lunedì 14 aprile 2008

INCONTRO CON IHD (ASSOCIAZIONE DEI DIRITTI UMANI) DI VAN

L'associazione IHD, aperta a Van nel 1986, ha 150 membri, volontari, con diverse professionalità (avvocati, psicologi, insegnanti etc.). La sede centrale è ad Ankara.

Scopo principale dell'associazione è raccogliere denunce e dati sulla violazione dei diritti umani nell'area del Kurdistan turco. Mensilmente l'IHD pubblica un report e ne dà diffusione via stampa.

Nel corso di questi anni l'IHD ha rilevato un aumento delle violenze e della repressione da parte dell'esercito turco in periodi di tempo definiti: il Newroz; proteste per l'arresto del Presidente Ocalan (15 febbraio);la festa della donna (8 marzo); la festa dei lavoratori (1 maggio).

In questi periodi critici l'esercito attua arresti, messa in custodia cautelare, perquisizioni di sedi di associazioni filokurde e del partito DTP.

“Quest'anno, dopo le operazioni militari di febbraio l'aumento delle violenze contro la popolazione kurda può dirsi esponenziale”.

Nella sola città di Van sono state effettuate ripetute perquisizioni in molte sedi di associazioni filo kurde, con sequestro di documentazione e di archivi informatici, arresti (Presidente del Tuyad der, del KESK etc) e intimidazioni.

Un fatto gravissimo è successo ad Ergis, paese vicino Van, dove il 5 marzo, in occasione della festa della donna, sono state arrestate 150 persone e uccisa una persona a bastonate (n.d.t. testimonianza con fonte video).

La zone di confine tra l'Iran e l'Iraq è teatro di continue uccisioni di persone costrette al traffico illegale per sopravvivere. Solo nel 2007 ne sono state uccise 7.

I membri dell'IHD denunciano l'indifferenza dell'U.E. e dell'Italia e il loro sostegno alle operazioni militari dell'esercito turco nel Kurdistan irakeno, avvallando di fatto una violazione dei diritti umani più cruenta di quella registrata nel biennio nero '90/'92.

Terrorizzare ed intimidire è lo scopro principale delle perquisizioni, anche di abitazioni private, così come l'abuso di messa in custodia cautelare di centinaia di persone.

Spesso la polizia ricorre alla violenza fisica per costringere le persone a firmare fogli in bianco, dove successivamente aggiunge dichiarazioni false, quali possesso di armi e/o di materiale di propaganda del PKK, essere affiliato o sostenitore del PKK.

Le dichiarazioni, così estorte, vengono successivamente utilizzate nei processi per ottenere condanne di anni. Nove mesi è la durata massima della custodia cautelare: 6 mesi in attesa di apertura del processo, 3 mesi per l'avvio.

La domanda conclusiva dell'incontro riguarda i procedimenti a carico degli associati IHD: tutti hanno un'inchiesta in corso, molti i processi a loro carico per aver denunciato le continue violazioni dei diritti umani nel corso di conferenze stampa o di interviste sui media locali e nazionali.

VAN 21 marzo 2008 Delegazione Van

INCONTRO CON IL PRESIDENTE DI GOC DER, GIYASETTIN GULTEPE

L'associazione è stata fondata per assistere i profughi sfollati dai villaggi che sono stati bombardati e distrutti dall'esercito.

Sono stati bruciati circa 4.000 villaggi e sono stati evacuati più di 3 500 000 di abitanti: non esiste un altro esempio simile al mondo.

Molti profughi sono affluiti a Van, Batman e a Diyarbakir.

Solamente nella periferia di Van 285 villaggi sono stati sfollati da Hakkari, Sirt, Bitlis, Mus, Eruth.

Molti hanno rifiutato di fare i guardiani di villaggio ed hanno lasciato la loro zona.

Nelle ultime operazioni militari sono stati evacuati 10/ 15 villaggi ai confini di Iran e Iraq, nella zona di Hakkari, Dersim e Van, che sono andati ad ingrossare i quartieri dei profughi di Cukurca e di Yuksekova

Van che era una città di 150.000 abitanti oggi e' diventata una metropoli di 650.000 abitanti e le infrastrutture non hanno retto a tale affluenza.

Per coloro che restano nei villaggi vi sono forti limitazioni: e' vietato portare gli animali al pascolo sull'altopiano; vi e' la limitazione nell'acquisto dei generi alimentari, che viene controllato dagli stessi fornitori; solamente pochi pastori sono autorizzati a fare il pascolo sull'altipiano con l'obbligo di esibire uno speciale permesso alla gendarmeria per accedere nello loro stesse proprietà!

I guardiani di villaggio sono dei kurdi collaborazionisti. Essi hanno occupato ı villaggi abbandonati e sfruttano le terre degli sfollati. Per non perdere i loro profitti difendono le occupazioni illegittime con le armi, cacciando i pochi che vi vorrebbero fare ritorno. Ad Hakkari hanno anche ucciso.

Per l'entrata della Turchia nella Unione Europea, è stata posta la condizione di risarcire i danni alle vittime della migrazione forzata.

Il Parlamento ha approvato la legge n. 5.233, denominata “Legge delle vittime del terrore”, che nulla ha risolto, salvo elargire pochissimi rimborsi. Infatti, dal 2004 ad oggi solamente 224 mila famiglie hanno richiesto l'indennizzo a fronte di più di 3 500 000 di vittime!

La legge 5.233 prevede il rimborso dei soli danni materiali, esclude quelli morali e psicologici che sono assai rilevanti per le famiglie di pastori e contadini che hanno perduto le terre ed i capi di bestiame, ritrovandosi in città senza nessuna professione.

Le donne sono costrette a fare le domestiche e i bambini hanno dovuto lasciare la scuola e vendere fazzoletti in strada o fare i lustrascarpe, con il pericolo di divenire progressivamente bambini di strada.

Un caso a parte, è rappresentato dai 15 mila profughi kurdi fuggiti dalla Turchia ed ammassati nel campo profughi di Maxmur in Iraq, che vorrebbero tornare nei loro villaggi ma non possono; solamente tre sono i medici delle Nazioni Unite che assistono ı malati del campo.

Le commissioni sui danni, costituite dallo Stato, hanno escluso Goc Der e le altre associazioni, c'è solo la prefettura e sono tutti impiegati dello Stato.

Ad esempio, ad Hizan nella commissione c'era un sottoprefetto responsabile della distruzione di almeno quattro villaggi; nel 2006-2007, e' divenuto viceprefetto e presidente della commissione di constatazione dei danni degli stessi villaggi!

Ancora: a Hizan, Van ed Hakkari c'erano molti alberi di noci e la commissione ha proposto un risarcimento di sole 20 lire turche, pari a 10 euro per ogni albero!

E' sempre il prefetto a decidere, favorendo le famiglie più vicine alle autorità.

VAN 21 marzo 2008 Delegazione Van

INCONTRO CON LA SEGRETARIA DELL'ASSOCIAZIONE “TUYAD DER” EMINE BOZKURT

Tuyad Der è l'associazione dei familiari dei detenuti politici. In questi giorni, a Van sono stati arrestati il presidente Adil Kotay e due dirigenti, Resit Erkal e Seyfettin Marti.

La segretaria e la tesoriera, in abito tradizionale kurdo, ci accolgono ed espongono la situazione carceraria locale.

Nel 2003 è stato costruito a Van un carcere di tipo F e dal 2004 hanno iniziato a trasferirvi i detenuti.

Il carcere di Van può ospitare 350 detenuti, gli altri vengono trasferiti altrove.

E' molto dura la condizione dei carcerati di Van; le punizioni disciplinari sono frequenti ed arbitrarie, i detenuti sono spesso privati delle visite dei parenti anche per un anno ed hanno il divieto di accedere alle comunicazioni telefoniche per il medesimo lasso di tempo.

Solamente ai genitori dei detenuti è concesso, per una volta al mese, un colloquio senza “sbarramenti”, gli altri possono visitare i detenuti dietro un vetro e comunicando con citofono.

Ogni carcere di tipo F ha le sue regole e sono i direttori a dettarle.

A Van il direttore del carcere esige che i visitatori subiscano perquisizioni corporali pretendendo che si spoglino completamente.

I familiari aspettano le visite all'aperto sotto il sole cocente d'estate e nella neve d'inverno.

Tre famiglie di Yuksekova, con parenti detenuti a Van, hanno richiesto al direttore del carcere di poter visitare i loro parenti nello stesso giorno, ricevendo un netto ed ingiustificato rifiutato.

Nel carcere di tipo F tutto viene negato: non viene acceso il riscaldamento in inverno, l'acqua calda viene erogata per un solo giorno a settimana e per poche ore, una sola ora d'aria al giorno è concessa ai detenuti delle celle comuni, nessun bene di prima necessità può essere portato dai familiari, solamente tre capi di abbigliamento sono concessi.

Il necessario deve essere acquistato all'interno spaccio del carcere, dove tutto costa moltissimo, i parenti sono costretti a comperare lì cibo e biancheria.

La famiglia deve pagare i consumi dei detenuti come luce, acqua e il carbone per il riscaldamento.

Ogni genere di arbitrio viene compiuto all'interno del carcere, ogni pretesto è colto per provvedimenti disciplinari. Non vi è neppure la certezza della pena perché con tre provvedimenti disciplinari di isolamento vi è l'aumento della pena detentiva.

Sono i detenuti a chiedere ai familiari di rivolgersi alle associazioni di tutela, ma questi ultimi per timore di rappresaglie sui loro cari rinunciano a protestare ed a far valere i loro diritti.

Due avvocati dell'associazione visitano i detenuti ogni settimana.

Molti carcerati non ricevono le visite perché le famiglie lontane non hanno la possibilità economica di affrontare le spese di viaggio

Attualmente sono circa 190 i detenuti politici kurdi (2008) sia in espiazione pena che in attesa di giudizio.

Nel carcere di Mus tutti i primi martedì del mese c'è la visita per i detenuti politici kurdi ed i loro familiari organizzano un pulmino comune.

VAN 21marzo 2008 Delegazione Van

INCONTRO CON KESK - CONFEDERAZIONE SINDACATO PUBBLICO IMPIEGO

All'incontro hanno partecipato:

Sinam Gunduz, segretario Egit Sem - sindacato insegnanti

membri dell'Egit sem

Yilmaz Berki, segretario settore sanitario

membri del settore sanitario

Rona Temelli assistente sociale

Introduce l'incontro Gunduz Sinam - Egit Sem

A premessa della testimonianza il segretario denuncia la totale assenza di politiche sociali da parte dell'attuale Governo.

Quest'anno il Governo ha varato una legge di riduzione delle spese sociali e un innalzamento dell'età pensionabile. Il 14 marzo, a livello nazionale, i sindacati hanno promosso uno sciopero di 2 ore, ampiamente partecipato, che ha costretto il Governo a ritirare la legge e modificare gli aspetti più duri.

Sono parte del KESK 11 categorie.

Sulla confederazione viene praticata dalle forze dell'ordine una continua e costante repressione, dispiegata in varie forme, ad esempio,:


nelle conferenze stampa di 100 persone sono presenti 300 poliziotti, per intimidire, incutere paura


15 giorni fa è stato posto in custodia cautelare il Presidente dell'Egit Sem


è stata perquisita la sede dell'Egit Sem e la polizia ha sequestrato documenti e l'archivio informatico.

In base alla convenzione 4688 le attività del sindacato sono legali ma gli ostacoli posti dalle autorità contro di esse sono migliaia e diversificati.

Il 20 marzo la polizia si e' presentata nella scuola dove presta servizio il Presidente del sindacato ed ha chiesto ad alunni ed insegnanti se il Presidente facesse propaganda per il PKK nella scuola!

Nel 2005, l'Egit Sem ha rischiato la chiusura perché l'articolo 1 del loro statuto prevede che ogni persona ha diritto all'istruzione nella propria lingua madre, quindi anche in Kurdo.

Il sindacato al momento ha tolto dallo statuto l'articolo incriminato e ha fatto ricorso alla Corte di Strasburgo per averne il riconoscimento. E' in attesa del verdetto finale.

Il segretario dell'Egit Sem passa a descriverci la situazione del sistema educativo di Van.

Van, 650mila abitanti, si caratterizza per l'alta presenza di sfollati interni, effetto della distruzione dei villaggi da parte delle forze militari turche.

Le famiglie, sradicate dalla propria realtà, povere, senza alcun aiuto da parte dello Stato non possono dare priorità all'educazione dei propri figli.

Gli uomini emigrano nelle grandi città dell'Ovest della Turchia e le donne diventano capofamiglia e i propri bambini sono costretti a lavorare per strada, a vendere fazzoletti, a fare i lustrascarpe o altri lavori precari.

“L'unica vera soluzione per queste famiglie - secondo l' Egit Sem - è la risoluzione del conflitto, la pace e il ritorno ai propri villaggi. In attesa di una risoluzione, lo Stato deve attuare politiche di integrazione delle migliaia di famiglie di sfollati ma è totalmente sordo a queste richieste”.

Per quanto riguarda lo stato della scuola , la situazione e' disastrosa, denuncia Gunduz.

In una classe, dove per legge sono previsti 24/27 alunni si arriva Van ad avere da 42 a 60 alunni.

Il livello d'istruzione della città è bassissimo: in una lista di 81 città, Van occupa il 74esimo posto per numero di studenti che accede all'Università.

Gli investimenti per l'ammodernamento dei laboratori scientifici ed informatici delle scuole sono esigui e non corrispondenti alle reali esigenze delle strutture scolastiche, di cui molte fatiscenti.

Gunduz passa quindi a descriverci le politiche nel settore educativo che l'AKP (Partito al Governo) sta attuando con forza e decisone, i cui risultati nefasti si potranno leggere da qui a pochissimi anni.

In primo luogo, nel 2007, l'AKP ha assunto in tre giorni 26 000 nuovi direttori scolastici, contravvenendo alle procedure previste e codificate per ricoprire tale incarico.

I 26 000 neodirettori scolastici sono uomini affiliati all'AKp, conservatori e tradizionalisti.

L'Egit Sem ha denunciato questo scandalo, ha vinto il processo (è stata riconosciuta l'incostituzionalità dell'assunzione) ma i direttori non sono stati rimossi!

L'AKP sta attuando un progetto di islamizzazione moderato del programma ministeriale per creare una futura generazione, certamente nazionalista ma non laica bensì religiosa.

A prova di ciò il segretario Gunduz cita la nascita di innumerevoli associazioni giovanili islamiche all'interno delle scuole superiori o dell'Associazione insegnanti islamiche a livello nazionale.

Inoltre l'AKP sta attuando un revisionismo storico con la pubblicazione di testi storici di chiaro contenuto religioso e senza far alcun riferimento alle minoranze presenti nella nazione.

Secondo Gunduz l'AKP sta abusando con l'uso della religione e sta utilizzando qualsiasi mezzo per indebolire le forze politiche kurde presenti nell'area.

Cita solo alcuni esempi.

L'Associazione insegnanti islamici ha aperto a Van due sedi nei quartieri dove vivono solamente kurdi.

Ai giovani che vogliono iscriversi all'Università l'associazione offre gratuitamente corsi preparatori agli esami di accesso e anche borse di studio per seguire gli studi universitari: basta aderire alla loro organizzazione!

Alle famiglie degli allievi - neoadepti vengono elargite donazioni di vario tipo.

Il paradosso e' che i finanziamenti di questa operazione scandalosa provengono dallo Stato oltre che da donazioni di imprenditori islamici.

Un'altra associazione islamica, "Non c'è nessuno", durante le feste religiose dona carne o altri beni di prima necessità, soprattutto alle famiglie più bisognose.

L'AKP dı Van distribuisce alle famiglie di sfollati 9 euro al mese per un figlio iscritto a scuola e 10 euro al mese per una figlia. In questo modo oltre ad incrementare una cultura della dipendenza conquista i voti delle donne, soprattutto capofamiglia.

Per aumentare il proprio potere l'AKP sta conducendo una politica di "assitenzialismo religioso”, creando una cultura di dipendenza, distribuendo cibo, carbone, etc.

In questo progetto di corruzione generalizzata l'AKP ha coinvolto anche i capoclan - molto presenti nella zona e con ancora un grosso peso in ampi settori della società - assegnandogli poteri locali in cambio di voti.

Nell'attuale società turca, il sistema di corruzione e' ai massimi livelli denuncia Gunduz.

L'ultima parte dell'incontro e' dedicata alla testimonianza di Rosa Temelli, assistente sociale, impiegata presso un orfanotrofio.

La politica di islamizzazione di ampi settori della società si sta attuando anche nel settore sociosanitario.

Così come nelle scuole anche negli orfanotrofi ai posti di comando sono stati inseriti uomini affiliati al partito AKP.

La politica ideologica prevale su quella degli investimenti e gli orfanotrofi versano in condizioni disastrose così come la maggior parte dei servizi sanitari.

Il governo ha ridotto i finanziamenti nel settore sociale privilegiando le spese militari.

L'assenza del Governo è evidente in tutto il settore sociosanitario, in particolare modo nel non affrontare affatto o in modo superficiale il problema delle donne, vittime di maltrattamenti e violenze, che in quest'area rappresenta una grave criticità.

Se le donne denunciano la violenza - subita spesso all'interno della propria famiglia - può accedere in una casa famiglia, ma solo per 6 mesi. Il breve periodo non permette a nessuna donna di ricostruire un propria progetto di vita, inducendola a vivere per strada, priva di tutto. Il ritorno a casa comporterebbe la morte sicura, ovvero a subire il “delitto d'onore”. Questi ultimi vengono, nella maggior parte dei casi, camuffati come suicidi, permettendo così ai colpevoli di rimanere impuniti per il crimine commesso.

VAN 21 marzo 2008 Delegazione Van

INCONTRO CON L'AVV. AYHAN CABUK PRESIDENTE BARO, ASS. AVVOCATI DEMOCRATICI

L'avv. Ayhan Cabuk introduce l'incontro parlandoci subito delle forti tensioni di questi ultimi giorni. Egli ritiene che vi sia un gruppo di potere che crea appositamente conflitti per cercare il pretesto per lo scontro.

Lo Stato ha assunto una politica intransigente, non ha intavolato trattative, né proposto alcun progetto per la soluzione della questione kurda, che viene liquidata equiparandola al terrorismo.

Oggi i funzionari dello Stato non autorizzano i festeggiamenti tradizionali kurdi per creare delle tensioni inutili nella società. Prevede ci siano scontri.

La Turchia ha preso atto di non poter entrare nella Unione Europea ed ha ripreso come in passato una feroce repressione contro il popolo kurdo; vi è poi una forte corrente di nazionalisti che temono la perdita della identità turca.

Gli avvocati del Baro sostengono l'ingresso della Turchia nell'Unione Europea, con la speranza di veder accelerare il processo di democratizzazione del paese.

Cabuk Ayhan dedica l'ultima parte dell'incontro ad alcuni processi eclatanti contro la popolazione kurda.

In ordine

Il processo nei confronti del sindaco di Sur; viene perseguito per aver pubblicato un depliant di presentazione dei servizi della municipalità in diverse lingue, tra cui il kurdo.

Il presidente del Baro ci riferisce che lo Stato turco ha assunto una posizione di negazione ed opposizione nei confronti dell'identità, della lingua e della cultura kurda.

Nonostante il fatto che all'ultima udienza la difesa del sindaco di Sur , Abdullah Demirbas, ha prodotto due precedenti sentenze che lo vedono assolto in processi simili ed ha eccepito l'applicabilità in Turchia di leggi europee (perché paese firmatario di accordi) che prevedono l'uso di altre lingue, egli non è ottimista.

Sostiene che nella giurisprudenza costante interna viene affermato il principio che negli uffici pubblici non si possa usare e scrivere in altre lingue, diverse dal turco.

Le leggi sovranazionali europee valide in Turchia vengono violate costantemente dallo Stato turco che preferisce pagare sanzioni amministrative salate piuttosto che adeguarsi.

Nella Carta Costituzionale la lingua ufficiale è il turco; il kurdo è vietato né autorizzato, la costante interpretazione rigida dei dettami legislativi è praticata per individuare e perseguire più violazioni possibili a scopo palesemente punitivo.

La riforma costituzionale del 2002, in prospettiva dell'ingresso della Turchia nell'UE, ha procurato solamente poche aperture, come ad esempio poche ore di trasmissioni culturali kurde ( solamente canzoni).

A Van vi sono 8/10 radio private e due reti televisive; quelle che hanno trasmesso in lingua kurda sono state chiuse, le altre nel timore essere chiuse non osano farlo. La popolazione kurda in questa zona guarda la TV kurda trasmessa dall'Iraq.

La repressione subita dagli avvocati

Gli avvocati che assistono i kurdi in processi politici, sono a loro volta perseguiti, vengono ostacolati nell'esercizio della professione e delle difese sia dalla polizia che dalle autorità.

Ayhan Cabuk è uno degli avvocati del processo per i fatti di Semdinli (attentato dinamitardo da parte della polizia alla libreria del paese) ed unitamente ad altri otto colleghi è stato inquisito e pende il procedimento penale a loro carico.

All'ultima udienza del processo di Semdinli gli avvocati della difesa delle parti offese, per protesta, non si sono presentati in aula ed alla penultima udienza sono usciti avendo capito che i mandanti dell'attentato sarebbero stati assolti, come è poi avvenuto.

ÇOKURCA 21 marzo 2008 Delegazione Hakkari

NEWROZ A ÇOKURCA

4 persone della delegazione, presente in Kurdistan per il Newroz 2008, si sono recate oggi a Çokurca, cittadina di 7000 abitanti prossima al confine con l'Irak, per partecipare alla festa del Newroz in svolgimento oggi.

La strada da Hakkari a Çokurca (80 km) percorre l'aspra valle del fiume Zap, che poi entra in Irak, dove affluisce nel Tigri.

Abbiamo superato 4 posti di blocco dell'esercito e della polizia, con controllo meticoloso dei documenti.

Çukurca è una cittadina molto povera, la cui economia è strangolata dalle restrizioni imposte dalla prepotente presenza dell'esercito, che controlla il territorio e impedisce la pastorizia e l'agricoltura al di fuori del territorio comunale. Le caserme sono numerose e dominano la strada di accesso e il paese stesso.

La spianata in cui si e' celebrato il Newroz era controllata dalla polizia turca che perquisiva ogni partecipante all'ingresso.

Nonostante ciò, circa 700 persone hanno partecipato alla festa del loro capodanno. Musicisti ed oratori si sono alternati sul palco per tutta la mattinata e nel pomeriggio.

Danze folcloristiche, il simbolico falò e i colori della bandiera kurda (rosso, giallo, verde) in un atmosfera di gioia, ma anche di protesta verso la continua oppressione del governo centrale.

La nostra piccola delegazione è stata accolta con molto calore dalla popolazione.

La festa si e' svolta senza incidenti, molte le bandiere del DTP (partito kurdo) e gli slogan per la liberazione del presidente Ocalan, sfidando la polizia che filmava i partecipanti da posizione strategica.

Singolare il fatto che in contemporanea al Newroz kurdo si svolgesse, poco distante, il posticcio Nevruz turco a cui sono stati costretti a partecipare gli scolari delle scuole elementari e medie.

Sulla strada del ritorno, verso Hakkari, abbiamo visto una consistente colonna di militari che avanzava a piedi nel fondovalle.

Qualche problema per noi ad un check-point, poiché i militari avevano notato un foulard dai colori kurdi nel nostro bagaglio.

Ad Hakkari, il Newroz si svolgerà domani (22 marzo) nonostante il divieto delle autorità prefettizie.

Si prevedono incidenti. Già questa sera alcuni fuochi proibiti ardono nei quartieri periferici di Hakkari.

Il numero dei poliziotti in città sembra aumentato considerevolmente. Se la festa sarà impedita e' probabile che si trasformi in una sorta di gioco del gatto e del topo fra la gente che accenderà fuochi e la polizia che cercherà di impedirlo.

HAKKARI 22 marzo 2008 Delegazione Hakkari

NEWROZ 2008 AD HAKKARI

Newroz di sangue ad Hakkari. Come molti prevedevano, la negata autorizzazione del prefetto ai festeggiamenti del capodanno kurdo, ha scatenato le violenze della polizia turca davanti alle legittime proteste della popolazione.

Fin dalle prime ore del mattino, in molti sono affluiti nella sede del partito kurdo DTP, nella zona centrale della città.

Verso le 10,00 un primo gruppo di manifestanti è uscito dalla sede del DTP inneggiando al presidente Ocalan, detenuto in isolamento da 9 anni nell'isola carcere di Imrali, la Guantanamo europea.

La piccola folla si è via via ingrossata nella strada adiacente la sede, scandendo slogan e intonando le canzoni della resistenza partigiana.

Ai due lati della via cominciavano a schierarsi plotoni polizia in assetto antisommossa, molti gli agenti in borghese con bastoni e manganelli, ma anche fucili mitragliatori.

Un altro gruppo di manifestanti si ingrossava davanti al municipio, nei pressi dell'incrocio principale del paese.

Per circa mezz'ora la folla ha danzato e cantato nella via principale; un fuoco, simbolo del Newroz è stato acceso nel centro della strada. E' partito un primo lancio di lacrimogeni dalle fila della polizia che avanzava da un lato della strada, poco dopo un autoblindo, dotata di cannone con solvente rosso, è avanzato a velocità sostenuta verso i dimostranti, che da quel momento si sono dispersi nelle vie laterali.

Al riparo in un appartamento in cui ci hanno guidato, abbiamo sentito echeggiare almeno 100-150 colpi d'arma da fuoco e raffiche di mitra, oltre agli spari dei candelotti lacrimogeni.

Nei quartieri periferici i giovani dell'intifada (sherildan in kurdo) sfidavano la polizia accendendo falò, lanciando pietre e inneggiando ad Ocalan.

Le vie del centro, deserte, erano in mano a squadracce di agenti in borghese e in uniforme, armati di ogni tipo di mazze o bastoni decisamente fuori ordinanza, che rastrellavano i quartieri. Dalle finestre dell'hotel, raggiunto da noi quattro più il nostro simpatico accompagnatore del DTP, non senza patemi d'animo, ma senza essere infastiditi dalle forze dell'ordine, abbiamo assistito ai lanci di pietre, agli spari ai rastrellamenti nelle case fino al pomeriggio.

Un autobus con decine di fermati è passato dalla via centrale, numerosi i veicoli blindati. Abbiamo filmato agenti che raccoglievano meticolosamente decine di bossoli d'arma da fuoco sparati solo da quell'angolo della via.

Il bilancio provvisorio parlava di sette feriti, di cui uno in fin di vita e di una trentina di arresti, ma il numero era destinato a crescere.

Per noi era venuto il momento di tornare a Van (220 Km più a nord) per il volo di rientro del giorno seguente. Con un taxi abbiamo attraversato vie che portavano i segni dei recenti scontri, deserte e presidiate da squadroni di esercito e polizia. Erano circa le 15.00, scontri e rastrellamenti continuavano e continuano anche oggi, 24 marzo, in molte città kurde con un bilancio che si va aggravando di ora in ora.

Il nostro viaggio di ritorno verso Van è stato bruscamente interrotto a circa 30 Km da Hakkari, al secondo check-point dell'esercito. Siamo stati trattenuti per circa 5 ore e mezza insieme allo sfortunato taxista in una caserma, con l'accusa partita dalla polizia di Hakkari, di “essere sospettati di aver avuto contatti con membri del PKK” (sic!).

L'accurata perquisizione (videoripresa da un soldato) ha portato al rinvenimento (come da verbale)di:

- un giornale turco ritenuto sovversivo (per altro distribuito nelle edicole)

- un foulard dai colori kurdi (giallo, rosso, verde)

- tre macchine fotografiche, di cui una senza memory card

- una cartina stradale della Turchia

- due telecamere di cui una non funzionante

- un paio di occhiali

- un paio di scarpe

- un uovo sodo!

Hanno visionato davanti a noi tutto il materiale video e fotografico, ma ci siamo opposti alle loro reiterate richieste di duplicarle, sicuri del nostro diritto.

Alla fine tutto ci è stato restituito, firmati i verbali, compreso un foglio che attestava la correttezza della perquisizione e del trattamento ricevuto. Ormai a notte, abbiamo potuto riprendere il viaggio: strade deserte, passi d'alta montagna, sette posti di blocco, ma senza troppe seccature, giungendo infine in una Van ugualmente deserta e con i segni di una battaglia che stava continuando nelle periferie. Verso mezzanotte ci siamo infine ricongiunti con gli amici della sfortunata delegazione di Van.

COMUNICATI


  • delegazione di Van


  • comunicato stampa dell'IHD di Van


  • delegazione sarda da Yuksekova (27.3.2008)




01 Comunicato Data: 20 marzo 2008 22:37

Gruppo Van: urgente tensioni per il Newroz 2008

Il Newroz è il capodanno kurdo che tutti gli anni viene festeggiato il 21 marzo.

Anche quest'anno per i festeggiamenti - che di solito vengono osteggiati dalle autorità turche - si stanno ponendo grossi ostacoli. Nella stragrande maggioranza delle città kurde e' stata richiesta ed ottenuta dalla prefettura l'autorizzazione per festeggiare il Newroz sabato 22.

Conseguentemente gli organizzatori hanno confermato gli inviti a parlamentari, delegazioni straniere e musicisti.

Di contro, solamente il giorno 19, il DTP ha appreso che il Ministero degli interni ha disposto che i festeggiamenti sono autorizzati solo per il giorno 21; questa disposizione vale esclusivamente per la regione del Kurdistan turco.

Sono in corso tuttora le trattative tra le Prefetture e il DTP per una soluzione.

In alcune città il DTP ha già ritirato la richiesta per il Newroz del 22 marzo, comunicando che le autorità saranno responsabili delle conseguenze.

Da quanto riferito dalle diverse testimonianze, raccolte dalla delegazione Van-Hakkari, dopo l'ultima operazione militare nel nord Irak, si registra una recrudescenza della repressione nei confronti della popolazione kurda: arresti, perquisizioni, torture, condanne e uccisioni.

Alcuni dati relativi solo ai mesi di febbraio e marzo 2008:

Hakkari, 15 febbraio, violenta repressione di una manifestazione per la pace, con assalti e devastazioni da parte delle forze di polizia alla sede del Municipio, con uso di lacrimogeni ed armi da fuoco. Arresto di 34 persone di cui 4 bambini detenuti nel carcere di Bitlis e 15 minori detenuti nel carcere di tipo F (isolamento) di Van.

Bostanici, 4 marzo per la festa della donna, 25 donne sono state poste in custodia, compresa la Sindaca del municipio; tra queste 3 donne con ı propri bambini sono state trattenute tutta la notte.

Erdiş, 5 marzo, ucciso un uomo a bastonate dalla polizia durante la manifestazione per la festa della donna.

Çukurca, 18 marzo, arrestato il presidente del DTP locale.

Van, 20 marzo, arresto di tre membri di Tuyad-der (associazione dei familiari dei detenuti politici), tra cui il presidente.

E' in questo clima di estrema tensione che il popolo kurdo si appresta a festeggiare il Newroz 2008.



02 - Comunicato 21.03.08 delegazione Van

NEWROZ VIETATO!

Durante la giornata odierna la tensione e' andata aumentando.

Tutti i responsabili delle associazioni incontrate dalla nostra delegazione hanno auspicato, fino all'ultimo, che il divieto al Newroz venisse revocato.

Durante la mattinata i dirigenti del DTP erano ancora possibilisti. Con il trascorrere delle ore la situazione e' peggiorata.

Nel tardo pomeriggio, il presidente dell'associazione degli avvocati, BARO, di Van ci ha salutato preannunciandoci che per il Newroz si prevedono attacchi della polizia, in quanto il divieto non e' stato revocato.Alle ore 20 abbiamo appreso che vi sono state cariche al Newroz di Nusaybin, Urfa e Dersim. Ad Hakkari, la delegazione italiana ci ha riferito che la trattativa tra la prefettura e gli organizzatori del Newroz si è protratta inutilmente fino a tardi, il divieto resta in vigore.

A Van, dalle ore 22, sono in corso perquisizioni e arresti in vari quartieri della città.

Gli avvocati hanno istituito una unita' di crisi insieme all'associazione Tuyad -der (associazione dei familiari detenuti politici).

Il Consolato italiano e' stato allertato: e' stato richiesto di vigilare sull'incolumità della delegazione di osservatori italiani presente in Kurdistan.

Ultimissime. Gli organizzatori del Newrow hanno dato appuntamento domani, 22 marzo, alle ore 10 sotto la sede del DTP.

Da Van: Newroz piroz be

03 - Comunicato del 21 marzo 2008 - Gravissime notizie Newroz 2008

21 marzo NUSAYBIN (Kurdistan turco)

La delegazione italiana presente a Nusaybin (città nel sudest della Turchia, al confine con la Siria) riporta che oggi, in seguito alla manifestazione, la polizia in assetto anti-sommossa ha attaccato pesantemente con colpi di arma da fuoco, lacrimogeni e mezzi blindati la folla presente, provocando feriti e forse morti, anche se non si hanno ancora notizie certe.

I partecipanti italiani alla delegazione stanno bene e sono confinati per motivi di sicurezza nell'hotel in cui risiedono.

Tutt'ora la situazione risulta caotica e sono in corso le operazioni della polizia e dell'esercito turco nella zona.

20 marzo QAMISLO (Kurdistan siriano)

Nella serata di ieri (20/03) l'esercito ha attaccato e ucciso 3 persone. Mehmet Yuksel, rappresentante dell'associazione UIKI di Roma, riporta che una di queste persone è morta dissanguata in ospedale, a causa dell'esercito che, presidiando l'ospedale, ha impedito il flusso delle persone che giungevano per donare il sangue.

20 marzo CIZRE (Kurdistan turco)

Nella serata di ieri (20/03) sempre in seguito alle operazioni della polizia e dell'esercito turco sono rimaste ferite 5 persone.

Il Newroz è stato vietato in diverse città del Kurdistan turco e in generale il clima è di incertezza, paura e forte tensione.

04 - Comunicato del 22.3.08 delegazione Van

Stato di assedio e morti al Newroz di Van

Fin dalle prime ore del mattino la gente ha iniziato a presidiare la sede del DTP.

Le strade si sono riempite di gente, decisa a festeggiare il Newroz, nuovamente vietato. L'intera città di Van è posta sotto assedio.

Il dispiegamento di forze dell'ordine e' imponente e massiccio. Polizia, corpi speciali, gendarmi, molte le guardie in borghese, tutti armati di bastoni di ferro, lunghe mazze di legno nodose, manganelli di tutti i tipi, armi da fuoco. Le cariche violentissime della celere (tipo robocop) contro i manifestanti sono state immediate, ripetute e continue.

La polizia ha pestato violentemente ed indistintamente tutti: donne, uomini, giovani e anziani.

Le mazze di legno hanno colpito ripetutamente teste e gambe, anche su persone a terra.

Durante le prime cariche la nostra presenza ha disturbato la polizia, che con fare minaccioso ha intimato di allontanarci "per la nostra incolumità con il dovere di proteggerci".

Al nostro rifiuto, in quanto osservatori, è stato replicato che era vietato stare per le strade.

La polizia ci ha allontanato a spintoni, mostrando i passaporti abbiamo ribadito di voler osservare.

Ci hanno trascinato a forza dentro un pullman della polizia, brandendo i manganelli e prendendoci a calci e pugni. Ad uno di noi e' stata lussata la spalla. Dentro il pullman la nostra guida, stretta al collo, e' stata presa a pugni per farla scendere. Siamo riusciti a trattenerlo ed e' stato minacciato: " Con te ci vediamo dopo..."

Strada facendo, ci hanno trasbordato su un taxi perché il pullman non riusciva a muoversi in mezzo agli scontri e il commissariato, verso il quale ci stavano portando era già pieno!

Piccoli gruppi di manifestanti, sparsi per tutta la città stanno tuttora fronteggiando le forze dell'ordine.

E' iniziata la caccia all'uomo.

Dalle finestre dell'albergo, nel quale siamo stati rinchiusi a forza dalla polizia, assistiamo impotenti... a pestaggi, vediamo persone trascinate a forza dentro le auto della polizia, blindati che sfrecciano e lanciano lacrimogeni.

I dirigenti delle locali sezioni del DTP sono stati arrestati, le sedi sono state assaltate e devastate. Molti i feriti, alcuni da arma da fuoco.

Apprendiamo in questo momento che vi sono stati tre morti, che gli ospedali sono stracolmi di feriti, alcuni dei quali vengono medicati in ambulatori.

Molti quartieri sono sotto assedio, nessuno può entrarvi e uscirne. stanno sparando contro le case.

Ci telefona la sindaca di Bostanici comunicando che i dirigenti del DTP di Van sono da tre ore sequestrati dentro la loro sede e la polizia prosegue la devastazione.

Ultimissime

Una parte della delegazione, di ritorno da un incontro con la stampa, nella sede dell'IHD

( Associazione Diritti umani) ci informa che si registrano tantissimi feriti, di cui 20 da arma da fuoco.

La polizia e' entrata dentro una scuola per la preparazione agli esami universitari, si e' schierata nel corridoio su due file parallele, e man mano che gli studenti uscivano, li pestava a colpi di manganello; caduti a terra sono stati presi a calci ovunque. Molti sono minorenni.

L'IHD ha dichiarato che la repressione e la violenza di oggi non si e' registrata neppure nei terribili anni Novanta.

Nota a margine.

Riteniamo inqualificabile l'atteggiamento del Console italiano e del signor Saverio Lopez. incaricato del Consolato di Smirne, il quale preavvertito da ieri circa le forti tensioni e nostre preoccupazioni, stamani, si e' inventato che " ...avremmo dovuto aver un permesso per stare a Van" (!)

Subito dopo ha staccato il telefono ed e' irreperibile!

05 - Comunicato Data: 22 marzo 2008 ultimissime delegazione Hakkari - Kurdistan turco

ore 16.10

la nostra delegazione di Hakkari, 4 persone, diretta a Van per ricongiungersi con noi, e' stata fermata a due posti di blocco. Rilasciata, dopo 10 km, è stata raggiunta dalla polizia che ha intimato loro di tornare indietro. Siamo in attesa di notizie.

06 - CONFERENZA STAMPA IHD DI VAN

22 marzo 2008 - ore 15.00

Introduce Mehdi Perincek, dirigente dell'IHD di Ankara

“Sono un dirigente di Ankara dell'IHD e, per la mia associazione, sono il rappresentante del Sud Est.Oggi siamo testimoni di una vicenda che rende tristi tutti coloro che hanno a cuore i diritti umani. Abbiamo fatto molti sforzi per comunicare con il prefetto di Van, senza riuscirci. Gli abbiamo anche scritto ed ora vogliamo parlargli tramite la stampa. Noi scriveremo un rapporto su questa giornata, con tutte le informazioni che possiamo raccogliere. Questa vicenda è cominciata con il rifiuto di far festeggiare oggi il Newroz. Noi siamo usciti dall'IHD alle 9.00 e siamo andati davanti alla sede del DTP, abbiamo visto che le forze di sicurezza avevano preso misure di sorveglianza enormi, esagerate. Abbiamo anche visto che i poliziotti impedivano alla gente di entrare in questa strada. Dopo abbiamo visto che i due deputati del DTP - Fatma Kurtulan e Ozdal Ucer - trattavano con il capo della polizia. Alle 9.25, la polizia è intervenuta contro la massa che stazionava davanti alla sede del DTP ed ha usato manganelli, bastoni, gas, panzer ed anche armi da fuoco. Le manifestazioni di protesta e gli scontri continuano ancora nei diversi quartieri della città. Un'altra constatazione che abbiamo fatto è relativa all'intervento dei poliziotti alla sede del DTP, dove hanno effettuato la perquisizione e lì hanno pure arrestato la gente, picchiandola e manganellandola. Se questa gente, secondo la polizia, ha commesso un crimine, questo non toglie che debbano essere violati dei loro diritti di difesa e di rispetto della loro integrità personale. Abbiamo constatato che la polizia ha attaccato i negozi, causando danni ai commercianti, rincorrendo nei centri commerciali i dimostranti, urlando e distruggendo tutto. Alle 13.30 di oggi, risultano 61 feriti, di cui 12 poliziotti; invece, il capo della polizia, Salih Kezmez, ha dichiarato alla stampa che ci sono 35 poliziotti feriti. Noi pensiamo che i feriti siano molti di più. Abbiamo constatato che le forze di sicurezza hanno molti problemi con la democrazia ed abbiamo proprio visto che il primo intervento della polizia è stato fatto senza preavviso alcuno ed è stata usata una forza sproporzionata. Anche l'intervento contro il DTP è stato un intervento contro la vita politica del Paese, perché il DTP è un partito legale, come il CHP e l'AKP. Noi pensiamo che questo intervento contro il DTP, il più forte partito della zona, creerà seri problemi per il futuro. Noi vogliamo sottolineare tre cose importanti:- facciamo un appello alla calma, indirizzato alle forze di sicurezza, perché i problemi continuano tuttora; - chiediamo un'inchiesta per tutte le forze di sicurezza che hanno violato la legge e abusato della loro posizione; - i commercianti di questa città hanno ricevuto dei danni dalla polizia che, pertanto, è obbligata a risarcire”.

ALLA STAMPA E ALL'OPINIONE PUBBLICA

Il 22 marzo 2008 il Prefetto di Van ha proibito la festa del Newroz, ha proibito di festeggiare il Newroz nella piazza vicino al castello di Van. Essendo il Newroz proibito, il DTP ha deciso di organizzarlo nella propria sede e le forze di sicurezza sono intervenute ai festeggiamenti del Newroz. Dopo il loro intervento, sono scoppiati gli scontri nelle strade. Circa cento persone, civili ed anche forze di sicurezza, sono state ferite da armi da fuoco; un centinaio di persone sono state arrestate e ora le manifestazioni continuano nei diversi quartieri. E' dal 1992 che la festa del Newroz si svolgeva presso il castello di Van. Durante i festeggiamenti di tutti questi anni, non è successo alcun fatto grave, fino ad oggi. Ma il Prefetto di Van, in modo arbitrario, ha proibito il Newroz, che era già preparato per il giorno 22 marzo. E' provato che le forze di sicurezza hanno usato un atteggiamento esagerato contro i manifestanti, considerandoli veri e propri nemici. L'opinione pubblica di Van esprime condanna per il divieto del Newroz da parte del Prefetto; pertanto, chiediamo la rimozione del Prefetto di Van che non ha la competenza e l'esperienza per gestire i problemi delicati di una città come questa.

Van Barosu (Ordine degli avvocati)

Kesk (Confederazione sindacale dei dipendenti pubblici)

Tmmob (Ordine degli architetti e degli ingegneri)

Maslum Der (associazione islamica dei diritti)

IHD (associazione dei diritti umani)

Chd (associazione degli avvocati progressisti)

Goc Der (associazione profughi)

Van Giad Helsinki Yurttaslar Dernegi (associazione di tutela dei diritti umani)

Tuyad Der (associazione dei familiari dei detenuti politici)

07 - Bilancio degli attacchi dopo i festeggiamenti del Newroz (tratto da Kurdishinfo.com - 24.03.2008)

Hakkari (24.03.2008) - Per le proteste nate contro la repressione della polizia e dell'esercito, ieri è morto un ragazzo Ikbal Yasar (20 anni) a causa del fuoco aperto dalla polizia. Ci sono stati 25 feriti e 21 manifestanti sono stati fermati a Yuksekova. Oggi ancora a Van, le proteste continuano e a Yuksekova oggi è stato ferito al ventre un altro ragazzo, Fahrettin Sedal, dalle pallottole della polizia. La stampa che cercava di osservare il fatto è stato attaccato dai militari.

A Hakkari è in corso una manifestazione con cui la gente chiama il Prefetto a dimettersi. A Smirne Mehmet Bayraktar, il segretario del DTP (Partito democratico della società) di Smirne è stato arrestato. Ieri a Van, Siirt, Hakkari, Yuksekova ed Adana ci sono state diverse manifestazioni di protesta per l'uccisone di Zeki Erinc, ucciso dalle pallottole della polizia a Van il 22 marzo 2008.

Ad Urfa e Viransehir 120 persone sono state fermate; a Konya 5 persone sono state arrestate; a Smirne 250 persone state fermate; a Cizre 11 persone sono state fermate. A Van-Ercis, 5 persone che erano state fermate per i festeggiamenti del Newroz

08 - Bilancio degli attacchi ai festeggiamenti del Newroz (tratto da Kurdishinfo.com - 24.03.2008)

20 Marzo

Cizre- I guardiani dei villaggi hanno attaccato con armi da fuoco (kalashinkof) la gente che festeggiava il Newroz. Sono stati feriti Nedim Ertan di 25 anni alle gambe e in faccia. Reşit Kolanç di 35 anni alle braccia. Nurettin Kolanç di 50 anni in volto Feyruz Kolanç di 25 anni alle gambe e Şerif Turan di 17 anni ai piedi.

Silopi - La Polizia ha attaccato con gas lacrimogeni e carri armati. Sono stati feriti Recep Aşan di 15 anni alle gambe e una decina di altri manifestanti. Sono stati fermati 18 persone, di cui 8 arrestate e portate in carcere.

İzmir /Narlıdere- La Polizia ha attaccato durante la manifestazione per il Newroz, e vi sono stati 4 feriti.

Suriye/Qamişlo- Durante i festeggiamenti del Newroz l'esercito siriano ha attaccato con armi da fuoco . Sono morti 3 giovani. Centinaia i feriti.

Malatya- La polizia e la gendarmeria hanno eseguito perquisizioni nelle case per tutta la notte. Hanno arrestato 16 persone, condotte poi a Malatya, dover si trova un penitenziario di tipo E.

21 Marzo

Urfa/Viranşehir- Dopo i festeggiamenti vi sono stati scontri con 11 feriti

Mardin/Nusaybin- Dopo i festeggiamenti, centinaia di manifestanti hanno marciato. La polizia con carri armati, armi da fuoco e gas lacrimogeni ha attaccato i manifestanti. Kadri Bilen, di 23 anni, ha riportato gravi ferite da arma da fuoco allo stomaco. La polizia ha spezzato il braccio ad uan donna. Si chiama Vesile Kaçmaz. Inoltre Netice Elçioğlu, Rumeya Arık, Sebahat Bilgiç, Halime Konak, Bahar Karlan, Kadriye Ekine e Türkan Alaca sono stati portati all' ospedale a Nusaybin a causa dei gas lacrimogeni

22 Marzo

Van- La polizia con carri armati e armi da fuoco è intervenuta contro la popolazione inerme, riunita sotto la sede del DPT. Centinaia le persone ferite, tra le quali 14 poliziotti. Gülşah Aslan, Ayhan Kurt, Yüksel Sönmez e Ayhan Mayan sono stati feriti gravemente e sono stati portati all'ospedale di Van.

Zeki Erinç è morto colpito da proiettili. Vi sono stati 130 fermi.

Hakkari - La polizia ha attaccato la popolazione pacificamente riunitasi sotto la sede del DPT Sono stati ferite 23 persone, tra cui l' ex-sindaco di Hakkari Metin Tekçe. Sono stati fermate 50 persone e anche 4 membri della delegazione italiana. Dopo una notte i 4 italiani sono stati rilasciati. I gas lacrimogeni sono stati lanciati dagli elicotteri.

Siirt - La polizia ha attaccato la popolazione che voleva festeggiare il Newroz. Ci sono stati molti feriti, di cui due gravemente, colpiti da proiettili: Ahmet Bartık e Sosın Özalp. I feriti gravi sono stati portati al facoltà di Tigre. Ci sono state 16 persone fermate dalla polizia tra le quali molte erano ferite.

23 Marzo

Yüksekova- La polizia ha attaccato i manifestanti con armi da fuoco. Le persone colpite con armi da fuoco sono state portate all'ospedale di Van. Si chiamano Selim Akbaş, Raif İren e Savaş Babalıtaş. İkbal Yaşar ha perso la vita, per i colpi di arma da fuoco che gli hanno trapassato il torace. I commercianti per protesta contro gli attacchi hanno chiuso per tutta la giornata i loro negozi.

Urfa- Dopo i festeggiamneti sono stati fermati 123 persone dalla polizia.

Amed- A seguito dei bellissimi festeggiamenti per il Newroz sono stati fermati 10 giovani, colpevoli d'aver gridato slogan a favore del PKK e del loro leader.

Batman- Dopo i festeggiamenti del Newroz, la polizia è intervenuta e ha fermato 8 persone.

Elazığ- Durante la notte sono stati fermati 19 giovani. Sono stati arrestati 16 persone, di cui 12 studenti universitari dell'Eufrate.

Izmir- Prima e dopo i festeggiamenti del Newroz sono stati fermati 250 persone.



09 - YUKSEKOVA 27 marzo 2008 - dalla delegazione sarda al Newroz 2008

BARBARIE E TORTURE A YUKSEKOVA

Alle 14 di oggi, nella sede del DTP, al solito stracolma, viene letto il documento sugli avvenimenti di questi giorni, che conferma quanto abbiamo scritto e fornisce altri spunti di riflessione.

E' firmato anche dal KESK e dal DİSK (le maggiori confederazioni sindacali della Turchia), dall'IHD (Associazione per i Diritti Umani, federata a Human Rights), TMMOB (Associazione degli Ingegneri ed Architetti), dal deputato eletto nel territorio, Hamit Geylani, dal Sindaco della città e da altre numerose Associazioni e sindacati di categoria.

Mentre il presidente del DTP legge il documento, passa un primo corteo di studenti: altri ne seguiranno più avanti. A stento si frena la voglia di uscire e la lettura può essere completata.

Ma la città bolle di rabbia e di ciò, concluso il meeting, ci vengono date altre motivazioni.

Usciamo per visitare una casa, non molto distante, e conoscere un ragazzino di quindici anni. Aveva un occhio tumefatto, una ferita al polso sinistro, e sulla schiena varie ustioni di sigaretta.

Il 23, finita la conferenza stampa indetta per protestare contro la negazione del Newroz, la polizia ha provocato e caricato i partecipanti che rientravano nei loro quartieri e attaccato anche le abitazioni.

La casa del ragazzo e' stata presa di mira col pretesto che delle scarpe ancora bagnate lasciate all'esterno della porta di casa, dimostravano che qualcuno della casa aveva partecipato agli scontri di poco prima. Quindi, la polizia ha sparato contro la casa, sfondato la porta d'ingresso, e' penetrata all'interno, ha colpito il padre alla testa, spintonato la madre, picchiato e torturato il ragazzo, davanti ai familiari fra cui una piccola di tre anni.

Un proiettile ha rotto il vetro della finestra, posta di fianco della porta, e si è conficcato nel muro di fronte. Vediamo il segno lasciato dal proiettile che la polizia ha pensato bene di riportare via.

Le scarpe bagnate erano proprio del ragazzo che era appena rientrato da scuola.

Visitiamo altre case e nella seconda hanno sfondato e picchiato tutti i presenti. Nessuno di quella famiglia aveva partecipato alla conferenza stampa.

Nella terza ci hanno raccontato che i poliziotti in tenuta antisommossa sparavano, mirando alle finestre e altri le rompevano con il calcio dei fucili. Su quella casa sono stati sparati da breve distanza anche dei lacrimogeni. Sui vetri e sulle pareti, i segni della violenza che abbiamo visto e fotografato. Anche loro non avevano partecipato alla conferenza stampa.

Nella quarta si è ripetuta la stessa scena, al termine della quale una poliziotta ha raccolto i proiettili sparati mentre gli astanti erano tenuti sotto la minaccia delle armi.

Le immagini degli assalti alle case sono quelle che abbiamo visto alla televisione come relative alle operazioni dei militari contro provocatori e terroristi.

Abbiamo perciò la prova che i fotogrammi delle persone plaudenti al passaggio dei militari non sono di quei luoghi ma sono state montate ad arte.

In questi giorni di permanenza a Yuksekova abbiamo raccolto molte testimonianze, molte fotografiche, di ciò che succede in questa regione.

Abbiamo visto e fotografato uno dei giovani che ha tentato di soccorre Ikbal Yaşar, dopo il ferimento: la carica della polizia gli ha lasciato varie escoriazioni, un occhio nero ed un sopracciglio spaccato.

Abbiamo visto e fotografato un signore sulla quarantina con enormi tumefazioni poco più su delle reni.

Abbiamo visto e fotografato, sentito e registrata la sofferenza di un popolo che vuol vivere in pace, libero e rispettato e che non ha intenzione di arrendersi perché ciò significherebbe rinunciare alla vita stessa.

E l'Italia, l'Europa vedono?

Se tutto va bene, domani alle 8, seppure a malincuore, andremo a Van per proseguire subito alla volta di Bingol. Il nostro tempo sta scadendo.

Van 22 marzo 2008

SCHEDE

KURDISTAN, Paese dei Kurdi

Area

550 000 kmq

Popolazione

40 milioni (circa)

Nord Kurdistan

20 milioni

Est Kurdistan

10 milioni

Sud Kurdistan

6 milioni

Sud Ovest Kurdistan

2 milioni

Europa

2 milioni

Federazione russa

500 mila

Breve storia

Il popola kurdo ha origine indoeuropea ed è discendente dei Medi, popolazione di lingua e stirpe iranica.

Fino al 1500 il Kurdistan rappresentò uno Stato cuscinetto tra l'Impero Ottomano e quello Persiano.

Nel 1639 avviene la prima spartizione del Kurdistan tra i due Imperi, Ottomano e Persiano.

Alla fine della Prima guerra mondiale, al momento del Trattato di Sèvres (1920), gli Alleati vincitori avevano previsto la creazione di uno stato kurdo. Tre anni più tardi il Trattato di Losanna (1923) divide la regione del Kurdistan tra quattro stati: Turchia, Iran, Iraq e Siria.

Lingua

IL Kurdo appartiene al gruppo nord - occidentale delle lingue iraniche, che formano un ceppo della famiglia indo-europea delle lingue.

La lingua Kurda è composta da due dialetti principali: il Kurmangi, parlato dai kurdi in Turchia, Siria e nel nord della regione kurda irachena; il Sorani, utilizzato in Iran e nella parte orientale del Kurdistan iracheno.

ORGANIZZAZIONI POLITICHE

PKK - Partito dei lavoratori del Kurdistan.

Fondato alla fine del 1977 da Abdullah Ocalan, studente di Scienze Politiche all'Università di Ankara, già militante nei movimenti di sinistra, e per questo più volte incarcerato e torturato.

Dal 1997 il Pkk è inserito nella lista delle organizzazioni “terroriste” compilata dagli Stati Uniti. L'Unione Europea ha adottato la stessa classificazione nel 2002.

OCALAN ABDULLAH

Presidente del Pkk, sequestrato e incarcerato nell'isola turca di Imrali dal 15 febbraio 1999. Su pressione internazionale la condanna a morte è stata commutata a carcere a vita.

DTP - Partito della Società Democratica

E' il maggior partito di opposizione Kurdo. Fondato nel 2005, nel luglio 2007 è salito al Parlamento di Ankara con 20 deputati kurdi.

Dal 1999 il partito amministra 57 dei 3215 comuni turchi, di cui 9 governati da donne.

Nel corso dell'ultimo ventennio, il partito ha subito una forte repressione da parte del governo turco, con distruzione di sedi, uccisioni di militanti, intimidazioni, minacce.

La repressione sistematica ha costretto il Partito a sciogliersi e ricostituirsi diverse volte negli ultimi anni: da HADEP a DEHAP, oggi DTP (Partito della Società democratica).

ASSOCIAZIONI DELLA SOCIETA' CIVILE NEL KURDISTAN TURCO E IN TURCHIA

MADRI PER LA PACE

Nel 1990 fu aperta ad Istanbul la prima sede, nel 2000 quella di Diyarbakir.

L'associazione di donne, madri di guerriglieri caduti, conduce azioni pacifiche e non violente. Le donne hanno tutte storie tragiche alle spalle: congiunti uccisi, scomparsi, incarcerati.

Simbolo della loro associazione è il fazzoletto bianco in testa, come le madri e le nonne di Plaza de Mayo, in Argentina L'associazione si autofinanzia. Pubblica la rivista Baris.

SCUDI UMANI

Il movimento è costituito da obiettori di coscienza, renitenti alla leva, da persone appartenenti ai partiti filokurdi, alla sinistra turca, e all'associazionismo.

Scopo del movimento è quello di interporsi, in modo pacifico, nel teatro delle operazioni militari nelle zona di conflitti confinante con l'Iraq e l'Iran. Promuovono la costituzione di un vasto movimento di pace contro la guerra.

IHD - Associazione dei diritti umani

Fondata da intellettuali kurdi e militanti della sinistra turca nel 1986. Branca dell'Human Rights, l'associazione ha 15 000 membri in tutta la Turchia, di cui 800 a Diyarbakir.

Vi lavorano prevalentemente avvocati, affiancati da decine di volontari.

Decine le sedi ripetutamente chiuse dal governo turco soprattutto nell'ultimo ventennio.

L'associazione svolge un costante lavoro di denuncia delle violazioni dei diritti umani in Turchia, in particolare in Kurdistan; offre servizi legali per i prigionieri e le loro famiglie; lavora sulla libertà d'opinione, sui diritti delle donne, sul problema delle mine antiuomo, sulle torture.

BARO - ASSOCIAZIONE AVVOCATI DEMOCRATICI

L'Associazione collabora con l'IHD

TUYAD DER Associazione dei familiari dei detenuti

Fondata nel 1996 l'associazione offre assistenza ai familiari dei detenuti ed ex detenuti; assistenza ai detenuti in carcere; realizza corsi di reinserimento lavorativo di ex detenuti. Da voce alle richieste dei detenuti organizzando sit-in e conferenze stampa.

L'associazione si autofinanzia; non riceve alcun finanziamento governativo.

GOC DER Associazione dei Migranti per la Cooperazione Sociale e la cultura

Fondata a Istanbul nel 1997, al culmine di un periodo di intensificazione del trasferimento forzato di massa della popolazione kurda dalle terre di origine verso le regioni orientali e sud-orientali della Turchia. Vi sono tre sedi distaccate a Van, Diyarbakir, Hakkari e sedi di rappresentanza a Siirt, Batman e Icel.

Nella “sporca guerra” contro i Kurdi, in special modo nel periodo compreso tra il 1989 e il 1999, sono stati distrutti, bruciati ed evacuati 3 438 villaggi; la popolazione vittima del trasferimento forzato ammonta a più di 4 - 4, 5 milioni .

KUNDI DER - Associazione per lo sviluppo e la promozione della lingua e della cultura Kurda

Realizza corsi di lingua e cultura kurda.

KESK (Confederazione sindacale del pubblico Impiego)

E' costituita da 11 categorie.

YAKAYDER- ASSOCIAZIONE FAMILIARI DEGLI SCOMPARSI “YAKAYDER”

Pervin Buldan è la presidente dell'associazione, vedova di un imprenditore kurdo, rapito ed ucciso; porta avanti, con l'associazione, una battaglia contro gli scomparsi kurdi e sulle vittime delle cosiddette “esecuzioni extragiudiziali” in Turchia. Le sparizioni per ragioni politiche, cioè per la lingua, l'identità, la cultura, la fede religiosa, sono cominciate nel 1990 e continuano tuttora. Nei rapporti del 2003 dell'IHD e della TIHV ci sono 834 persone di cui non si è trovato traccia.

TURCHIA

AKP (Partito per la giustizia e lo sviluppo)

Attuale Partito al Governo di Ankara, Primo ministro Recep Tayyip Erdogan

SISTEMA ELETTORALE IN TURCHIA

Per presentarsi sotto l'egida di un partito politico, la legge turca esige che quest'ultimo rappresenti almeno il 10% dei voti su scala nazionale.

GUARDIE DI VILLAGGIO

Forze paramilitari irregolari, costituite in forma provvisoria a seconda delle esigenze, nel corso della guerra civile, allo scopo di combattere la guerriglia del Pkk. Il numero complessivo si aggira oggi presumibilmente intorno ai 60 000 individui, ampiamente dislocati sul territorio, nei villaggi rurali. Durante gli anni più aspro del conflitto si è arrivati a 150 000 guardie di villaggio. La base legale di questa formazione sta nella legge del villaggio rurale del 1924, modificata nel 1985. Tramite intermediari locali lo Stato distribuisce armi, eroga uno stipendio e concede vari poteri e compiti alle guardie dei villaggi. Le guardie di villaggio dipendono dal comando generale della gendarmeria delle forze armate turche. Nei momenti più aspri del conflitto gli abitanti dei villaggi subivano pressioni fortissime perché aderissero al sistema delle guardie di villaggio. Chi rifiutava di entrarne o sostenerle subiva ritorsioni (violenze, incendio della casa) e poteva essere costretto ad abbandonare i propri beni e trasferirsi altrove. Le guardie di villaggio sono accusate di aver operato sparizioni, esecuzioni sommarie, torture, rapimenti a scopo di estorsione, commercio di droga, . Ad oggi resta aperto il problema dell'identificazione di coloro che si sono macchiati di crimini nei confronti della popolazione kurda e del risarcimento delle vittime.