’esodo di 200 mila kurdi e la sommersione di nume-
rosi siti archeologici.

Da Birecik, si risale il corso dell’Eufrate verso Adiyaman e da li’ verso la vetta del Monte Nemrut, che domina l’alta valle dell’Eufrate e dove sorgono le gigantesche statue fatte edifica-
re venti secoli fa dal sovrano seleucida Antioco.

L’ultima città, prima di prendere il volo per Istanbul, è Malatya: è la città delle albicocche e
dei giardini in fiore.
E’ il luogo dove è avvenuto il più grande massacro degli armeni ad opera degli ottomani nel
1895 e degli omicidi e degli attentati contro studenti e partiti di sinistra; non ultimo, è recente-
mente salita agli onori delle cronache per l’uccisione di tre persone che lavoravano presso
la casa editrice Zirve, rea di pubblicare la Bibbia ed altri testi cristiani.
Malatya è una delle più importanti basi dei “Boz Kurt”, gli ultranazionalisti Lupi grigi.
Una città strana, da vedere e da sentire.

Si vola poi ad Istanbul, l’ultima tappa, per vedere, certo, Santa Sofia, la Moschea Blu e le altre
meraviglie del Corno d’Oro, ma anche, guidati dagli attivisti del Goc Der, per vedere da vicino la desolazione del campo profughi di Ayazma quasi spianato dalle ruspe e le cosidette “torri”,
palazzoni color pastello che spuntano come funghi in mezzo al nulla e dove vengono stipati i
kurdi di Ayazma, un’altra volta profughi.

A Diyarbakir, Sirnak, Cizre, Urfa e in altre città grandi e piccole, si sono insediati da ormai quattro anni sindaci filokurdi. E’ il loro partito, il DTP, la rete del nuovo tessuto democratico e partecipativo in un territorio che vede la chiusura dei giornali kurdi, le denunce e gli arresti dei sindaci, dove le istituzioni della cultura kurda restano aperte a sfida della repressione, come l’IHD, l’associazione dei diritti umani, l’associazione profughi Goc Der, i centri culturali, il coraggioso sindacato degli insegnanti Egitim Sen aderente al Kesk, il quotidiano Ozgur Gundem
con quaranta giornalisti uccisi, sette volte chiuso e otto volte riaperto con altro nome.
Saremo chiamati a guardare e ad incontrare l’altra faccia delle cartoline: i profughi, le prigioni, la tortura coraggiosamente testimoniata da medici ed avvocati, i bambini costretti a vivere in strada – oltre 30 mila nella sola Diyarbakir – il sodalizio di donne riunite intorno alle Madri della Pace che non teme violenze ed arresti pur di difendere la memoria dei figli…

Un viaggio nell’antica Mesopotamia, attraverso un’umanità che vuol conoscere e farsi riconoscere, oltre il muro del silenzio, ad occhi, mente e cuore aperti.


Avviso ai viaggiatori
Non aspettare a dare la tua adesione, prenotati subito, potrai usufruire di prezzi vantaggiosi sui biglietti aerei.
Comunque, la prenotazione dovrà essere effettuata entro il 15 giugno, salvo esaurimento posti aerei.

Documenti
Passaporto in corso di validità

Istruzioni
Una volta pagato il biglietto aereo, le spese di viaggio sono comprensive di vitto, alloggio in albergo, pulmino per gli spostamenti e due interpreti, per un totale di circa 600 euro.
L’adesione al viaggio prevede inoltre un contributo di solidarietà di 50 euro all’associazione che sarà finalizzato alla realizzazione di un progetto; tale contributo dovrà essere versato con la prenotazione dei biglietti aerei.
All’inizio del viaggio verrà istituita una cassa comune, alimentata da tutti i partecipanti, per far fronte alle spese collettive.

Programma del viaggio
Si tratta di una prima bozza, seguirà il programma dettagliato con elencati spostamenti, alberghi
e incontri con associazioni e municipalità.

Partenze e arrivi
La partenza è prevista da Milano Malpensa e da Roma per il giorno 26.7.2007. Il ritorno è previsto, tenuto conto delle diverse disponibilità dei voli aerei, per il giorno 6 agosto (Roma) e per il giorno 7 agosto (Milano).

Consolato
Come sempre, verrà informato della presenza della nostra delegazione e delle proprie mete, l’ufficio consolare italiano.

Riferimenti per informazioni e prenotazioni:

Antonio Olivieri – Alessandria tel. 335/7564743 Email: antonioolivieri@libero.it
Lucia Giusti – Alessandria tel. 333/5627137 Email: luciagiusti@email.it

Ente promotore
Associazione Verso il Kurdistan – Onlus