domenica 12 giugno 2011

Viaggio in Kurdistan, paradiso della mezzaluna fertile, mosaico di culture e di popoli

23 luglio – 6 agosto 2011

Sono nata in Tunisia,
sono cresciuta in Egitto,
ho percorso la Palestina e la Libia,
un giorno arriverò in tutto il Medio Oriente,
mi chiamo Libertà
Scritto su un muro di un carcere
di Alessandria d’Egitto (anonimo).





Partenza dall’Italia il 23 luglio 2011; il ritorno è previsto per sabato 6 agosto.
Siamo al 9° anno di questa esperienza di viaggio solidale e di conoscenza in Kurdistan, nella terra dei kurdi, un’area a forma di mezzaluna, nel cuore del Medio Oriente, l’antica terra di Mesopota-
mia, la terra compresa tra i due grandi fiumi biblici, il Tigri e l’Eufrate.
Kurdistan non sta ad indicare uno stato indipendente, ma una zona geografica dai confini non definiti, divisa tra gli attuali stati di Turchia, Siria, Iraq e Iran, fino a lambire i margini dell’Armenia.

23 – 24 - 25 luglio giorni 1 – 2 - 3

Prima tappa del nostro viaggio Istanbul, per visitare, certo, Santa Sofia, la Moschea blu, il Topkapi e le altre meraviglie del Corno d’Oro, ma anche per vedere l’altra faccia delle cartoline, incontrare le associazioni dei diritti umani, le istituzioni della cultura kurda: il Goc Der, l’associazione dei profughi e dei rifugiati di Istanbul; Tuad Der e la Tayad, le associazioni che si occupano delle carceri e dei detenuti politici; la Casa di accoglienza per migranti, un centro socio-sanitario nel quartiere più multietnico di Istanbul, Kunkapi, voluto dall’associazione di avvocati, Tohav, e dai Medici del Mondo francesi e dalla quale abbiamo ricevuto una richiesta di sostegno per la fornitura di medicinali.

 

26 – 27 luglio giorni 4° - 5°

Partenza per Van.
Van (Wan in kurdo) è la seconda città, per importanza, del Kurdistan turco, dopo Diyarbakir.
Adagiata a 1.700 metri d’altezza sulle rive del lago omonimo, dalle isole ricche di storia, come quella di Akdamar, che emerge dalle acque del lago con il suo gioiello incastonato ad est: una chiesetta armena, in arenaria rossa, straordinariamente decorata ed oggi restaurata.

Van è dominata da un castello grandioso ed austero, ricco di scritte cuneiformi.
La città fa risalire le sue origini leggendarie al gigante Gilgamesh ed al diluvio universale; la storia invece ci parla del regno di Urartu, gli antenati degli armeni, quasi tremila anni addietro.

E’ in questa città che la nostra delegazione di osservatori della società civile ha vissuto la straordinaria vittoria elettorale del partito filokurdo Dtp (oggi Bdp), dopo le tremende giornate del Newroz 2008, costato due morti e centinaia di arresti e feriti; è in questa città che da tre anni, abbiamo avviato un progetto di borse di studio per dieci ragazze dell’associazione dei famigliari dei detenuti politici, Tuyad Der, tutte provenienti da famiglie che versano in gravi difficoltà.
Fino a poco tempo fa, il rispetto delle tradizioni imponeva ai genitori il divieto di mandare le bambine a scuola: con questo progetto – si chiama progetto Berfin (Bucaneve) - il cui sostegno prevede un contributo annuo di 250 euro cadauna, le ragazze hanno la possibilità di frequentare la scuola e accedere all’istruzione.
A Van, visiteremo anche “Van Belediyesi Kilim Atolyesi Sosyal Meskenler”, una cooperativa che occupa un centinaio di ragazze provenienti dai villaggi della provincia di Hakkari, che si occupa della produzione di kilim e di ceramiche fatte a mano.

28 luglio giorno 6°

Da Van a Hakkari sono circa duecento chilometri.
Si attraversa una regione dominata da verdi pascoli montani e straordinarie vallate, ma irta di check point e postazioni militari.
In questa zona di confine, sono schierati 250 mila soldati turchi, pronti ad entrare in Iraq con il pretesto di fermare la guerriglia del Pkk, in realtà per calare una pesante ipoteca sull’ipotesi di un futuro stato kurdo in nord Iraq e allungare le mani sui giacimenti petroliferi di Kirkuk e Mossul.

Lungo il il percorso che collega Van ad Hakkari, faremo tappa a Yuksekova, dove a marzo di quest’anno abbiamo partecipato alle celebrazioni del Newroz. Qui incontreremo la municipalità condotta dalla coraggiosa sindaca del partito filokurdo Bdp, Ruken Jetiskin, che si trova attualmente in carcere e l’associazione delle famiglie dei martiri di Yuksekova – Meya der – con la quale stiamo avviando un progetto per la consegna di 9 borse di studio ad altrettante ragazze provenienti da famiglie che vivono gravi difficoltà economiche e situazioni di disagio.

Proseguendo si arriva a Semdinli, dove confluiscono i confini artificiali di Turchia, Iraq e Iran, zona cara alla resistenza kurda che ventisette anni fa nacque proprio qui.
A Semdinli, incontreremo la municipalità ed il Sindaco.
E’ nostra intenzione porre le premesse per avviare un gemellaggio scolastico tra le scuole di Semdinli e un’associazione di insegnanti torinesi che ha già sperimentato un’opportunità di questo genere.
In serata, partenza per Hakkari.

29 luglio giorno 7°


Hakkari è l’antica Merivan, oggi città di frontiera, dove gli scontri tra guerriglia ed esercito sono più intensi: 70 mila abitanti, molti profughi di guerra, poca agricoltura e pastorizia, ancor meno commercio, eccezion fatta per i celebri tappeti kilim che qui hanno una tradizione secolare.
Con la municipalità di Hakkari, stiamo concludendo un interessante progetto per la costruzione di un mercato coperto, per dare lavoro e riparo ai numerosi profughi che sopravvivono trainando i loro carretti da ambulante, con misere cose, esposti ad intemperie per molti mesi all’anno.



30 – 31 luglio giorni 8° - 9°

Percorriamo la strada che collega Hakkari a Sirnak, un sottile nastro d’asfalto che corre a lato del fiume Zap, tra immense montagne e profonde gole, villaggi arroccati dove manca tutto, un percorso disseminato di posti di blocco e casematte dell’esercito.
Poco prima di Sirnak, si devia sulla destra e si raggiunge la vicina Uludere: abbarbicata sui monti, una popolazione di 7.500 abitanti, tutti pastori e contadini, nessun servizio sociale.
E’ qui che l’associazione trentina “Verso la Mesopotamia” sta realizzando con la municipalità di Uludere e il contributo finanziario della Provincia Autonoma di Trento, un progetto per un impianto di depurazione, canalizzazione e distribuzione dell’acqua potabile nelle case.
Incontreremo la Sindaca, Sukran Sincar, ed avremo modo di monitorare lo stato di realizzazione del progetto.
In questa zona, a Beytussebap, si tiene un importante festival, il Festival della tosatura degli agnelli: per quest’anno, la data non è ancora stata fissata, ma solitamente, è per la fine del mese di luglio.

Lasciata Uludere, si arriva a Sirnak, ai piedi del monte Cudi, regione del Botan, in una realtà caratterizzata da un’invadente presenza militare, una situazione sanitaria disastrosa, conbinata a povertà diffusa e profonda. E’ qui che vengono destinati i contributi raccolti con la nostra campagna “Arance di Natale … arance per la vita” che servono a finanziare l’acquisto di medicinali gratuiti per la popolazione kurda priva di “carta verde” (quest’anno la campagna ha fruttato ben 9.500 euro).
La regione evoca nomi mitici, nomi biblici: nella vicina città di Cizre, ci sarebbe la tomba di Noè; sul monte Cudi, il Corano dice che si sarebbe adagiata l’Arca (che la Bibbia vorrebbe, invece, incagliata sul vicino monte Ararat); Sirnak, che nel simbolo della città compare una nave adagiata su una montagna, deve il suo nome proprio alla leggenda dell’Arca (da “Sir” che significa “città” e “Nak” è “Noè”).
A Sirnak, incontreremo il Sindaco Ramazan Uysal e la municipalità.

Da Sirnak si scende verso Cizre e poi, attraverso una piana assolata che corre a lato del confine siriano, verso Nusaybin, l’antica Nisibis romana, divisa, dalla città gemella di Qamishli, in territorio siriano, da rotoli di filo spinato e torrette militari. A Nusaybin, incontreremo l’associazione delle donne di Agenda 21, con le quali abbiamo realizzato il progetto di “caffetteria” all’interno del centro culturale “Mitanni” e visiteremo i resti dell’antica chiesa ortodossa.

Mardin ci appare in lontananza, arroccata su una collinetta rocciosa dalla quale domina la pianura sottostante che arriva fino al deserto siriano.
La città è rimasta intatta, con la sua cittadella merlata, le antiche case in pietra rosata, lo storico bazar, un armonioso mosaico di religioni, popoli e culture, che convivono da secoli.
Pernottamento a Mardin.

1 – 2 agosto giorni 10° - 11°

In mattinata, partenza per Diyarbakir, l’antica Amida, la città più popolosa del Sud-Est e capitale virtuale del Kurdistan turco.

Del milione e mezzo di abitanti, lo Stato turco ne censisce neanche la metà, gli altri sono profughi che popolano un’infinita periferia di dignitosa povertà. Le ventidue moschee, la chiesetta armena sopravvissuta al genocidio, la chiesa caldea, il bazar, l’antico caravanserraglio, il centro storico della città, la casa dei trasmettitori di cultura orale – Dengbej Evi - e, soprattutto, le possenti mura di basalto che racchiudono la città, con le ottandue torri sull’alto corso del Tigri, le strade sempre piene gente, di colori, di suoni, ritornano nei sogni e nei canti della diaspora kurda.

Nella città di Diyarbakir, abbiamo avviato, da anni, progetti di sostegno a distanza delle famiglie dei detenuti politici con l’associazione Tuad Fed e le Madri della Pace, aiuti per un’associazione di handicappati (Bedensel Engelliler Dernegi Diyarbakir) e un progetto pilota per i bambini che lavorano in strada nella sottomunicipalità di Baglar.

A Diyarbakir, è previsto un incontro con i dirigenti del Bdp e con i parlamentari eletti del blocco Lavoro, Democrazia e Libertà, oltre che con le associazioni kurde con le quali abbiamo in corso i progetti di affidamento.

E’ qui che, nell’ottobre del 2010, abbiamo partecipato al processo KCK contro 151 sindaci, ex parlamentari, dirigenti del Bdp, semplici militanti, tutti accusati di aver costituito un’organizzazione illegale finalizzata a “sovvertire lo Stato”!
Questo processo riprenderà proprio il giorno 2 agosto e noi vi parteciperemo insieme alle varie delegazioni provenienti da ogni parte d’Europa.

Come ambasciatori di un’altra Europa possibile, vogliamo portare la nostra solidarietà a chi, ancora oggi, subisce carcere e repressione per motivi politici.

Da Diyarbakir, si può salire verso Hasankeyf, per vedere i resti di dodici millenni di storia, prima che li sommergano le acque della diga di Ilisu, con le pesanti conseguenze dell’esodo forzato di 60 mila kurdi, la trasformazione della valle del Tigri in un grande lago e il rischio di nuove guerre per l’acqua con i Paesi limitrofi.

Hasankeyf, capitale degli antichi regni d’Anatolia, vero e proprio museo all’aperto, che ospita, oltre a chiese e moschee, anche la tomba del sultano Suleymano, diretto discendente di Maometto, è una città che ha conosciuto ben nove civiltà diverse, ognuna delle quali ha lasciato impresse testimonianze dirette.
Luogo d’incontro delle tre grandi religioni monoteistiche - la cristiano ortodossa, quella cattolica,
assiriana ed islamista - le sue torri hanno visto passare arabi, mongoli, persiani, turcomanni, ottomani.

Al termine della visita, incontro con i rappresentanti dell’associazione “Iniziativa per far vivere Hasankeyf” che, da anni, lotta per impedire la costruzione della diga di Ilisu e permettere ad Hasankeyf di continuare a vivere.

3 agosto giorno 12°

Da Diyarbakir, si raggiunge Adyaman. Da qui, si può salire al Memrut Dagi (2.150 mt), per ammirare, al sorgere del sole, di fronte ad un interminabile panorama con l’azzurro nastro dell’Eufrate che si snoda a distanza nella pianura, le grandi figure di pietra che il re Antioco I° di Commagene (II° secolo a. C.), fece erigere a celebrazione di se stesso: “Io, Antioco, ho fatto erigere questo monumento a commemorazione della mia gloria e di quella degli dei”.
Il sito è patrimonio mondiale dell’Unesco, un mausoleo a cielo aperto, sulla cima del Nemrut, battuta dai venti.

4 – 5 agosto giorno 13°- 14°

Al centro della piana di 400 chilometri di terra fertile che congiunge da est ad ovest, il bacino dell’Eufrate (Ferat) con quello del Tigri (Dicle), terreno del gigantesco sconvolgimento idrogeologico noto come progetto Gap, che con le sue 22 dighe e centrali idroelettriche, darà un domani alla Turchia, il rubinetto dell’oro bianco da drenare verso l’Anatolia ed Israele, a danno della Siria e dell’assetato Iraq, e di migliaia di kurdi costretti a migrare, sorge la città di Urfa, l’antica Edessa, oggi Sanliurfa per le mappe, detta la città dei profeti, mitica patria di Abramo, con il suo famoso lago dei pesci sacri, il grande e suggestivo bazar, il caravanserraglio che si trova all’interno del bazar, il museo archeologico.
Nei pressi di Urfa, sul confine con la Siria, troviamo il villaggio di Harran, con le sue caratteristiche case ad alveare, uno degli insediamenti più antichi del mondo, citato anche dalla Genesi, e i recenti scavi del sito archeologico di Gobekli Fepe, risalente al periodo neolitico.


Ultima tappa del nostro viaggio Gaziantep, che, con annessi dintorni, è la città da dove proviene buona parte dell’emigrazione kurda presente in Alessandria e provincia.

Gaziantep è anche sede di uno dei più famosi musei archeologici della Turchia, dove hanno trovato riparo i mosaici dell’antica città romana di Zeugma.

Nei pressi di Gaziantep, è possibile visitare Birecik, dove sorgeva il leggendario tempio del peccato e i resti di Zeugma, una pompei mesopotamica, sparita, a giugno del duemila, nel bacino artificiale della grande diga “Ataturk”, sull’Eufrate, la cui costruzione determinò l’esodo di 200 mila kurdi e la sommersione di numerosi siti archeologici. Nei pressi, anche Halfeti, città rimasta sommersa per due terzi dalle acque della diga.

Verso sera, partenza per Istanbul e ritorno in Italia.


* * * * *

Il 12 giugno si sono già tenute importanti elezioni politiche in Turchia, elezioni che hanno visto un successo dei candidati indipendenti del Bdp in tutte le zone kurde e che, per quel Paese, segnano già un passaggio storico decisivo.

Ci auguriamo che possa accendersi una nuova speranza per il popolo kurdo, dopo decenni di guerra e massacri, anche se ad oggi si profilano nuovi pericoli autoritari.
Non perdiamo questa occasione di essere testimoni della storia.

A Diyarbakir, Sirnak, Hakkari, Yuksekova,Van e in altre città grandi e piccole, si sono insediati sindaci filokurdi.

E’ il loro partito, il Bdp, la rete del nuovo tessuto democratico e partecipativo, in un territorio che continua a vedere fermi ed arresti quotidiani di sindaci e di semplici militanti, processi di massa, carcerazioni di minori, associazioni aperte a sfida della rep

ressione..

Ma questo è un grande popolo, un popolo che non si piega..

Un viaggio nell’antica Mesopotamia, attraverso un’umanità che vuol conoscere e farsi riconoscere, oltre il muro del silenzio, ad occhi, mente e cuore aperti.

Un’altra Europa è possibile, un’altra Europa è presente!



N O T E    D I  V I A G G I O



Avviso ai viaggiatori

Invitiamo a non aspettare per dare la propria adesione. E’ utile prenotarsi subito, potendo così usufruire di prezzi vantaggiosi sul costo dei biglietti aerei. Comunque, la prenotazione dovrà essere effettuata entro il 10 luglio.

Vaccinazioni e documenti

Nessuna vaccinazione o visto d’ingresso obbligatori.
Occorre essere in possesso di passaporto in corso di validità o di carta d’identità con validità minima di 6 mesi.

Istruzioni

Le spese di viaggio sono comprensive di: biglietti aerei, vitto, alloggio in albergo, pulmino per gli spostamenti ed un interprete, per un totale stimato di circa 1.200 euro a persona.
L’adesione al viaggio prevede un contributo di solidarietà di 50 euro per l’associazione che lo finalizzerà alla realizzazione di un progetto; tale contributo dovrà essere versato con la prenotazione dei biglietti aerei.
All’inizio del viaggio, verrà istituita una cassa comune, alimentata da tutti i partecipanti, per far fronte alle spese collettive.

Programma di viaggio

Il presente programma può essere soggetto a variazioni, in base al clima, alle esigenze dei viaggiatori, alle associazioni locali e alle difficoltà che si possono incontrare.
Delle attività previste durante il viaggio, non sono da considerarsi facoltative le visite ad associazioni/municipalità e ai progetti.
A questo programma generale, farà seguito un programma più specifico con precisati spostamenti, alberghi e orari degli incontri.

Livello di difficoltà

Il viaggio e gli spostamenti previsti dal programma non presentano difficoltà particolari e sono accessibili a persone adulte.

Consolato

Come sempre, verrà informato della presenza della nostra delegazione e delle proprie mete, l’Ufficio consolare italiano.

Partenze ed arrivi

La partenza è prevista da Genova e da Roma nella giornata di sabato 23 luglio; il ritorno è previsto per sabato 6 agosto. E’ possibile concordare altre date rispetto a quelle proposte.

Riferimenti per informazioni e prenotazioni

Antonio Olivieri – Alessandria tel. 335/7564743 Email: antonioolivieri@libero.it
Giusti Lucia – Alessandria tel. 333/5627137 Email: luciagiusti@email.it

Ente promotore

Associazione onlus “Verso il Kurdistan”


Scegli di destinare il tuo 5 x 1000 ad Associazione Verso il Kurdistan onlus

Firma l’apposito spazio sulla dichiarazione dei redditi indicando il Codice Fiscale di associazione Verso il Kurdistan onlus 96036900064
Il tuo contributo per i progetti di solidarietà nel Kurdistan turco.










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