lunedì 18 gennaio 2010




Appello per il Newroz 2010

È il Newroz, il 21 Marzo, la festa del nuovo giorno, la festa che per tutti i popoli mesopotamici e per il popolo kurdo in particolare, segna la fine dell’oscurità e la rinascita della luce e della vita. È la festa del fuoco, la festa della purificazione, il giorno dell’identità nazionale kurda negata dall’autoritarismo della Turchia e degli altri Stati tra i quali questa terra è suddivisa. Il Kurdistan, il paese che non c’è, i kurdi, la più grande nazione al mondo alla quale viene negato il diritto ad esistere.Quaranta milioni di cuori che lottano, che soffrono e che trovano in questa festa la sintesi e l’apoteosi della loro lotta.
Il giorno del fuoco, il fuoco come segno di purificazione, i grandi fuochi a segnare degli spazi di libertà sotto la costante minaccia della repressione armata poliziesca che, specialmente in Turchia, non tollera questa forma di rivendicazione politica, sociale e religiosa estranea al totalitarismo kemalista che tende a ridurre ad “uno” la molteplice ricchezza dei popoli che abitano l’Anatolia e la Mesopotamia.
Il 2009 è stato l’anno che dopo aver sancito la straordinaria affermazione elettorale, in tutto il Kurdistan turco, del Partito della Società Democratica (DTP) nelle elezioni amministrative del Marzo 2009 ha poi segnato l’arresto di centinaia di sindaci, amministratori locali, democraticamente eletti dal popolo, da parte delle forze di polizia turche, come anche di moltissimi esponenti della società civile, giuristi e sindacalisti kurdi e turchi. Il 2009 è stato l’anno delle grandi manifestazioni di piazza per chiedere la liberazione e comunque per protestare contro il peggioramento delle condizioni detentive del Leader del popolo kurdo, Abdullah Ocalan, manifestazione bagnate nel sangue di numerose vittime della repressione di Stato. L’anno nel quale è esploso, in tutta la sua assurdità ed ipocrisia, il problema dei minori condannati e detenuti dalle autorità turche, colpevoli di aver manifestato per la propria identità ed il loro futuro. L’anno della speranza suscitata dalla proposta di “Road Map” elaborata dal Presidente Abdullah Ocalan, proposta mai resa pubblica dalle autorità turche. L’anno dell’arrivo trionfale, nel Kurdistan turco, dei “Gruppi di pace” promossi dal Presidente Abdullah Ocalan. Speranze poi affossate dalla chiusura del Partito della Società Democratica e dal soffocamento della straordinaria esperienza delle amministrazioni locali kurde con l’arresto di Natale di altre decine di sindaci ed amministratori locali.
Ogni anno numerose delegazioni di osservatori europei e soprattutto italiani raggiungono il Kurdistan turco per partecipare al Newroz, incontrare la società civile e raccogliere testimonianze sulle violazioni dei diritti umani. Testimonianze che poi saranno diffuse in tutta Europa come martello che tenta di bucare il muro del silenzio che circonda e nasconde le vicende kurde in Turchia. L'invito è rivolto, in particolare, a tutti i cooperanti e gli operatori che si occupano di asilo politico affinché possano, sperimentando direttamente la difficile condizione nella quale sono relegati i kurdi in Turchia, utilizzare le conoscenze acquisite per produrre delle pratiche e delle azioni di aiuto sempre più efficaci.
Quest’anno, ancora di più che negli anni passati avremmo bisogno di organizzare una forte delegazione di osservatori che possano, oltre che partecipare alle celebrazioni del Newroz e monitorarne lo svolgimento, soprattutto portare la solidarietà dei democratici italiani ai rappresentanti politici, ai militanti, simpatizzanti e cittadini e cittadine di Amed, Wan, Dersim, Colemerg, Riha, e delle altre città kurde.
Il Newroz come viaggio di conoscenza e di solidarietà per promuovere, in ambito europeo, un’attenzione sulle violazioni dei diritti umani in Turchia affinché ciò sia di monito e di stimolo al cambiamento di questo Stato.